Oltre i cinque sensi: dallo spiritismo alla parapsicologia
Conferenza tenuta ai Lions Club di Livorno II 1° ottobre 1968
« Argomenti », 9 novembre 1968
Nella prima decade di settembre dell’anno in corso, sono state tenute in Europa – una a Friburgo in Germania e una a Saint-Paul-de-Vence in Francia – due conferenze internazionali di parapsicologia. Queste conferenze si sono svolte a un altissimo livello scientifico, e a esse hanno preso parte studiosi insigni di vari Paesi. Questo semplice fatto basta a mostrare che la parapsicologia – ossia lo studio sistematico dei cosiddetti fenomeni psichici «paranormali» – si è ormai largamente affrancata dalla sua nebulosa originaria (superstizione, spiritismo, occultismo, ecc.), ed è diventata un settore rispettabile e responsabile del sapere.
Di tutti i tempi, i cosiddetti fenomeni paranormali o extranormali hanno occupato e preoccupato lo spirito umano.
Ne troviamo traccia nella più remota antichità. Nella Bibbia viene fatta menzione di sogni premonitori, di profezie, di evocazioni, perfino di fenomeni di tipo medianico. Della Grecia antica basterebbe ricordare le Sibille, e i numerosi templi a cui si recavano i devoti nella speranza di avere da un dio sogni che risolvessero i loro problemi o che anticipassero il loro avvenire.
Alcuni scrittori della Roma classica – tra cui Cicerone – narrano casi di sogni che oggi chiameremmo telepatici, episodi premonitori, e – anch’essi – riportano manifestazioni di tipo medianico.
Sullo sfondo del Medioevo campeggia la fenomenologia di una mistica considerata talvolta naturale, talvolta divina e talora diabolica. Fenomeni paranormali, che per molti erano addirittura soprannaturali, venivano attribuiti, come si sa, tanto a mistici e santi cristiani, quanto a streghe o a « posseduti » dal demonio.
Veniamo al secolo passato. Tra il Settecento e l’Ottocento, gode per un certo tempo in Europa immensa popolarità una interessante figura di medico e filosofo, quella di Federico Antonio Mesmer. Fu costui il fondatore di quel movimento che prese il nome di « mesmerismo » e, più comunemente, di « magnetismo animale ». Mesmer e i suoi seguaci ritenevano che dall’organismo umano, e particolarmente dalle mani e dalle dita, potesse sprigionarsi un misterioso « fluido », e che tale sprigionamento potesse scatenare processi di guarigione. Non è peraltro del « fluido magnetico », molte volte affermato e mai dimostrato, che intendo parlare, bensì di alcuni strani fenomeni che già i primi seguaci di Mesmer incontrarono nella loro sperimentazione. Certi loro soggetti, immersi in uno speciale tipo di sonno, chiamato « sonno magnetico» o « sonnambulismo provocato », mostravano di quando in quando di conoscere cose di cui non avrebbero assolutamente potuto avere nozione per vie normali, e che talvolta erano totalmente ignote anche allo stesso « magnetizzatore ». Su questo particolare aspetto del « magnetismo animale » esiste, mi preme dirlo, un’ampia letteratura. Potremmo dire che i fenomeni accertati da quei magnetizzatori erano anticipazioni di quei casi di telepatia o di chiaroveggenza che furono poi, sul finire del secolo scorso, sistematicamente investigati da indagatori appassionati e da società sorte a tale preciso scopo.
Tra gli enti più importanti di questo tipo figura indubbiamente in primo luogo la Society for Psychical Research, fondata a Londra nel 1882. Tale Società esiste ancora, e la si deve considerare altamente benemerita per le numerosissime sperimentazioni, inchieste, indagini, pubblicazioni che hanno avuto luogo per sua iniziativa. Su tale esempio, sorsero poi altri aggruppamenti analoghi in tutto il mondo: la Società americana di ricerche psichiche, l’Istituto metapsichico internazionale di Parigi, e molte altre. In Italia, fu fondata nel 1937 ad opera di quattro studiosi, di cui chi vi parla è il solo superstite, la Società italiana di metapsichica, che in tempi recenti ha preso il nome di Società italiana di parapsicologia.
