Fisica «transcausale» e ricerca psichica.
Luce e Ombra 1931
È il titolo di un interessante saggio teoretico del dr. Ernst Mannheimer, apparso nel n. 1 (gennaio) della « Zeitschrift für Parapsychologie ».
L’Autore si pone dapprima il problema gnoseologico: Esistono leggi assolute del pensiero? Il nostro modo di vedere il mondo, di pensare secondo la legge di causalità, condizionatamente alle categorie di spazio e di tempo, è il solo possibile? No certo: possiamo benissimo concepirne altri, e se l’insufficienza dell’empirismo non deve farci necessariamente sboccare nel contingentismo, occorre però ormai ammettere che « il nostro quadro del mondo, fondato sulla legge di causalità, non è unitario», che in particolare « lo scopo della fisica, di darci un complesso di regole senza eccezioni, attraverso il sistema da essa adoperato non è stato raggiunto ». E il processo ai risultati ottenuti con l’applicazione della metodologia empiristica vien proseguito dal Mannheimer con particolare riguardo alla psicologia e alla biologia: per ciò che riguardala psicologia, egli afferma, « l’unità dell’inquadramento è del tutto mancata…; è rimasto impossibile chiarire il processo dell’attività psichica e vitale secondo leggi meccanicistiche », cosicché la « stessa psicologia dovette dividersi secondo due direzioni: una speculativa e una sperimentale », e anche nella biologia si manifestarono, come è noto, due indirizzi: quello vitalistico e quello meccanicistico. Tali risultati pratici e teoretici, prosegue acutamente il Mannheimer, « hanno portato ora a questo: a rivoluzionare dalla base le nostre scienze naturali. La fisica atomica, in contrasto con quella macroscopica, ci ha messo dinnanzi a un microcosmo cui pertengono leggi diverse, e quando si è cominciato a volerle concretare, ci si è accorti che non si poteva riconoscere dietro di esse alcun meccanismo causale. La fisica dei quanti ha formulato le sue leggi, che non attestano più un mondo fenomenico strettamente causale, bensì una verosimiglianza infinitamente grande, una verosimiglianza statistica ». E le stesse scienze esatte sono state colpite nella loro unitarietà, dallo studio del l’infinitamente piccolo, il quale rivela « imprecisioni che non seguono alcuna legge »: un risorgere insomma dell’indeterminismo, in seno stesso alla materia più sottilmente indifferenziata.
« La nuova fisica », scrive il Mannheimer « interpreta sempre, ma non intende più spiegare ». La « verosimiglianza » è una causalità « fluttuante », di tendenza. In questa fisica «transcausale» tanto i metodi deduttivi quanto gli induttivi vengono respinti. Il fenomeno come tale porta in sé il suo diritto.
Che queste ultime risultanze della fisica abbiano importanza nei confronti delle ricerche psichiche è evidente. Queste ultime, per ciò che riguarda il metodo, si sono attenute alla fisica « causale », rivelatasi inadeguata. I fenomeni metapsichici, dal canto loro, manifestano lo svolgersi di processi « transcausali », e perciò sono apparsi per tanto tempo da respingersi al lume di posizioni strettamente causalistiche. Invece la fisica moderna non dovrebbe più stupirsi di fronte, per esempio, all’irripetibilità di certi fenomeni in analoghe condizioni. Non è, beninteso, che si neghi, qui come in fisica, ogni causalità (contingentismo): noi vediamo il nesso fra i fenomeni, ma non possiamo valutarlo esattamente. « Questa valutazione manca sempre di fronte ai fatti dello spirito; la vita dello spirito e tutti i suoi fenomeni hanno un’autonomia ».
Le ricerche psichiche, prosegue esemplificando il Mannheimer, ci offrono per esempio, « un modo di conoscenza, che appare transcausale di fronte alla vita della nostra coscienza » Tutta la metapsichica come scienza dello spirito, e perciò stesso, è transcausale.
« La metapsichica », conclude l’A., « non è giunta a formulare un suo linguaggio concettuale perché si è appoggiata alla fisica, cosicché i suoi tentativi di chiarificazione sono stati costretti sin dall’inizio, per analogia, a tenersi in una data direzione. Noi parliamo di radiazioni, di energia, di trasmissione di forza come in fisica, benché si tratti qui forse di un terreno per il quale non esiste ancora una terminologia utilizzabile. La fisica causale doveva essere in antagonismo con la metapsichica; quella transcausale non può più esserlo. E forse si mostra qui, attraverso l’unione di due indirizzi scientifici finora separati, una nuova via comune: forse la metapsichica sarà proprio la fisica dei fenomeni dello spirito ».
Emilio Servadio