Il ritorno di Katie King.
Luce e Ombra 1933
Nel fascicolo di gennaio, 1933, della rivista «Psychic Science», il dott. T. Glen Hamilton, leader del notissimo « gruppo di Winnipeg», pubblica ulteriori resoconti e fotografie intorno a recenti esperienze da lui promosse: esperienze che superano ancora – per quanto la cosa possa sembrare difficile – quelle sin qui riferite dal chiaro studioso americano.
Nei mesi di febbraio e marzo 1930 una nuova «entità» comparve in seduta, esprimendosi attraverso la medium «X» (le altre due medium principali erano, come è noto, Mary M., «controllata» da Walter, e «Mercedes », «controllata» da Lucy). Tale nuova entità dichiarò di essere John King, pseudonimo del famoso pirata Henry Morgan.
Il dr. Hamilton non si sofferma troppo sulle caratteristiche psicologiche di questa «personalità», limitandosi a rilevare come essa scambiasse ripetuti discorsi con Walter intorno alla vita marinara (i due si espressero sempre come se la situazione fosse in atto, quasi che recitassero una parte). A noi sembra che l’interesse offerto da una simile ricomparsa sia assai notevole, specie se si pensi che John King è stato lo «spirito-guida» di Eusapia Palladino e che questa «entità» ha avuto una notevole quanto enigmatica funzione nei primordi del movimento spiritistico (circa quest’ultimo punto, cfr. specialmente R. Guénon, Le Théosophisme, p. 17 segg. ( ). Ad ogni modo poniamo provvisoriamente da parte questo problema, e riferiamoci soltanto ai fatti riferiti dal dr. Hamilton. John, il 19 febbraio, annunziò che la medium Mary M. non doveva più entrare nel gabinetto medianico perchè egli «stava costruendo qualche cosa sulla tavola ». Il 23 febbraio, Walter precisò che si trattava di una nave, e precisamente del veliero di John: nave della quale sarebbe stata data una raffigurazione formale. Lo stesso giorno la medium « X », controllata da John, disse che la medium Mercedes avrebbe avuto una parte importante nell’ulteriore lavoro da svolgere, e poco dopo Mercedes venne « controllata» da una nuova « entità », la figlia di John, celebre quanto il padre se non più, ossia Katie King.
E’ ovvio sottolineare l’importanza di quest’altra «ricomparsa»: importanza, peraltro, che verrà ancor meglio chiarita da quanto stiamo per riferire.
Katie, circa una settimana dopo, tornò a manifestarsi (sempre attraverso la medium Mercedes) e diede ulteriori particolari circa la «nave », aggiungendo tra l’altro che questa sarebbe stata «sospesa a mezz’aria ». In altra seduta annunziò che essa stessa (Katie) si sarebbe in futuro resa visibile.
Ed eccoci al fenomeno relativo alla nave. Sempre «lavorando» di conserva, John e Walter annunziarono, attraverso i rispettivi medium, che il battello era ormai pronto; il 28 maggio si ebbe il primo accenno alla sua manifestazione (cinque tracce teleplasmiche, le «vele », sulla parete di fondo del gabinetto medianico). Una settimana dopo, infine, si ottenne il fenomeno completo. Giova dire che il dr. Hamilton, comprendendo la particolare importanza del controllo in occasione di una manifestazione di ordine fisico così eccezionale, aveva pregato un estraneo al circolo, il dr. Wm. Creighton, di controllare e perquisire tanto la sala, quanto i medium e gli sperimentatori, ponendo ogni condizione che gli piacesse. Il dr. Creighton prese molte minuziose precauzioni e dichiarò da ultimo di essere in grado di escludere che qualche cosa di estrinseco potesse esser stato introdotto nella sala dall’uno o dall’altro dei presenti.
Preparati gli apparecchi, venne incendiato il magnesio, ma con un attimo di ritardo sul segnale dato da Walter. Questi si lamentò subito con foga, asserendo che il ritardo era stato disastroso, che la nave si era sfasciata, ecc. ecc. Così dicendo, diede alcuni particolari preziosi intorno all’aspetto della «nave», quale sarebbe stato poi rivelato dalle fotografie.
Queste – due delle quali vengono ora pubblicate dal dr. Hamilton – mostrano uno spettacolo sorprendente: verso l’angolo alto della parete di fondo del «gabinetto» medianico appare una massa ectoplasmica apparentemente del tutto staccata dai medium; questa massa tridimensionale, bianchissima, scostata dal fondo ligneo, raffigura nel modo più inequivocabile un veliero, benchè questo sembri più un veliero che affonda, semidistrutto, che non una nave in efficienza (e ciò è conforme alle dichiarazioni di Walter, il quale aveva detto che la raffigurazione avrebbe dovuto chiamarsi «il naufragio dell’Hesperus»). Le vele sono anch’esse costituite da parti singole di teleplasma; con una lente d’ingrandimento si vedono porzioni di sostanza differenziata, costituenti per così dire l’« armatura » della nave: armatura che è apparsa appunto in seguito allo «sfasciamento », determinato dal lieve ritardo nell’accensione del lampo.
Non insistiamo sulla portata di questo fenomeno: portata che apparirà ben chiara a chi pensi che esso risulta dalla collaborazione
di tre «entità» e di tre medium in « trance », senza che nè le une nè gli altri denunziassero mai alcuna contraddizione nei loro detti o nel loro modo di agire. La « potenza plasmatrice del pensiero » (in senso generico, e quindi applicabile eventualmente anche a personalità disincarnate) difficilmente ha assunto una forma così netta e vigorosa, negli annali della nostra Ricerca.