Specialmente i primi tra questi sodalizi sorsero con la speranza di poter meglio capire e inquadrare, in primo luogo, molti fenomeni – veri o presunti che fossero – i quali sembravano aver luogo nelle cosiddette sedute medianiche o spiritiche. Giova quindi accennare qui al movimento detto « spiritismo », che ebbe inizio intorno alla metà del secolo scorso negli Stati Uniti d’America, dilagò rapidamente in tutto il mondo, e anche oggi ha milioni di seguaci nei cinque continenti.
Lo stesso termine « spiritismo » ha, come appare ovvio, una sua speciale connotazione, perché introduce implicitamente il concetto di un dialogo o di un rapporto con gli « spiriti ». Il fatto è che all’inizio questa interpretazione, questo modo particolare di considerare certi fenomeni, apparve a molti quasi inevitabile se non addirittura del tutto plausibile.
Molti hanno sentito parlare delle due giovani sorelle Fox, dalle quali prese origine il movimento spiritico. Queste due ragazzine dicevano che nella piccola città in cui abitavano, era stato loro possibile mettersi in comunicazione con lo « spirito » di una persona che aveva abitato nella loro casa, e che era defunta, per mezzo di colpi battuti nelle pareti della casa stessa. Subito dopo, qualcuno ebbe l’idea di creare un alfabeto rudimentale per queste supposte comunicazioni, e di far battere i colpi anzidetti dalle gambe di un tavolino. Cominciò, così, la « moda » dei tavolini semoventi, che dilagò ben presto in America, in Europa, e praticamente in tutto il mondo.
E’ di quell’epoca la coniazione del termine « medium »: termine il quale voleva dire « tramite », « ponte », tra il mondo dei vivi e il presunto mondo dei defunti, o disincarnati, o spiriti. Deriva da qui, superfluo dirlo, il termine di « fenomeni medianici ».
Ma c’erano poi questi fenomeni? Alcuni, probabilmente, no. Le condizioni in cui essi pareva avvenissero non erano certamente quelle ideali per osservazioni valide dal punto di vista scientifico. Tutti sappiamo più o meno come si svolgeva, e come tuttora spesso si svolge, una tradizionale seduta medianica. C’è una stanza, spesso buia, qualche volta appena illuminata da una tenue luce rossa. Il controllo del soggetto o « medium » è scarso o nullo. Come si può pensare che osservati in tal modo, certi fenomeni, sorprendenti, aberranti rispetto a quelli consueti, e insomma extranormali, se non proprio soprannaturali, potessero avere una qualsiasi attendibilità? Era veramente pretendere troppo, quando si reclamava che la scienza, la scienza positiva di allora, li riconoscesse e li avallasse. E difatti, la moderna ricerca psichica, o parapsicologica, è sorta poco a poco vagliando e buttando per buona parte a mare molti di quei presunti fenomeni, e introducendo, per contro, nell’accertamento di altri, criteri sempre stringenti e serrati di verifica e di controllo. Oggi, con i moderni sistemi elettrici, e con la possibilità di fotografare e di cinematografare nella più completa oscurità mediante gli infrarossi, i controlli, se si è in grado di applicarli, sono molto più efficaci che non 50 o 80 anni or sono. E’ probabilmente questa una delle ragioni per cui certi supposti, « grandi » fenomeni del passato, oggi non si vedono praticamente più. Ne rimane tuttavia ovviamente un numero ineliminabile, perché se così non fosse, la parapsicologia non avrebbe ragione di esistere. E rimane, praticamente inesplorato, l’enigma dei soggetti con il cui concorso i fenomeni stessi sembrano prodursi, sia che si voglia chiamarli all’antica «medium», sia che – con denominazione più moderna – si voglia chiamarli soggetti parapsicologici, « sensitivi », o in altro modo. Di questi soggetti non si può dire davvero che si tratti necessariamente di casi patologici, bensì bene spesso di individui psicologicamente alquanto labili, ossia inclini ad una certa dissociabilità psichica. Essi hanno, talvolta, pronunciati tratti di nevrosi, ma non si può dire in nessun caso che, per definizione, si tratti di malati. In sostanza, ripetiamo, l’enigma della medianità rimane nella sua interezza, anche perché può darsi, dopo tutto, che una qualche sia pur lieve disposizione parapsicologica l’abbiano un po’ tutti quanti, e che i « grandi » soggetti sensitivi o medianici costituiscano qualcosa di simile ai grandi musicisti o ai grandi delinquenti: che presentino cioè, in grado estremamente elevato, doti o tratti che la pluralità delle persone presenta in modo scarso o minimo.
