Roberto Assagioli: Psicanalisi e Psicosintesi (*).
Luce e Ombra 1931
Curioso tentativo, questo dell’Assagioli, di comporre e coordinare le varie tesi e tendenze che in tempi recenti hanno voluto dare una visione più approfondita dei fenomeni di coscienza e della vita psichica in genere. Tali tendenze si riassumono in alcuni nomi: Janet, Freud, Adler, Jung, Driesch, Baudoin, Myers con la Metapsichica. L’A, non segue alcuna di queste scuole in particolare; egli ci presenta anzitutto un suo schema della personalità umana, in cui vengono distinti: un subcosciente inferiore; un subcosciente medio; un subcosciente superiore o supercosciente; un campo della coscienza; un io cosciente; un io superiore, spirituale. Del subcosciente inferiore farebbero parte le attività psichiche elementari, che presiedono alla vita organica, gli istinti, molti «complessi psichici», i sogni di tipo inferiore, certe sensibilità anormali di tipo medianico; il subcosciente medio sarebbe formato da elementi psichici di natura simile a quelli della coscienza di veglia: gran parte del lavoro intellettuale e immaginativo di valore medio; dal subcosciente superiore proverrebbero le intuizioni e le ispirazioni superiori o geniali; la coscienza « è la parte della nostra personalità della quale siamo direttamente consapevoli»; l’io cosciente. il centro della coscienza, che ne percepisce i contenuti; l’io spirituale, infine, latente nella pluralità degli individui, sarebbe il vero io , il centro spirituale permanente.
Ammessa in sede didattica la legittimità di ogni schema, e riconosciuta a questo dell’A, un’aderenza non minore, ma neanche maggiore di quella di molti altri (ad es. il « poligono » del Grasset) alla vita psichica sperimentata empiricamente, non sembra molto chiaro il modo col quale l’A, intende servirsene per quello che è il suo scopo fondamentale: la cultura e la terapia psichica.
L’A, infatti pone le seguenti tappe o fasi del lavoro unificatore che il psicoterapeuta deve coadiuvare: conoscenza integrale della propria personalità; dominio degli elementi che la compongono; realizzazione di sé, o almeno creazione di un centro unificatore; formazione o ricostruzione della personalità intorno al nuovo centro (psicosintesi). Ora, non pare che si possa praticamente distinguere, p. es. (« dominio degli elementi » ecc.), l’esplorazione del subcosciente superiore da quella del subcosciente medio, o questa da quella del subcosciente inferiore. La prassi s’incaricherà, ne siamo certi, di ripristinare l’unità della vita psichica, negata in sede astratta, e presenterà sempre composti e inscindibili i suoi elementi. E’ già quasi impossibile (e l’A. lo sa meglio di noi) isolare la vita psichica subconscia (genericamente) da quella altrettanto genericamente cosciente; tanto più poi far corrispondere la pratica a un ulteriore schematismo teorico.
Emilio Servadio
(*) Istituto di Cultura e di Terapia psichica ed., Roma 1931, L. 2.