Indagini statistiche sui fenomeni di metagnomia.
Luce e Ombra 1931
Sono state condotte sotto gli auspici della Sociely for Psychical Research, e la relazione occupa quasi tutto il fascicolo 121, vol. XL, dei « Proceedings », a cura di Th. Besterman. Il fatto che chi scrive si sia apertamente dichiarato contrario a certi atteggiamenti della S. P. R., e dello stesso Besterman, non c’impedirà certo di riconoscere e di apprezzare la minuziosa cura e il rigore scientifico che caratterizzano tali esperimenti. Siamo anzi lieti di poter provare, al riguardo, la nostra completa indipendenza e spassionatezza di giudizio.
Le esperienze vertono su quella speciale modalità di chiaroveggenza, assai esercitata nei paesi anglosassoni, che prende il nome di booktest ( prova per mezzo di un libro »). Essa consiste nella descrizione, fatta dal soggetto dell’esperimento, di un passo particolare o di una pagina di un libro sconosciuto. In tali esperienze si è specializzata, tra gli altri, la famosa medium Mrs. Leonard, che si dice « controllata » dall’ « entità » Feda. Un accurato studio sui booktest ottenuti attraverso la medianità della sig.ra Leonard è stato compiuto da Mrs. H. Sidgwick, in vari saggi pubblicati negli stesssi « Proceedings » della S. P. R. Allo scopo d’istituire un confronto, fondato sul calcolo delle probabilità, tra i risultati ottenuti da Mrs. Leonard e quelli ottenibili attraverso indicazioni casuali, vennero condotte altre esperienze: una, promossa dalla stessa sig.ra Sidgwick, consistè nel far scegliere a 60 persone, singolarmente, 10 libri a caso; a ognuna venne poi chiesto di verificare, per ciascun libro, l’esattezza o meno di tre indicazioni diverse formulate a priori. Sui 1800 confronti fatti, si ebbe un 4,7 per cento di successi (casuali) contro una percentuale del 36 per cento, propria alle esperienze fatte con Mrs. Leonard.
L’anzidetta prova era però difettosa, nel senso che non somigliava affatto, quanto alle modalità, a un vero e proprio bookiest. Cosicché vennero escogitate altre due indagini: una consisté nel far eseguire una prova a parecchie persone di cultura, e familiarizzate con i booktests, o note per avere o creder di avere) delle facoltà sopranormali; l’altra, nel confrontare tre booktests di Mrs. Leonard con una serie di altri, ottenuti completamente a caso: ricavando poi, da entrambe, le relative percentuali di probabilità.
Dalla prima esperienza, promossa tra membri e simpatizzanti della S.F. R., che consisteva nell’indicare un libro, una pagina e un passo determinato prendendo come riferimento la libreria privata del sig. Besterman (sconosciuta ai più, e mutata quanto alla disposizione dei volumi durante le prove), vennero ricavate 18 risposte, alcune delle quali riferentisi a più di un testo. Tali risposte, spesso assai elaborate, vengono pubblicate integralmente, e accanto a ogni indicazione si trova la conferma o la smentita in corsivo. In totale, su 38 booktests, comprendenti 113 indicazioni diverse, solo corrisposero in modo chiaro, e di queste una sola, scrive il Besterman, è paragonabile a una buona prova di quelle date dalla sig.ra Leonard. E’ dunque chiaro che la percentuale è qui lontanissima dal 36 per cento ottenuto dai booktests medianici.
L’altra indagine, sempre compiuta valendosi della biblioteca privata del Besterman, venne condotta come segue: una lista di numeri dall’ 1 al 26, corrispondenti ai palchetti dell’anzidetta biblioteca, venne inviata dal Besterman a tre membri della S. P. R., e a questi (ignari dello scopo dell’esperienza) venne inoltre chiesto di porre accanto a ogni numero una cifra non superiore a 20, e una lettera, L (left – sinistra) o R (right – destra): si ottennero così 78 indicazioni di libri, la prima cifra indicando il palchetto, e la seconda, seguita dalla lettera, il numero d’ordine, nella fila, del volume prescelto, contando da sinistra o da destra. In base a tali indicazioni la segretaria della S. P. R. scelse e mise da parte i libri, e a ognuno di essi vennero applicati tre booktests della signora Leonard, ricavati dalle relazioni della sig.ra Sidgwick. Il primo di essi comprendeva ben se/le indicazioni; il secondo e il terzo una (complessiva) ciascuno.
Si può immaginare quanto sia stato lungo e laborioso il confronto: i soli riassunti sinottici, a base di cifre e di brevissime indicazioni, comprendono 27 pagine fitte di testo. Cercando di valutare nel modo più modesto le percentuali di probabilità nelle riuscite di Mrs. Leonard, e nel modo più alto quelle dei booktests «artificiali» – e riassumendo i confronti in tavole sistematiche – si giunse alla conclusione che in questi ultimi la percentuale di riuscita è stata non di molto superiore a quella calcolata come probabile, ed ad ogni modo enormemente al di sotto di quella dei booktests medianici. Cosicché, il Besterman si sente autorizzato a concludere che tali esperienze « indicano eloquentemente la presenza di fattori extra-casuali nei booktests di Mrs. Leonard »: conclusione che, data l’accuratezza delle prove, risulta assolutamente inoppugnabile.
Non sarebbe male che esperienze del genere, anche su scala più modesta, ma con le opportune garanzie, venissero condotte da studiosi italiani. E noi invitiamo, anzi, coloro che fossero disposti a compiere prove del genere, a segnalarcelo, in modo da renderci possibile l’elaborazione di un’indagine simile, a cui già tempo abbiamo rivolto il pensiero.
Emilio Servadio