Anche nel periodo dello spiritismo più acceso, era chiaro a tutti che i fenomeni paranormali non erano necessariamente legati alla seduta medianica o alle interpretazioni spiritiche, ma potevano rivelarsi in sé e per sé come costitutivi di un assieme fenomenico che è l’oggetto di una disciplina generale chiamata volta a volta «ricerca psichica», « metapsichica », e da ultimo, «parapsicologia». Sin dall’inizio, i fenomeni in questione sono stati divisi, sia pure approssimativamente, in due categorie: fenomeni di carattere fisico e fenomeni di carattere mentale. Tra i primi, vi sono quelli che sembrano a prima vista sfidare le leggi fisiche conosciute. Noi sappiamo per esempio che, normalmente, un oggetto solido non può sollevarsi per aria se non sotto certe condizioni: cosicché se vediamo un tavolo, un libro, un bicchiere, o anche un fiammifero, alzarsi da terra senza che nessuno lo tocchi, e senza che fili più o meno trasparenti siano in causa, dovremo in prima approssimazione pensare che si tratti di un fenomeno paranormale di carattere fisico, ossia di un fenomeno « parafisico ». Nell’epoca dei grandi medium (secolo passato, primi decenni di questo), erano abbastanza frequenti, nel corso di sedute medianiche, i sollevamenti in aria, o « levitazioni », del tavolino medianico, di oggetti presenti nelle stanze delle sedute, o del medium stesso. Questi fenomeni furono chiamati anche, con termine un po’ più ricercato, fenomeni di « telecinési » dal greco « movimento a distanza ». Si è parlato anche di « ectoplasmi », ossia della fuoruscita dal corpo del medium di una misteriosa forza o sostanza capace di assumere sembianze di persone umane o di loro aspetti parziali; di « apporti », ossia dell’introduzione improvvisa, per vie sconosciute, in un determinato ambiente, di oggetti che prima non c’erano; e infine, ma questa volta al di fuori delle vere e proprie sedute medianiche, dei fenomeni cosiddetti di « infestazione ».
Vale la pena di soffermarsi un momento su questi ultimi, perché essi sono anteriori al periodo spiritico, e perché compaiono di quando in quando in circostanze analoghe un po’ in tutto il mondo. Capita ogni tanto di leggere nei giornali che in un cascinale del Piemonte, o in una casa isolata del palermitano, avvengono fenomeni assai strani, come l’improvviso staccarsi di oggetti dal muro, il trasporto altrettanto improvviso di altri oggetti da una stanza all’altra, cadute in orti o cortili di piogge di pietre che non si sa da dove vengano, e via discorrendo. Questi fenomeni sono sembrati tradizionalmente dovuti a qualche sorta di spiriti burloni, e il termine tedesco spesso adoperato per definirli è quello di Poltergeist, che in tedesco vuol dire appunto « spirito chiassone ». E’ stato notato in tempi recenti che i fenomeni del genere sembrano avvenire con il concorso, evidentemente involontario, di un ragazzino o di una ragazzina che si trovano nell’ambiente, e che sono in piena crisi puberale. E’ stata così stabilita una certa correlazione tra le manifestazioni, e la situazione anzidetta di persone giovanissime. Si direbbe – ma si tratta naturalmente di ipotesi – che certi moti dell’animo, che certi conflitti inconsci del ragazzino o della ragazzina, i quali si trovano in un periodo particolarmente critico della propria vita psichica, fisiologica, sessuale, possano trovare una loro eccezionale espressione nei fenomeni anzidetti. Ma sul Poltergeist, e sui fenomeni di infestazione in generale, esistono numerosissimi studi anche recenti, e in modo particolare un’opera di un insigne studioso inglese, il dott. A.R.G. Owen, che esaurisce praticamente l’argomento.
