Cinquant’anni di psicoanalisi
Conferenza tenuta alla radio, per la «Univeisità internazionale Guglielmo Marconi », il 9 ottobre 1950.
Psiche, Anno III, n° 14-15-16, luglio-dicembre 1950
Sebbene le fondamenta dell’edificio psicoanalitico siano state poste intorno ai 1890 – negli anni, cioè, in cui Freud e Breuer effettuarono le ormai storiche applicazioni di una nuova tecnica, il «metodo catartico », allo studio e alla cura della nevrosi isterica – tuttavia la svolta decisiva della psicoanalisi teorica e pratica avviene nel 1900, con la pubblicazione della monumentale opera di Freud sull’interpretazione dei sogni. Non è dunque errato dire che la psicoanalisi ha mezzo secolo di vita, e non è fuori luogo cercar di indicare per sommi capi il cammino che essa ha compiuto, e la sua attuale posizione nel mondo e nella cultura.
Le scoperte di Freud sull’inconscio psichico, sui relativi conflitti, e sulla funzione di questi ultimi nella genesi delle nevrosi e in tutta l’attività psichica anche normale, attirarono solo verso il 1907 l’attenzione di alcuni studiosi fuor dei confini. dell’Austria. Sono di quell’anno i primi contatti di Freud con gli psichiatri svizzeri Bleuler e Jung; è del 1908 la prima riunione internazionale a Salisburgo. Il 1910 è un’altra data storica: in quell’anno, infatti, a Norimberga, si tenne un secondo e più vasto Congresso con la partecipazione di studiosi di varie Nazioni; e fu fondata l’Associazione Psicoanalitica Internazionale, che ancor oggi organizza e controlla l’attività degli psicoanalisti di tutto il mondo.
Dopo la comparsa di altri classici lavori di Freud, che veniva unanimemente riconosciuto come il più degno capo-scuola (ricorderemo «Totem e Tabù », «Introduzione alla psicoanalisi », « Psicologia delle masse» ecc.), la psicoanalisi era ormai affermata. Le « scuole dissidenti» di Adler, Jung, Stekel, malgrado i loro indiscutibili meriti, apparivano sempre più quali rivoli adiacenti della grande corrente freudiana. Nel 1929 Thomas Mann, premio Nobel per la letteratura, dedicava un saggio magistrale al pensiero di Sigmund Freud. La Società Reale inglese nominò Freud suo Membro d’onore – distinzione tra le più rare che quell’eletto corpo di scienziati abbia mai concesso a uno straniero. Nel forzato esilio di Londra, dove le persecuzioni naziste l’avevano costretto, Freud chiudeva la sua lunga vita il 23 settembre 1939, ed entrava nell’immortalità.
Intanto, i Congressi Internazionali di psicoanalisi si seguivano regolarmente ogni due anni salvo le interruzioni dovute agli eventi bellici; il numero degli studiosi continuamente cresceva; le riviste si moltiplicavano; gli apporti dei singoli psicoanalisti allo sviluppo e al perfezionamento della teoria e della tecnica diventavano sempre più importanti. Sin dai suoi primi anni di vita lo strumento psicoanalitico si dimostrò prezioso non soltanto per lo studio e il trattamento di molti disturbi psichici, ma per la miglior comprensione e per il progresso dei più diversi indirizzi e campi di attività umana. Pedagogia, demopsicologia, letteratura, storia delle religioni, biografia, etnologia, storia, criminologia. sociologia… tutti questi, e vari altri settori dello scibile, hanno avuto, in grado maggiore o minore, il contributo della psicoanalisi, ed alcuni ne sono stati profondamente modificati nei metodi e nella portata.
Da un punto di vista più interiore, la psicoanalisi ha avuto vari sviluppi sia teorici, sia tecnici. Una prima fase storica della psicoanalisi teoretica è contrassegnata dallo sviluppo della teoria della libido, cioè dell’espressione dinamica degli istinti erotici.
