Ricordi di una “sensitiva”
Luce e Ombra 1933
Nel fascicolo di agosto, 1933, della «Zeitschrift für Parapsychologie », la signora H. C. van Hoithe tot Echten, che in Olanda è notissima anche quale studiosa e sostenitrice della Ricerca psichica, narra alcuni eventi della propria vita. La signora van Holthe tot Echten è dotata di notevoli facoltà paranormali, e ha fornito le notizie contenute nel suo articolo accompagnandole dai nomi dei singoli protagonisti: nomi che, salvo eccezioni, non vengono riportati perchè trattasi di viventi o di parenti di persone ancora in vita, ma che sono noti alla direzione della Rivista. I documenti in appoggio dei fatti citati sono a disposizione di chi volesse consultarli presso la relatrice, all’Aja.
La signora van Hoithe tot Echten ricorda anzitutto come altre persone della sua famiglia (particolarmente sua madre) avessero una speciale sensibilità per gli eventi paranormali. Menziona quindi le prime sedute a effetti fisici da lei presenziate con vari medium, e le impressioni ricavatene. Passa poi ad enunciare ben 20 casi personali, dai quali spigoliamo i seguenti, che ci sembrano i più importanti e significativi.
Caso 1. – Nel gennaio 1925 la relatrice fece visita a una signora S., e questa le presentò suo figlio, ch’essa non aveva mai visto prima di allora, e di cui non sapeva nulla. Richiesta di dir qualcosa sull’avvenire del giovane, la signora v. H. gli dichiarò fra l’altro: «Occupate un impiego che non vi soddisfa; la ditta in cui siete impiegato va male; sarete invitato a far qualcosa con dei libri di ufficio, ma astenetevene, perchè ciò vi sarebbe fatale. Prima della fine dell’anno lascerete quest’impiego e ne avrete un altro, in cui vi occuperete di oggetti neri, lucidi, frammentati ».
Nell’ottobre dello stesso anno la signora S. chiese alla relatrice se avesse appreso che uno dei titolari della ditta dove suo figlio era impiegato aveva compiuto delle frodi con effetti avuti in custodia, ed era stato arrestato. Aggiunse che in quello stesso mese il posto di contabile si sarebbe reso vacante, e che a suo figlio era già stato offerto di assumerlo: offerta che egli, ricordando l’avviso avuto, aveva rifiutato. Nel mese di settembre il giovane aveva lasciato quella ditta, ed era ora impiegato in un’altra, che trattava il commercio del carbon fossile.
Caso 4. Si tratta di un caso quanto mai complesso di assassinio avvenuto a Garoet il 18 settembre 1925. La relatrice, interrogata, diede minuziosissimi ragguagli sui fatti avvenuti, e la sua assistenza condusse all’arresto del colpevole. La relazione occupa più di tre pagine della rivista tedesca, ed è impressionante per l’assoluta precisione e abbondanza dei particolari. Qualsiasi riassunto risulterebbe qui inadeguato.
Caso 5. – Nella primavera del 1925 la relatrice fu invitata a visitare in Bandoeng, il mercoledì prima di Pasqua, una famiglia amica della signora P. Fu ricevuta dal sig. v. H. e dalla madre di questi (persone a lei totalmente sconosciute). Le venne data una lettera per un tentativo di psicometria. Appena avutala in mano, la signora van Hoithe tot Echten cominciò a tremare e dichiarò: « Chi ha scritto ciò è uno psicopatico, che in questo momento non si trova in libertà. E’ ammogliato, ma non vedo sua moglie presso di lui. Occorre avvertirla seriamente che egli vuole ucciderla, e ha già tentato una volta di farlo ». All’udire queste parole, la madre, signora v. H., lasciò la stanza, e il figlio di lei spiegò che la lettera era stata scritta da suo cognato, il tenente Z., il quale si trovava in prigione per aver commesso un delitto, ma sarebbe stato liberato dopo 14 giorni; e che in realtà egli aveva già compiuto un tentativo di omicidio sulla persona della propria moglie. Su preghiera del sig. v. H. la relatrice ripetè l’avvertimento alla signora interessata.
Il sabato prima della Pentecoste la signora v. H. lesse nei giornali la notizia di un tentato omicidio seguito da suicidio. Il tenente Z. uscito di carcere, aveva cercato di uccidere la moglie con un temperino, mentre l’abbracciava. Questa aveva istintivamente incrociato le braccia, e se l’era cavata con una ferita di scarsa entità. Il marito si era dato alla fuga, e si era poi ucciso con la stessa arma.
Caso 14. – E’ uno dei vari casi in cui la chiaroveggenza della relatrice fu applicata a scopo terapeutico. Chiamata nel gennaio 1927, in Semarang, a pronunziarsi circa la moglie inferma del sig. Sp., la signora v. H., senza averla vista, ebbe l’impressione che dovesse trattarsi d’infiammazione dell’interno dell’orecchio, prodotta da infezione del condotto auricolare. I medici sopravvenuti constatarono, in assenza della relatrice, l’infiammazione, ma non riuscirono a rendersi conto della sua origine. Poco dopo il marito dell’ammalata giunse disperato dalla sig.ra v. H., dicendo che la febbre era salita sino a 41° e che i dolori erano di molto accresciuti. La relatrice sentì di dover dichiarare che egli non doveva impressionarsi, poiché il male era giunto alla sua crisi, e che quando egli fosse ritornato di nuovo a casa, la febbre sarebbe discesa a 38°. La chiaroveggente descrisse inoltre l’aspetto esteriore dell’ammalata, il kimono che vestiva, i sintomi che presentava e il colore della medicina che le era stata somministrata. Incredulo, il sig. Sp. tornò a casa, e constatò la perfetta veridicità di tutti i particolari enunciati dalla relatrice.
Caso 16. – Verso la fine del mese di agosto 1927, la relatrice fu indotta a invitare per una seduta la famiglia di un certo R. impiegato delle poste e telegrafi. In stato di chiaroveggenza, la sig.ra v. H. visualizzò la figura di un uomo a lei ignoto, corpulento, con il viso grassoccio e il collo corto. In base a questa descrizione il sig. R. riconobbe trattarsi del sig. de Gr., defunto, e alcuni picchi vibrati nella tavola confermarono questa identificazione. L’ entità comunicò varie cose dirette al proprio figlio adottivo (parimenti ignoto alla sig.ra v. H.), e tra l’altro la parola «Telefunken» (radiofonia in tedesco). Il sig. R. chiese il perchè di questa parola, e per mezzo di colpi battuti venne incaricato di riferirla al sig. K. (capo ufficio del sig. R.). Recatisi a trovare il sig. K., e comunicatogli il messaggio, questi, estremamente meravigliato, disse che la mattina stessa gli era stata comunicata la notizia della sua designazione a successore del sig. de Gr. come capo del servizio radio. Il sig. K. confermò di non aver palesato tale informazione a nessuno. L’incarico gli venne confermato ufficialmente otto giorni dopo.
Nella lunga relazione della signora van Holthe tot Echten si contengono molti altri casi di grande interesse, che non riassumiamo per brevità: alcuni di essi hanno un andamento tipicamente spiritistico; altri sembrerebbero dimostrare che la relatrice possiede, oltre alle doti di chiaroveggenza che emergono dai fatti riferiti, anche delle vere e proprie facoltà medianiche di carattere fisico. E’ da rimpiangere che la situazione sociale della signora le impedisca di sottoporsi ad indagini sperimentali, che potrebbero essere quanto mai fruttuose alla Ricerca.
Emilio Servadio