Psicologia anni '20

PSICOLOGIA ANNI ’20 – Coué, O LE PAROLE CHE GUARISCONO

“Ogni giorno sotto tutti i rapporti io vado di bene in meglio”
– Il Lavoro, 27 gennaio 1925

Alcune conferenze tenute qua e là per l’Italia e fra l’altro a Roma, hanno richiamato l’attenzione del pubblico e della stampa sulle interessanti teorie di terapeutica autosuggestiva sostenute dal dottor Coué, il farmacista di Nancy, già molto conosciuto e discusso in Francia.
Coué è un ottimista: è il Lloyd Gorge dell’empirismo terapeutico. La formula magica di questo medico a parole è: Tous les jours, à tous les points de vue, je vais de mieux en mieux. L’uomo ha bisogno di distrarsi, di allontanarsi dai mali che lo affliggono, ha bisogno di essere tolto di peso da certa realtà malata ed essere sollevato in una atmosfera come di sogno ove della sua sofferenza non gli giunga che – forse – una specie di vago, nebuloso ricordo. Per far ciò l’umanità, deve essere aiutata ad uscire dalle strette della realtà nei momenti più angosciosi. La formula “Tous les jours… je vais…” – pensa il Coué – se pronunciata o fatta pronunciare in un certo modo, con particolari accorgimenti, forma una atmosfera abulica entro la quale la persona ammalata di corpo o d’anima parte per un viaggio aereo, (quel “je vais” – gli da l’aire) in una atmosfera di invitante riposo centrata sull’immaginazione al di sopra delle miserie della materia bruta.

La prima enunciazione della dottrina del Coué

Le teorie non sono invero nuove, neanche nella forma personale in cui le enuncia il Coué; ho infatti sotto gli occhi un suo volumetto, pubblicato due anni fa, che le contiene ampiamente sviluppate. Comunque non sarà inopportuno qualche chiarimento…d’attualità.
Il loro punto di partenza è nelle conclusioni del dott. Bernheim, che conobbe il Coué nel 1885, e lo spinse a proseguire nelle sue ricerche. Secondo il Bernheim tutti i fenomeni che vanno abitualmente sotto il nome di ipnotismo, tutti gli stadi che nell’ipnotismo si son voluti riscontrare (letargia, catalessi ecc.), hanno a fattor comune la suggestione. La quale ( contrariamente a quanto pensava lo Charcot) si può esercitare, in grado maggiore o minore, sopra quasi tutti gli esseri umani.
Il Coué si è spinto più innanzi, e, come giustamente osserva il Benedetti nella prefazione al libro surricordato, ha introdotto nel concetto di suggestione un elemento assai importante, che rischiara di nuova luce le ricerche dei predecessori. La causa prima di ogni suggestione è una lotta tra due forze in contrasto, ma secondo il Coué le due forze non sono, come si diceva fino al Bernheim, la volontà del suggestionante e quella del suggestionato, bensì la volontà di quest’ultimo e la sua immaginazione. (L’immaginazione: ecco la forza operante che ha il sopravvento sempre, sistematicamente, sulla volontà). La suggestione si riduce quindi ad autosuggestione.
“I mezzi adoperati dai terapeuti che intendono servirsi della suggestione si riducono tutti all’autosuggestione; tali mezzi, quali essi siano: parole, incantesimi, gesti, ecc., non hanno per effetto che di provocare presso i malati l’autosuggestione della guarigione”.
Il fenomeno di per sé è antico e frequentissimo. Osserva il Coué come la nostra individualità, che noi possiamo considerare sdoppiata (“cosciente” e “incosciente”) sia di continuo determinata dalla immaginazione, che produce in noi delle vere e proprie autosuggestioni incoscienti, contro le quali, com’è accennato più in alto, non c’è volontà che valga; e lo dimostra l’esempio dell’asse stretta e lunga, che tutti siamo capaci di percorrere a pochi centimetri da terra, mentre non riusciremmo certo a fare altrettanto se la sua altezza dal suolo fosse pari a quella delle torri di una cattedrale.
“Nel primo caso voi immaginate di non poterlo fare. Notate che avrete un bel voler avanzare: se immaginate che non lo potete, siete nell’impossibilità assoluta di farlo”.

