Poltergeist spirito chiassone
Un ragazzo in età puberale, come nel caso di via Domiziano, può scatenare conflitti inconsci che possono determinare sconvolgenti fenomeni anche nel mondo oggettuale. Precedenti esperienze
Il Tempo 11 Luglio 1969
Ieri, in questo giornale (Il Tempo, 10 luglio, pag. 6), è stato pubblicato un ampio resoconto su certi strani fenomeni, che da un po’ di tempo a questa parte si verificano in una casa di Roma, e precisamente nell’abitazione, sita in via Flavio Domiziano, di un distinto insegnante d’inglese. Lampadari che oscillano, lampadine che si svitano da sé, suppellettili che «volano», grossi mobili che si spostano…: non manca proprio nulla, a quanto sembra, perché l’uomo della strada parli di «spiriti», gli ingegneri edili scuotano il capo perplessi, e l’affittuario dell’appartamento, in mezzo a tanto trambusto, pensa seriamente di trasferirsi altrove.
Dato che non abbiamo, personalmente, effettuato sopraluoghi nella casa «misteriosa», né avuto l’opportunità di studiare psicologicamente i rispettivi abitanti, non ci è ovviamente possibile formulare giudizi definitivi su quanto è avvenuto o avviene in via Flavio Domiziano. Dai resoconti a nostra disposizione, sembra peraltro difficile pensare che possa trattarsi di una serie di gherminelle bene organizzate, o che i fenomeni siano da attribuirsi a impianti tecnici difettosi, a «spifferi» o simili. Se si escludono queste cause, non rimarrebbe che l’ipotesi parapsicologica, come adesso indicheremo.
Gli studiosi di psicologia anormale e di parapsicologia conoscono da un pezzo un tipo di fenomeni, sui quali esiste una vasta letteratura, e che sono noti in tutto il mondo sotto il nome di «casi d’infestazione» o di «Poltergeist». Questo secondo termine è un vocabolo tedesco che significa, letteralmente, «spirito chiassone». Tuttavia l’opinione scientifica dominante è che non si tratti affatto di «spiriti», bensì dello scatenamento di forze ancora malnote, di provenienza esclusivamente umana.
Ammesso dunque per ipotesi che le manifestazioni di via Flavio Domiziano non siano da ricondursi a cause «normali», come si possono inquadrare e giustificare?
Un certo numero di casi di Poltergeist può essere forse spiegato secondo uno schema proposto alcuni anni fa dallo studioso inglese G, W. Lambert. Questi aveva notato alcune curiose concomitanze fra una serie di episodi del genere, certi fenomeni meteorologici come piogge o alluvioni, e l’ubicazione geologica e idrologica dei luoghi «infestati». Taluni rumori, spostamenti di oggetti, rotture improvvise di suppellettili, ecc., altrimenti incomprensibili, avrebbero potuto perciò essere ricondotti a piccoli e irregolari movimenti tellurici, e a processi ancora poco studiati di geofisica e di idrodinamica.
La teoria di Lambert non si può peraltro applicare a quei casi (e sono assai numerosi), nei quali i fenomeni non si svolgono affatto in modi puramente casuali (come avviene, in forma clamorosa e spesso tragica, nei veri e propri terremoti), bensì manifestano una loro, sia pure elementare, «intenzionalità», e una certa direttiva. Nel caso di via Flavio Domiziano, ad esempio, non sembra proprio che si possano chiamare in causa slittamenti di terreno o fenomeni idrodinamici. In questo, come in casi consimili, è dunque opportuno spostare la linea di ricerca sulle persone e sul «clima» ambientale; e vedere, se ciò è possibile, in quale rapporto possano stare i fenomeni in questione con qualche difficoltà, problema o conflitto psichico insoluto (magari del tutto inconscio) di questo o quell’abitante del luogo. In molti casi passati, si è potuta stabilire una correlazione tra le manifestazioni di Poltergeist e la presenza in loco di un ragazzo o di una giovinetta pre-puberi, o in cui si era iniziata o era in pieno svolgimento la «crisi puberale». I fenomeni erano cioè in qualche modo connessi con i conflitti psichici inconsci di un giovanissimo, e con la relativa mobilitazione non altrimenti espressa, di forti cariche istintive (sia aggressive, sia sessuali).
Non appena fummo informati, per telefono, circa i fenomeni di via Flavio Domiziano, chiedemmo al redattore de Il Tempo che si era messo in comunicazione con noi, se per caso nell’abitazione «infestata» ci fosse una ragazza o un ragazzo in età puberale. Ci fu subito replicato che, infatti, nella famiglia «bersagliata» c’era un ragazzo di 14 anni. La risposta non ci sorprese, come non avrebbe sorpreso alcuno studioso di parapsicologia.
Alcuni anni fa, due indagatori americani, Hereward Carrington e Nandor Fodor, pubblicarono un libro, nel quale elencarono tutti i casi, da essi rintracciati, in cui un’abitazione o una località erano state considerate «intestate». I due studiosi raccolsero ben 375 episodi del genere, in un periodo che va dal 375 d.C. sino a tutto il 1949. Dato che, ovviamente, Carrington e Fodor non hanno potuto passare in rassegna tutti quelli occorsi fino ad oggi, è presumibile che il numero anzidetto debba essere per lo meno raddoppiato.
Ancora oggi, e malgrado tutto, la «crisi puberale» è per molti ragazzi, e specie in certe aree di cultura, teatro di intensi conflitti che rimangono peraltro dei tutto inconsci, e che spesso danno luogo a fenomeni nevrotici passeggeri. Non è noto sinora alla scienza il processo per cui in taluni di costoro – con la «collaborazione», vien fatto di pensare, di particolari condizioni ambientali – sembra avvenire un «salto» dal livello psichico a quello fisico, con relativo scatenamento di fenomeni i quali appaiono, per così dire, la «traduzione» all’esterno, nel mondo oggettuale, di quanto si svolge nella oscurità psichica del soggetto.
In un caso studiato dal già citato dottor Fodor, si poté constatare che i fenomeni di Poltergeist «voli» e rotture di oggetti) avevano prevalentemente carattere distruttivo e autopersecutorio; e che quando furono chianti i motivi inconsci che avevano determinato nella protagonista una particolare situazione di estrema tensione psichica, e una paradossale esigenza di autoledersi, i fenomeni stessi cessarono.
Questo è quanto, sulla scorta di quel che abbiamo appreso, si può per ora dire, dal punto di vista scientifico, sul «caso» di via Flavio Domiziano. Ancora una volta, come spesso avviene, la «soluzione» (se di soluzione si può parlare) di un enigma sembra doversi ricercare non già «al di fuori», e tanto meno in un mondo di presunti «spiriti», ma nelle profondità ancora inesplorate della psiche umana.
Emilio Servadio