Appartengono a questo primo periodo le formulazioni relative alla differenza tra sessualità infantile e sessualità adulta, alle varie tappe e vicende della sessualità infantile, al «complesso edipico », e, soprattutto, ai meccanismi di fissazione, spostamento ed accumulo dell’energia psichica, che in tale epoca s’identificava con la libido. Di particolare importanza sono la scoperta della rimozione, per cui certi contenuti psichici sgraditi vengono trattenuti nell’inconscio, e quella del valore delle fantasie e delle loro vicissitudini – valore che si rivelò spesso superiore a quello degli eventi reali, e scarsamente influenzabile da parte di questi ultimi. Pure di tale periodo è la scoperta del transfert, ossia della inconsapevole trasposizione su altre persone, nella vita adulta quotidiana, e specialmente nella situazione analitica e sull’analista, di atteggiamenti e moti affettivi che in altri tempi erano stati in realtà diretti verso persone del cerchio familiare.
In seguito la psicoanalisi rivolse maggiore attenzione ai problemi dell’Io, ai cosiddetto «narcisismo » (primario e secondario), alla formazione dell’ « ideale dell’Io» e agli scambi tra libido narcisistica e libido oggettuale. In questo periodo appaiono le prime importanti applicazioni della psicoanalisi alla psicologia collettiva e alla sociologia.
I successivi sviluppi della dottrina press’a poco verso il 1930 riguardarono soprattutto quelle che Freud chiamò le « istanze » dell’individualità psichica globale, la loro genesi ed i loro reciproci rapporti. Vennero differenziate nell’apparato psichico una parte impersonale, totalmente inconscia ed irrazionale: l’Es; una parte avente funzioni di controllo e di censura, formatasi principalmente attraverso l’internalizzazione psichica delle figure dei genitori: il Super-Io; e furono ulteriormente approfonditi gli studi sull’Io e sui suoi vari ed inconsci meccanismi di protezione e di difesa nei riguardi della realtà e delle altre due istanze psichiche. Pure in questo periodo s’inizia lo studio sistematico delle componenti aggressive dell’Es.
L’ultimo periodo, infine, che giunge sino ai nostri giorni, è contrassegnato da un’indagine ex novo, quanto mai sistematica e precisa, della vita istintiva nella prima infanzia e dei processi psichici estremamente primitivi che la contraddistinguono. Appare ormai evidente, specie dopo le investigazioni della « scuola inglese » di psicoanalisi, che istinti sessuali e istinti aggressivi sono inestricabilmente connessi fin dall’inizio della vita: che, di conseguenza, i primi rapporti oggettuali sono contrassegnati da conflitti, spesso gravissimi, fra istinti opposti; che l’internalizzazione dei primi oggetti, e il grado maggiore o minore della relativa armonia internamente raggiunta, sono decisivi per il successivo sviluppo psichico; che in quella tenera età si generano i primi sentimenti inconsci di colpevolezza, e i meccanismi con cui si cerca di fronteggiarli; che, infine, i rapporti oggettuali dell’individuo adulto, nelle loro più svariate manifestazioni introiettive e proiettive, possono interpretarsi alla luce di tali eventi infantili basilari.
La tecnica psicoanalitica ha essa pure subito, in questo cinquantennio, importanti trasformazioni e perfezionamenti.
Freud, come è noto, cominciò con l’adoperare, nel trattamento delle psiconevrosi, le tecniche ipnotiche apprese in Francia da Charcot e da Bernheim. – non già, tuttavia, per far «arretrare» i sintomi, ma per vincere le resistenze inconsce del paziente e favorire l’afflusso dei ricordi, provocando, quelle che furono chiamate, volta a volta, «catarsi ». ed «abreazione» rispetto ai contenuti psichici rimossi. Dopo un breve periodo in cui venne sostituita all’ipnosi, con i medesimi scopi, la suggestione allo stato di veglia, Freud. adottò il metodo delle «libere associazioni », che ancor, oggi, ha il suo valore, e per cui l’analizzando viene invitato a riferire,, senza controllo di alcuna specie, tutto ciò che gli viene alla mente, in una continua catena di idee, ricordi e fantasie. La scoperta del transfert consentì una sua sistematica utilizzazione tecnica, mediante interpretazioni « attualizzate » del materiale inconscio che l’analizzando, nei suoi rapporti con, l’analista, inconsciamente riagitava. La trasformazione graduale di queste riattivazioni, e del transfert, in ricordo, venne a costituire una delle leve più potenti del trattamento psicoanalitico.
