La pigrizia
Le difficoltà quotidiane
Il Giornale dei Genitori, marzo 1962
Ai tipi di bambini che spesso destano serie preoccupazioni nei genitori e negli educatori, al bambino bugiardo, al bambino pauroso, di cui ho parlato negli articoli precedenti, si affianca oggi un altro bambino-problema: quello che non ha voglia di far niente, quello che preferisce di gran lunga i viali del parco pubblico alle aule scolastiche.
Può darsi che in qualche caso il bambino svogliato si adagi passivamente nel suo comportamento negativo e ozioso e sembri trarne piacere. Ma in molti altri casi troviamo, invece, che il bambino stesso non è per nulla soddisfatto del suo stato; e che, anche se si mostra noncurante degli zeri dei maestri e dei rimbrotti dei genitori, in realtà soffre di non essere come quei coetanei che gli vengono continuamente proposti a esempio. :
Perché – ci si chiede allora – seguita a fare lo scansafatiche? E’ proprio questo il problema. Molte volte, i genitori e i maestri non sembrano , neanche pensarci. Il bambino è pigro, è svogliato? Male, malissimo! E lo si punisce, si cerca con ogni mezzo di sospingerlo a fare come gli altri. Tal volta questi interventi, a chi consideri ‘le cose un po’ più in profondità, fanno la stessa impressione che si ricaverebbe vedendo frustare un cavallo zoppo, o esortare un balbuziente a far l’oratore.
E chi dice che in certi casi la pigrizia sia, se non una malattia vera e propria, un suo esponente o una sua conseguenza? Ricordo che un bambino fu considerato per lungo tempo come un pigrone, mentre si trattava di un caso piuttosto serio d’insufficienza tiroidea. In altri casi il bambino può avere un difetto dell’udito o della vista; e in altri ancora la sua svogliatezza può essere addirittura il segno premonitore di una malattia mentale.
In tutti questi casi, sarebbe stato necessario, in primo luogo, fare esaminare il bambino da un medico. Ed è facile immaginare quale impressione la scoperta della malattia avrà destato in coloro che avevano, magari per anni, ignorato la situazione, e trattato il bambino a suon di rimproveri, se non peggio! E’ necessario ricordare che i bambini, sino a una certa età, non riescono a prendere esatta conoscenza delle loro infermità, e a segnalarle da soli – come d’altronde non ci riescono eppure gli adulti. Qualche volta capita anche a un adulto di meravigliarsi della propria svogliatezza e di sforzarsi a lavorare – mentre è in corso di sviluppo un’influenza o una gastro-enterite!
Ma quando la pigrizia non ha una precisa causa organica e non si tratta, di un’infermità fisica ignota, che un esame medico, il più delle volte, rivelerebbe senza, difficoltà, si dovrebbe cercar di appurare le determinanti psichiche della pigrizia. E queste possono avere vari aspetti, e sollevare problemi diversi.
Per esempio: la svogliatezza improvvisa di un bambino può essere l’espressione d’una ribellione inconscia contro una situazione o contro determinate persone. Una bambina di mia conoscenza, che aveva sempre riportato buoni voti in aritmetica, cominciò a disinteressarsi di questo studio, e a dire di non capirci nulla, perché la nuova maestra le era decisamente antipatica. In un altro caso, si trattava di un maschietto, che divenne improvvisamente pigro e svogliato in seguito alla nascita un fratellino. Sino a quel momento i suoi genitori si erano vivamente interessati ai suoi studi, e alla sua attività anche extra-scolastica. Le cure del nuovo arrivato avevano assorbito in parte la loro attenzione. E il primogenito, consapevolmente, aveva attuato una specie di… sciopero generale di protesta!
Ci sono però anche casi nei quali pigrizia del bambino non si manifesta improvvisamente, ma è, per così dire, un modo di essere. Quando ci troviamo innanzi a bambini di questo tipo – e qualora si possa escludere una causa organica della loro svogliatezza – ci sarà sempre una situazione di base che impedisce loro di porre nello studio e nell’attività costruttiva una parte adeguata delle loro energie. Il più delle volte, si tratta di condizioni sfavorevoli dell’ambiente famigliare. Un bambino, per esempio, può sentirsi tanto inferiore a un suo fratello o a una sua sorella, considerati eccezionalmente «brillanti», da rinunziare in blocco a quella ch’egli sente come una gara senza speranza. Oppure può trattarsi di bambini i cui sforzi non vengono in alcun modo riconosciuti, perche i genitori si attendono da loro, come cosa ovvia, risultati eccellenti, e non mostrano di comprendere che il «sei» d’un bambino vale, in proporzione, quanto l’« otto » o il « nove » di un altro. Abbiamo poi casi in cui la pigrizia fondamentale del bambino è un vero e proprio sintomo nevrotico. Questi bambini sono spesso degli arretrati, non già per quel che riguarda l’intelligenza, bensì nei loro affetti e nelle loro emozioni; come si desume spesso dall’interesse che portano a cose e soddisfazioni che sarebbero normali se avessero un’altra età: eccessivo bisogno di dormire, smodato amore per dolciumi, attrazione persistente verso giochi o svaghi molto infantili, ecc. In altri ancora, infine, i conflitti inconsci non risolti assorbono tanta parte delle loro energie psichiche da renderli pressoché incapaci di occuparsi coscientemente d’altro. Questo, fenomeno, del resto, si osserva anche in molti nevrotici adulti ed è paragonabile a quanto può accadere a un imprenditore che investa tutti, o quasi, i suoi capitali in affari improduttivi, e non disponga più del minimo necessario per le sue esigenze quotidiane.
Questi casi più seri sono, beninteso, di pertinenza dello psicologo, e possono essere, se necessario, sottoposti all’attenzione e alle cure di specialisti. Ma, anche nella situazione più ovvia e familiare del « bambino pigro », trovo che è necessario, a un certo punto, rinunciare alle ripetute o inefficaci esortazioni, e proporsi quel tale « perché? » di cui scrivevo poco fa. La qual cosa – il vedere cioè un problema come tale anzichè ignorarne l’esistenza – è poi sempre il primo passo verso la sua soluzione.
Emilio Servadio