C. G. Jung: Tipi psicologici, Casa ed. Astrolabio, Roma, 1948, L. 1500.
Luce e Ombra 1948

«Tipi psicologici» è l’opera piè importante di Jung, quella in cui il suo pensiero è stato piè vigorosamente elaborato. Essa rappresenta il logico sviluppo della «Psicologia dell’inconscio» recensita a suo tempo in Luce e Ombra – di cui la Casa ed. Astrolabio ha già pubblicato la traduzione italiana.
Il concetto-base di questo libro magistrale è il seguente. Nella sua critica alla psicoanalisi freudiana, Jung è andato molto oltre la psicologia: ritenendo, ad esempio, che lo stesso pensiero psicologico di Freud cadesse sotto il segno di un «tipo psicologico» fondamentale a cui Freud apparteneva. Dalla contrapposizione, del punto di vista soggettuale a quello oggettuale di Freud, dalla teoria sul valore prospettico del linguaggio onirico in contrasto con l’onirologia « riduttiva » freudiana, Jung passa a una teoria generale dei tipi, indica i due meccanismi dell’introversione e della estroversione come antitesi basilare in qualsiasi campo dell’attività umana, e dimostra perciò l’impossibilità di una psicologia generale che la ignori, poiché, ripetiamo, lo stesso psicologo tenderebbe a formulare o ad adottare una teoria improntata al suo tipo psicologico essenziale.
Questi i cardini dell’opera. Articolate le premesse della sua tipologia in ulteriori schemi (le quattro « funzioni » psicologiche e i loro rapporti con l’introversione e l’estroversione), Jung passa in rassegna, dando prova di una cultura veramente enciclopedica, i campi del sapere e le vicende culturali dal punto di vista delle sue classifiche di base. Nelle dispute teologiche medievali, nelle teorie estetiche e poetiche del passato, nella filosofia, nella biografia, nella psichiatria, il « metodo dei tipi » raccoglie messi sorprendenti, arricchisce la nostra comprensione molto oltre i limiti del « sapere » puramente intellettualistico.
La « teoria generale » dei tipi costituisce la parte finale del libro; il quale reca, da ultimo, una serie di « definizioni » per la migliore intelligenza del complesso pensiero junghiano.
Il volume – cui sinora non fa riscontro alcun lavoro paragonabile nel campo della psicoanalisi freudiana (il contributo di Freud alla tipologia è infatti piuttosto limitato) – è stato ottimamente tradotto da un psicoanalista, il Prof. C. L. Musatti: il quale ha superato brillantemente le molte e gravi difficoltà presentate dal testo tedesco.
EMILIO SERVADIO

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