Introducendo lo sfruttamento tecnico, del transfert, la psicoanalisi aveva già rivolto maggior attenzione, che non per il passato, ai problemi attuali, o attualizzati dell’analizzando. Tale spostamento d’accento si è fatto ancor più sentire in tempi recenti, e al giorno d’oggi l’atteggiamento e, il comportamento del paziente nei riguardi del suo ambiente e dei suoi quotidiani problemi di vita, assumono altrettanta importanza, nell’analisi pratica e terapeutica, quanto l’affievolimento delle resistenze e la comparsa alla coscienza degli eventi psichici rimossi. Sono da segnalare, su questo punto, gli importanti contributi tecnici e teorici recati da vari psicoanalisti americani.
La straordinaria fecondità della psicoanalisi, e la svolta decisiva, ch’essa segna nel pensiero moderno, sono dimostrati non soltanto dal continuo aumento dei suoi cultori in tutti i Paesi civili; non soltanto dai suoi grandi progressi teoretici e tecnici; non soltanto dalle opere scientifiche che in numero sempre maggiore vedono la luce; ma anche, e forse soprattutto, dai movimenti, indirizzi, scuole e tecniche, scaturite, quali filiazioni, ramificazioni o sottoprodotti, dalla psicoanalisi freudiana, e che in nessun modo esisterebbero senza di essa. Ciò è tanto più notevole, in quanto taluni seguaci di questa o quella moderna tendenza appaiono dimenticare, magari in buona fede, quanto implicitamente debbono alla psicoanalisi, e spesso non sembrano neppure riconoscerne l’esistenza. Dovrebb’ essere invece pacificamente ammesso che la Psicoanalisi è il tronco, o la radice, da cui discendono tutti i presunti « nuovi » sistemi psicodiagnostici e psicoterapici: dalla narcoanalisi alla psicoterapia di gruppo, dalla medicina psicosomatica allo psicodramma di Moreno; dalla rinnovata ipnoterapia alla « realizzazione simbolica», dal « training autogeno» di Schultz alla «psicologia complessa» I consultori psicodagogici, le cliniche chi’ rieducazione psichica, i più moderni istituti e sanatori in cui si trattano psiconevrotici e « casi marginali », fanno anch’essi – per lo meno nei Paesi più aggiornati – tesoro del patrimonio di conoscenze e di tecnica che la psicoanalisi ha per prima scoperto ed utilizzato.
Ed è quasi superfluo, infine, ricordare quanto la psicoanalisi abbia via via permeato di sé le più varie attività umane, educative, creative, artistiche: insegnamento, teatro, romanzo, poesia, cinema moderni sono spesso esempi palesi di questa influenza, persino in quei casi (e non sono rari) in cui nell’opera o nella manifestazione singola non si trovi, un solo termine psicoanalitico, o non si faccia il più lontano accenno alla psicoanalisi.
Cinquant’anni sono pochi, nella storia di una, dottrina o di una scienza; tale periodo sembra ancora più breve nel caso in cui il cinquantennio coincida con tutta la storia. Ebbene, si può dire che mai, forse, a memoria d’uomo, una scoperta scientifica è stata così fertile, ha avuto tante applicazioni, ha tanto trasformato il nostro modo di vedere l’umanità ed il mondo, quanto quella di un nuovo continente dello spirito, effettuata, sugli albori del nuovo secolo, dal genio di Sigmund Freud.