Tutte le malattie sono guaribili

Una volta riconosciuto questo insopprimibile predominio dell’immaginazione sulla volontà, si tratta di imbrigliare la prima, e di trasformare l’autosuggestione incosciente in autosuggestione cosciente: occorre cioè trovare i mezzi perché possiamo compiere sopra di noi un’opera di convinzione, che valga o a vincere una convinzione contraria, o ad agire sopra uno stato patologico sopprimendolo o quanto meno riducendolo il più possibile.
“Ma soprattutto, che la volontà non intervenga nella pratica dell’autosuggestione, poiché se essa non è d’accordo con l’immaginazione, se si pensa “voglio che la tal cosa avvenga” ed insieme l’immaginazione dica “tu lo vuoi ma ciò non avverrà”, non soltanto non si ottiene ciò che si vuole, ma anzi si ottiene esattamente il contrario”.
Nella terapeutica fondata sull’autosuggestione cosciente il Couè non esclude alcuna malattia come inguaribile e, quanto alle classi di persone a cui il metodo può applicarsi, egli ne esclude due soltanto: quella dei deficienti e quella delle persone che non vogliono comprendere…
Dopo alcune esperienze preparatorie per saggiare la maggiore o minore suscettibilità del soggetto, esperienze blandissime di suggestione che ognuno conosce, il terapeuta cede il campo, e non resta che l’ammalato; il quale deve guarirsi da sé mettendo in pratica gli insegnamenti avuti. Tra le pratiche autosuggestive consigliate dal Couè vi è il ripetere a se stessi che la guarigione è una cosa facilissima e possibilissima; imprimersi dunque una fiducia generica nel metodo, condizione sine qua non per applicarlo con successo.
Sempre nel caso di mali generici, la ripetizione macchinale di una frase, come “Ogni giorno,sotto tutti i rapporti, io vado di bene in meglio” produrrà, secondo il Couè un miglioramento progressivo. Nel caso di mali specifici invece occorrerà ripetersi che il male gradatamente si calma, si riduce, scompare; non rifuggendo magari da mezzi meccanici di conteggio, come un rosario o una cordicella a vari nodi, per cui le parole pronunziate si esteriorizzino più che sia possibile, eliminando l’intervento della volontà.
“Ogni qualvolta durante il giorno o durante la notte, vi sentirete una sofferenza fisica o morale, affermate a voi stessi che non concorrerete coscientemente e che la farete scomparire: indi isolatevi quanto più è possibile, chiudete gli occhi, e passandovi la mano sulla fronte, se si tratta di cosa morale, o sulla parte dolorante se trattasi di cosa fisica, ripetete con la massima rapidità, con le labbra, queste parole: ciò passa, ciò passa, ecc. ecc. per tutto il tempo che è necessario. Con un po’ di abitudine il dolore morale o fisico scompare dopo 20 o 25 secondi…”.

Il valore scientifico delle nuove dottrine

I capisaldi della teoria son dunque assai semplici. Quale può essere il suo valore scientifico?
La psicoterapia ha avuto deterse manifestazioni; storicamente, lasciando da parte i miracoli che non possiamo considerare in questa sede, ricordiamo di sfuggita che è il magnetismo animale l’origine di tutte le più moderne ricerche sull’ipnotismo e la suggestione, fino alla psicoanalisi. Quanto alle terapeutiche derivanti dalle religioni, ricordiamo tra le più importanti la “Mind cure”, la “Christian sciente”, la “Persuasione” del Dubois, la “Work cure” ecc., nelle quali l’elemento suggestivo ha una prevalenza indiscutibile.
Non si tratta dunque di negare o meno il “fatto” della suggestione, che è ormai pacificamente accettato, quanto di vedere se e come la suggestione possa applicarsi nel campo terapeutico.
Al Couè sono state mosse alcune serie obiezioni dai fautori della “Persuasione” e dai Psicoanalisti. Gli è stato rimproverato dai primi di rivolgersi alle attività incoscienti invece di prendere in considerazione l’intelligenza e la volontà; dai secondi la repressione dei sentimenti che il Freud vorrebbe far affiorare allo scopo di liquidarli. Il Couè invero, più che con gli argomenti, risponde con i risultati, alcuni tra i quali sono veramente impressionanti. Ma anche la “Persuasione”, anche la Psicoanalisi ottengono delle guarigioni. E allora?
Allora, secondo me, si tratta di vie diverse che conducono al medesimo fine. Si tratta in ogni caso, costantemente, di far sparire un determinato complesso psichico per riaffermare il dominio della normalità, oppure di provocare la formazione di un nuovo complesso che agisca (in certi casi) anche sulle attività fisiologiche dell’organismo. E a questo si giunge in diversi modi.
I sistemi di “Persuasione” procedono, diremo, per corrosione; essi esercitano infatti un’azione lenta e sgretolatrice sul complesso psichico; quelli della Psicoanalisi procedono per chiarificazione, rendendo il complesso inconsistente per la sua trasparenza; quelli dell’ autosuggestione cosciente (Couè) procedono infine per sostituzione, in quanto devono ricorrere a un complesso opposto per scacciare quello esistente, e sostituirlo.
Non credo che alcuno dei tre metodi possa andare immune da critiche; queste sorgono in specie quando si vuole erigere a sistema (mi riferisco particolarmente alla Psicoanalisi) quello che era un fecondo principio di ricerche. Ma credo altresì che il metodo del dottor Couè abbia sugli altri due enormi vantaggi: non richiede (tranne in casi molto gravi) l’opera assidua di un terapeuta, ed è di tale semplicità da poter essere compreso e applicato da chiunque. Il che, nella nostra epoca di complicazioni, non è piccol merito.
Emilio Servadio

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