Nuovo scandalo intorno a Mrs. Duncan.
Luce e Ombra 1933
Poiché la nostra rivista ha avuto modo di occuparsi a più riprese, in un senso o nell’altro, della medium scozzese Helen Victoria Duncan (cfr. «Luce e Ombra», fasc. 11-12, 1930; «La Ricerca Psichica», fase. 4, 9 e 11, 1932), riteniamo doveroso informare i lettori circa un nuovo episodio a carattere scandalistico occorso nei riguardi di questa persona. L’episodio è stato primamente riferito dal « Daily Express », il 27 gennaio 1933, e poi da vari altri periodici.
Il 5 gennaio u. s. Mrs. Duncan tenne una seduta in casa di Miss Esson Maule, Stafford Street, Edinburgh. Dopo la materializzazione del sedicente « Albert », spirito-guida della medium, comparve un’altra entità, « Peggy », attraverso le cortine dischiuse del « gabinetto » medianico. A questo punto Miss Maule afferrò quella che avrebbe dovuto essere la materializzazione. Trovando resistenza, essa dovette abbandonarla dopo breve lotta, non senza però che un suo dito facesse uno strappo nella sostanza «morbida e distesa» avuta fra mano. Accesa la luce, si vide Mrs. Duncan che cercava di far sparire sotto le vesti un pezzo di stoffa bianca. Di fronte alla precisa accusa di frode che seguì da parte di Miss Maule, e all’invito a svestirsi, Mrs. Duncan diede luogo a una scena clamorosa di escandescenze e di ingiurie, cercò di tirare una scarpa sulla testa di Miss Maule, che evitò per miracolo di essere colpita, e via discorrendo; nel frattempo, essa era riuscita a nascondere il pezzo di stoffa. Finalmente, poi, la protagonista dello scandalo acconsentì a spogliarsi dinnanzi alle signore rimaste: e venne trovata tra i suoi abiti una camiciola bianca, che Mrs. Duncan ammise non avere praticamente indossato. Di fronte a nuove accuse di Miss Maule, che dichiarava esser stato quello il mezzo con cui Mrs. Duncan produceva la finta «materializzazione» di «Peggy», avvennero nuove scene tempestose, finché si dovette chiamare la polizia. Una relazione circostanziata e giurata dell’avvenuto è stata stesa dalle persone presenti, e regolarmente firmata. Giova notare che nella camiciola rinvenuta fra la vesti di Mrs. Duncan vi era lo strappo prodotto dal dito di Miss Maule. Il capo di vestiario è stato conservato e sigillato, come documento dell’accaduto.
Mrs. Duncan, intervistata dopo il fatto, ha dichiarato tra le lacrime di essere innocente, di non aver la più lontana idea di che cosa può accadere allorché essa è in trance, di escludere che una materializzazione possa essere simulata mediante una camiciola, ecc., ecc. Alcune sue frasi, riportate stenograficamente dall’intervistatore del « Daily Express », richiederebbero, se fossero menzogne, una dose addirittura fantastica di malafede, come allorquando Mrs. Duncan affermò di aver ridato la pace a molte anime angustiate, di chiamar Dio a testimonio della propria onestà, e via discorrendo.
Per conto nostro, a parte la completa disapprovazione verso un simile modo di procedere nei confronti di una medium, o comunque di una donna (noi detestiamo gli «smascheramenti» clamorosi, e non ci stancheremo mai di combatterli), non siamo affatto sicuri che si tratti qui di frode deliberata e cosciente. Chi conosce il nostro modo di vedere nei riguardi della frode medianica sa quel che vogliamo dire. Forse il «caso Duncan» è un caso estremo tra quelli in cui la frode assume funzione avvilente, disgregativa nei confronti dei fenomeni. Sappiamo che questa osservazione farà scrollare le spalle a molta gente. Ma mentiremmo se dicessimo di preoccuparcene più che tanto…