Sogni paranormali.
Luce e Ombra 1933
Due sogni di tipo metagnomico vengono riferiti, con un’abbondanza di particolari che ci sembra accentuarne il carattere paranormale, dalla signora Madeleine Frondoni-Lacombe ( ), nella rivista « Psychica » del 15 luglio.
Il primo di questi casi risale al 1918. La relatrice era amica di un’artista italiana, Ernesta Cerri. Questa il 3 giugno era andata a trovarla, ed era stata invitata a recarsi con lei all’opera, ad ascoltare l’Aida con la grande cantante Ester Mazzoleni, altra amica della signora Frondoni-Lacombe. Lieta dell’invito, la signora Cerri il giorno successivo telefonò alla relatrice per esprimerle ancora una volta la propria soddisfazione, e questa la salutò con le parole: «Sta bene, sta bene: a domani ».
L’indomani, verso le 8 di mattina, la relatrice vede a un tratto apparire in sogno l’amica Ernesta Cerri, vestita come due giorni prima, ma senza cappello. Le pare di accostarsi a lei e di chiederle: « Sei proprio tu, Ernesta? », e di vederla subito dopo cadere all’indietro, morta e irrigidita. In quel momento la signora Frondoni-Lacombe viene destata da uno squillo di telefono, e il marito di lei entra dicendo: « Garland (il marito di Ernesta Cerri) ti chiama per una cosa urgente ». Oltremodo sorpresa, la relatrice racconta il sogno al proprio marito, fa alcune supposizioni in merito, si veste in fretta e si precipita a casa dell’amica. Quivi la cameriera la informa che la signora è morta improvvisamente all’una del mattino, e il marito le racconta che Ernesta Cerri aveva cantato lietamente l’Aida prima di coricarsi, soffermandosi soprattutto sul pezzo « Addio valli di pianto », e che era morta rapidamente poco dopo essere andata a letto.
La signora Frondoni-Lacombe, commentando questo evento, si sofferma soprattutto sull’ipotesi spiritica, che respinge, dichiarando però che il sogno non le sembra facile a spiegarsi. Esso si presterebbe tuttavia a lunghi commenti, poiché la relatrice stessa ricorda di aver saputo che la signora Cerri andava soggetta ad attacchi di soffocazione. Ciò non basta certo a far ammettere la coincidenza, complicata eventualmente da un Todeswunsch inconscio, per valutare il quale occorrerebbero maggiori particolari circa i rapporti fra la relatrice e la defunta; e indubbiamente poi non si tratta, come per errore è indicato nel titolo originale della relazione, di « sogno premonitore », bensì caso mai di telepatia ritardata: fenomeno teoricamente ammesso e praticamente accertato. Anche a noi pare comunque che in questo caso l’interpretazione spiritistica non sia necessaria.
Il secondo sogno è meno interessante, e neppur di questo si può affermare con certezza il carattere premonitorio. La relatrice vede in sogno una persona che dovrà probabilmente incontrare, ossia la nipote di una sua amica, la contessa Bulhâo Pato, distintissima gentildonna portoghese; contrariamente alla sua aspettativa cosciente, questa ragazza, nel sogno, le appare come una figura grossolana, malvestita, volgare d’aspetto e di comportamento. Alcuni giorni dopo la incontra, e la vede esattamente conforme al tipo sognato.
Anche in questo caso l’interpretazione sembra dover essere più favorevole nel senso di una chiaroveggenza onirica che in quello di una emergenza casuale (i «particolari» coincidenti della figura sognata con quella poi veduta militano appunto in tal senso). Ma neppur qui l’elemento premonitorio è assodato, poiché, ammessa la paranormalità della visione, essa si è svolta pur sempre nel presente (la ragazza esisteva già, al momento del sogno!) e non nel futuro. L’unico elemento apparentemente previsionistico si riferisce all’incontro della relatrice con la ragazza: ma tale incontro, come abbiamo accennato per incidenza, era reso probabile dagli eventi in corso (grave malattia della nonna) e non poteva esser quindi «previsto « se non nel senso corrente del termine.