Forse i prodigi telepatici di due gallesi sono dovuti a fischietti «supersonici»
L’intervento della scienza ridurrà tutto in burletta
Il Tempo 21/07/1959
Tra gli studiosi di parapsicologia si sta svolgendo una controversia delle più appassionanti e curiose, della quale è difficile prevedere gli sviluppi. Si tratta in sostanza di stabilire – ma non é detto che ci si arrivi – se due ragazzi gallesi sono soggetti «sensitivi» assolutamente fuori classe, o se invece sono due giovani impostori.
Presentiamo anzitutto i personaggi della vicenda. Il primo è il prof. S. G. Soal, già cattedratico di matematica all’Università di Londra ed ex Presidente della Società inglese di ricerche psichiche. Famoso in tutto il mondo come ricercatore severo ed esigente, il Soal ha effettuato, tempo addietro, alcune era le più convincenti e decisive serie di esperienze sulla cosiddetta « percezione extra sensoriale ». L’attuale controversia ha per oggetto un suo libro, scritto in collaborazione con il dott. H. T. Browden, intitolato The Mind Readers (alla lettera: Coloro che leggono nella mente), e pubblicato un paio di mesi fa da Faber e Faber a Londra.
Gli eroi di quest’opera sono due primi cugini sui quindici anni, certi Ieuan Glyn Jones. Il professor Soal li « scoperse » per caso, durante un viaggio nel Galles. Sempre all’erta rispetto a ogni possibile novità nel campo parapsicologico, l’illustre studioso constatò con sbalordimento, in una prima esperienza (agosto 1955), che collocando Ieuan dietro uno schermo e mostrandogli successivamente 25 carte recanti le immagini di cinque differenti animali (elefante, giraffa, leone, pinguino e zebra), Giyn, dall’altra parte dello schermo, le « indovinava » tranquillamente una dopo l’altra!
Aiutato dal dottor Bowdess· e sostenuto finanziariamente dalla Parapsychology Foundation (U.S.A.), il prof. Soal dedicò buona parte del suo tempo, dal 1955 al 1957, allo studio della formidabile « coppia telepatica ». In tutto, furono fatte 88 sedute, con molte variazioni di tecnica e in luoghi diversi. Il totale delle « alzate » di carte fu di 15.348. Il semplice « caso », secondo il calcolo delle probabilità, avrebbe permesso di azzeccarne 3069.6. Le chiamate corrette furono invece 5461, il che fa escludere il « caso » nella proporzione di uno contro un considerevole numero di miliardi. Nulla di simile, in verità, si era mai verificato in ricerche sperimentali di questo tipo…
E’ sin troppo ovvio che quando si studia la percezione extra sensoriale (telepatia, chiaroveggenza) con metodi puramente quantitativi, occorre non soltanto un’assoluta precisione nello svolgimento della registrazione delle prove (che sono necessariamente lunghe ed estenuanti), ma anche, e soprattutto, la perfetta sicurezza di aver escluso qualsiasi mezzo di comunicazione a mezzo dei sensi. Sono ben note, al riguardo, certe coppie di sedicenti « telepatisti » che si esibiscono sia nelle piazze, sia nei grandi teatri. Di queste coppie, una sola cosa si può dire con matematica certezza, e cioè che esse adoperano invariabilmente uno o più « codici », per cui riescono, senza che alcuno se ne avveda, a simulare «· trasmissioni » telepatiche – talvolta, bisogna riconoscerlo, con un’abilità veramente straordinaria…
L’ipotesi che due ragazzi quindicenni· siano riusciti per anni ad imbrogliare studiosi smaliziati come Soal e Bowden, oltre che parecchi altri ricercatori che di quando in quando hanno partecipato alle esperienze, è alquanto audace: tanto più che in merito fu anche consultato uno specialista di finta telepatia, il quale dichiarò formalmente che le prodezze dei due cugini non potevano essere imitate con mezzi illusionistici. Si noti che in sporadiche circostanze· i ragazzi cercano effettivamente d’imbrogliare, introducendo un loro elementare « codice » a base dl starnuti, scricchiolii di una sedia e roba simile: ma questi trucchetti furono individuati in un lampo e subito abbandonati. Esclusa· la comunicazione ottica mediante schermi, facilmente individuabile quella acustica… non restava, secondo Soal e Bowden, se non ammettere il fattore extra sensoriale.
Il guastafeste si è però fatto avanti nella persona dello psicologo C. E. M. Hansel, dell’Università di Manchester. Questi ha sostenuto che i due ragazzi del Galles avrebbero potuto benissimo falsare i risultati adoperando un mezzo cui nessuno aveva pensato, ossia fischietti ultrasodici o «supersonici», frequentemente usati per richiamare i cani e conosciuti anche nel Galles. A tale ipotesi, il professor Soal aveva già obiettato che era impossibile tenere un simile strumento in bocca, o magari… nel naso, senza che osservatori esperti se ne accorgessero. Ma alcuni membri della Società inglese di ricerche psichiche, con tenacia degna di Sherlock Holmes, si misero sulla pista dei fischietti, studiandone i vari tipi e le diverse possibilità. Si scoperse così che un certo fischietto « ultrasonico » poteva essere adoperato senza essere messo in bocca, mediante una piccola pera di gomma da premere all’occasione. Seduti a braccia conserte, col fischietto nascosto sotto la camicia, si può azionarlo senza che alcuno se ne avveda…
E qui sono cominciati i guai per Soal e Bowden perché, neanche a farlo apposta, le vibrazioni sonore di certi fischietti « supersonici » possono essere percepite (anche se non sempre con uguale chiarezza) da persone giovani, mentre gli adulti sui quaranta e oltre non sentono nulla! Un esperimento decisivo al riguardo fu effettuato da uno studioso inglese, che per discrezione indicheremo soltanto con le iniziali C. S., alla presenza di parecchie « autorità » del mondo parapsicologico, tutte – si noti – persone anziane. C. S. riuscì, col sistema del fischietto nascosto, a far ripetere alla propria moglie poco più che ventenne impressionanti prodezze (sino al 100 per cento dei risultati) compiuta da Ieuan e Glyn Jones. E’ forse necessario ricordare, a questo punto, che la coppia era composta da due ragazzi e che coloro che li esaminavano erano invece persone anziane?!…
Si potrà dire, ed è stato detto, che con questo non si è affatto dimostrato che i due ragazzi gallesi abbiano effettivamente ingannato il prossimo per vari anni: e non v’é dubbio che così sia, perché non basta produrre un fenomeno in un dato modo per provare che non lo si può ottener che in quel modo! Tuttavia, è altrettanto certo che le possibilità indicate dai fischietti « supersonici » aprono una falla metodologica nell’edificio costruito con tanta pazienza da Soal e Bowden.
La vicenda, beninteso, è chiusa: può darsi che i due studiosi riprendano le esperienze con migliori garanzie… Ma al punto in cui siamo, non si può segnare sulla scheda dei Mind Readers se non un un grosso punto interrogativo. La strada tortuosa della parapsicologia è fatta anche di queste incertezze.
Emilio Servadio