Ma di un altro fenomeno ancora più interessante vogliamo qui intrattenerci, ossia della materializzazione del volto di Katie King, ottenuta nello stesso circolo, il 12 novembre 1930. John aveva dichiarato che per ottenere tale materializzazione la medium (Mercedes) avrebbe dovuto « essere come una che è morta » (cioè esser posta in una trance estremamente profonda). In una successiva serie di sedute vennero prese disposizioni per la manifestazione: fu stabilito che la medium venisse adagiata anziché fatta sedere; John parlò ripetutamente del « velo» che avrebbe circondato il capo di Katie (velo che alcuni chiaroveggenti, presenti nel circolo, e specialmente la medium Elizabeth M., nettamente percepirono); il dr. Hamilton potè esaminare la medium Mercedes in profonda trance, e constatò anestesia completa, respirazione quasi sospesa, rigidità degli arti, specie inferiori, insensibilità pupillare (in altra occasione riscontrò fiexibilitas cerea delle braccia): condizioni difficilmente ravvisabili nella trance comune, e che lasciavano tracce dopo i singoli risvegli della medium. Infine, il 28 ottobre, si ebbero gli ultimi ragguagli di Walter (attraverso Mary M.) circa l’attesa manifestazione; egli avvertì tra l’altro che « non vi sarebbe stato un corpo materiale » e che la « sostanza » sarebbe stata assai scarsa. Il 12 novembre, con ogni controllo e alla presenza di otto sperimentatori, si ebbe la seduta finale: dopo un dialogo tra Walter (Mary M.), Katie (Mercedes) e il dr. Hamilton, e dopochè Walter ebbe avvertito che la manifestazione sarebbe stata molto inferiore a quanto egli avrebbe desiderato, vennero prese le fotografie al magnesio. Walter disse subito che il volto di Katie era stato « preso » solo in parte, si lamentò dell’insuccesso, e finì anche questa volta col descrivere minutamente come sarebbe apparsa la produzione teleplasmica nelle positive. Katie cercò dapprima di consolare Walter del suo disappunto e poi intervenne a calmare John, il quale si esprimeva in modo piuttosto… sbrigativo nei riguardi di quegli sperimentatori che per avventura non fossero soddisfatti di ciò che era stato compiuto.
Il dr. Hamilton ha pubblicato quattro fotografie relative alla riapparizione di Katie King; la prima presa con obbiettivo grand’angolare, la seconda stereoscopica, la terza un ingrandimento della seconda, la quarta una microfotografia del velo di Katie. Per cortese concessione di « Psychic Science» riproduciamo la terza di queste straordinarie documentazioni, avvertendo che la fessura dell’asse di sfondo era verticale, e che di conseguenza occorre girare la fotografia di un quarto di cerchio, nel senso delle lancette dell’orologio, se si vuole ottenere l’apparizione così come si verificò in seduta.
La prima cosa che colpisce, in questa fotografia, è la straordinaria bellezza del piccolo volto femminile contornato dalle lunghe ciocche di capelli e dall’ampio velo preannunziato da John. E’ difficile sottrarsi al fascino di quegli occhi infantili e insieme pensosi, di quella purissima bocca, di quel naso profilato e impeccabile. Lo stesso di. Hamilton si sofferma su questi particolari, e aggiunge che tale volto presenta un’altra bellezza, quella spirituale, che si può solo sentire ma non descrivere.
Si osservano, inoltre, le consuete porzioni di ectoplasma amorfo, già tante volte riscontrate in altri fenomeni di materializzazione ottenuti dal « gruppo di Winnipeg », e inerenti al meccanismo ormai noto per cui tali realizzazioni sembrano in un primo tempo venir protette e inglobate dalla massa ectoplasmica, che poi si ritrae in parte per scoprire la delicata formazione, al momento della fotografia.
Circa il raffronto fra questa Katie King e quella del Crookes, il di. Hamilton dichiara impossibile la conclusione: fa osservare che taluni punti di contatto tra le immagini fotografiche di entrambe effettivamente vi sono, ma che la Katie del Crookes sembra più adulta e che, ad ogni modo, come il Crookes stesso osservò, non è alla fotografia che può domandarsi la raffigurazione esatta della bellezza della protagonista. Perchè il lettore possa comunque fare il confronto, pubblichiamo due tra le ben note fotografie di Katie King, insieme a quella della Katie recentemente riapparsa.
Il dr. Hamilton si sofferma da ultimo sulle numerose assurdità che l’ipotesi della frode comporterebbe nei casi anzi esposti: connivenza fra le tre medium (continua, precisa, perfetta in ogni particolare); simulazione di uno stato di trance specialmente profondo, e implicante modificazioni fisiologiche; elusione del controllo delle mani e di quello fotografico; preparazione di simulacri complessi e delicatissimi… Ma a chi abbia seguito attentamente la relazione dello studioso canadese un simile dubbio non può neppure venire in mente. Tanto il dr. Hamilton che il direttore della rivista, Stanley De Brath, concludono poi decisamente per un’interpretazione in senso spiritistico delle manifestazioni anzi descritte: e certo, se si pensa alla loro complicata elaborazione, al perfetto accordo delle tre « entità », alla loro chiaroveggenza, al loro naturale comportarsi come se fossero del tutto indipendenti dagli sperimentatori è dai medium, e infine alle meravigliose manifestazioni da esse prodotte, giova riconoscere che le altre ipotesi che potessero escogitarsi al riguardo appaiono tutte assai deboli, e alcune, poi, totalmente e irrimediabilmente assurde.