Gino Trespioli: Spiritismo moderno (*)
Luce e Ombra 1931.
Abbiamo letto con molta attenzione questo nuovo libro dell’avv. Trespioli, sperando di trovarvi qualcosa di più che nelle sue opere precedenti (« Biopsiche » e « Realtà del Mistero »). Purtroppo anche al presente volume, si potrebbe applicare la caustica frase di Rossini, a proposito di certa musica: « quel che vi è di nuovo non è bello, quel che vi è di bello non è nuovo ».
Nuovo: si sa bene quali sono i contributi recati dal T. e dal suo gruppo alle nostre ricerche: una visione del mondo filosoficamente infantile (cfr. « Biopsiche » ), assai più infantile di quella, p. es., di un presocratico; visione che rivela una sconoscenza pressoché incredibile dei problemi della filosofia moderna. E quanto ai fenomeni constatati e studiati nel campo propriamente metapsichico, peggio ancora: il T. è stato fuorviato dalla sua intensa partecipazione a sedute con medium di tipo «incarnazionistico», e vede ogni cosa da quell’angolo visuale, con un’invincibile tendenza a prendere per oro colato tutto quanto il subcosciente dei suoi soggetti può architettare; sino ad attribuire a grandi scomparsi frasi o versi che sanno di « pastiche » lontano un miglio. Questo punto è stato del resto già ampiamente discusso nelle nostre pagine, e l’ endecasillabo cosiddetto dantesco, ormai celebre:
Non arrangiare il verso alla questione, definito « magnifico. » dal T., rimarrà tra i più tipici esempi del genere. E perfettamente inutile, crediamo, riportare qualcuna delle svariate comunicazioni che il T. ha pubblicato in questo libro, tanto più che ci sembrerebbe di offendere la memoria, p. es., di Crookes (la cui opera, specie in questi ultimi mesi, è diventata il nostro pane quotidiano), attribuendogli anche solo a titolo d’ironia le frasi e i periodi che il T. inclina a riconoscere per suoi. E neppure ci soffermeremo sulle pagine dedicate alla « pineale », poiché quanto in esse è contenuto si può leggere nei trattati di medicina, e nessuna illustrazione ce ne viene riguardo al preteso impiego «sovranormale » di tale glandola. Quanto ai capitoli che il T. dedica a sostenere la validità delle ricerche psichiche, s’ intende che sulla tesi siamo d’accordo, ma… est modus in rebus!
(*)Ulrico Hoepli, ed., Milano, 1931, L. 16.