Debbo di necessità sorvolare sui fenomeni parapsicologici di carattere fisico, non soltanto per ragioni di tempo, ma soprattutto per il fatto che la odierna parapsicologia a carattere scientifico li ha considerati in genere molto criticamente, e si è soprattutto rivolta, invece, ai fenomeni di carattere mentale, cioè a quei fenomeni che, in un modo o nell’altro, presuppongono la possibilità di una conoscenza al di fuori dei sensi empirici e delle vie normali.
Tale conoscenza extranormale o extra sensoriale può manifestarsi in varie forme, ossia in quelle che anche tradizionalmente sono state chiamate rispettivamente telepatia, chiaroveggenza, precognizione, ecc. Mi soffermerò molto brevemente su ognuna di esse.
Nel campo del paranormale, il fenomeno più noto e meglio accertato è sicuramente quello della telepatia. Il paradigma è noto: una persona improvvisamente si sveglia di notte avendo avuto l’improvvisa visione di un parente che vive lontano e di cui non ha notizia, e che appare vittima di un gravissimo incidente, o in procinto di morire. Dopo un tempo più o meno lungo, giunge un messaggio il quale conferma ora, luogo e circostanze della « percezione telepatica», sperimentata dal soggetto.
Casi di questo genere sono stati verificati un tal numero di volte, e con tale precisione, che non è francamente più lecito dubitarne. Esistono, al riguardo, raccolte voluminose e ben documentate. D’altronde, ben presto gli studiosi vollero vedere se quel tipo di fenomeni non potesse prodursi sperimentalmente, ed anche in tale senso si sono succedute, da molti decenni a questa parte, migliaia e decine di migliaia di prove sperimentali. Naturalmente la sperimentazione ha il vantaggio di stabilire le condizioni dell’esperienza, di studiare i soggetti, di prendere ogni precauzione, di tener conto di tutte le cosiddette « variabili indipendenti »…: insomma, di procedere per via rigorosamente scientifica. A questo riguardo, basterebbe menzionare l’imponente lavoro sperimentale condotto per alcuni decenni e fino alla sua morte, avvenuta pochi anni or sono, dall’ingegnere R. Warcollier, studioso francese ben noto a tutti i moderni parapsicologi.
Accanto alla telepatia, la chiaroveggenza. Questa non presuppone la comunicazione a distanza, per vie extra sensoriali, di due o più persone – come nel caso della telepatia – bensì una conoscenza extra sensoriale diretta da soggetto a oggetto: per esempio, la conoscenza paranormale di un oggetto sepolto profondamente, da tempo immemorabile, in un terreno, e la cui esistenza, sino a quel momento, era a tutti ignota.
Un’altra forma di conoscenza extra sensoriale è quella che viene impropriamente chiamata « psicometria ». Il soggetto «psicometra» prende contatto con un oggetto qualsiasi, appartenuto a una persona a lui completamente ignota, o che si sia trovato per un certo tempo in un certo ambiente; e attraverso tale contatto descrive, spesso con una ricchezza straordinaria di particolari, la persona a cui l’oggetto appartiene o ha appartenuto, le circostanze del rapporto fra la persona e l’oggetto, l’ambiente in cui l’oggetto si è trovato, e via discorrendo. Gli esperimenti di «psicometria» hanno spesso un carattere affascinante e spettacolare, e sono perciò, in un certo senso, assai popolari anche se a tal riguardo sia necessario procedere, se si vuol fare della investigazione scientifica, con tutte le cautele e i controlli del caso.
Abbiamo infine i fenomeni di anticipazione nei riguardi del futuro, i cosiddetti sogni premonitori, le precognizioni. Questo è un argomento estremamente arduo ad affrontare, anche perché la precognizione, se verificata, implica ovviamente una nostra rivalutazione del concetto di tempo, di quello di libertà umana, e in genere del cosiddetto destino o fatalità. Tuttavia è bene avvertire che in base a una quantità, ancora una volta grandissima, di osservazioni, si è oggi generalmente inclini ad ammettere che il fenomeno della precognizione, nelle sue varie forme (sogno, visione, profezia, ecc.), esiste, anche se non riusciamo a spiegarlo.
Probabilmente a cavallo tra i fenomeni paranormali di carattere psichico e quelli parafisici troviamo la « radioestesia ». E’ tuttora assai controverso se i radiestesisti (che un tempo si chiamavano «rabdomanti») percepiscano realtà nascoste (per es. correnti d’acqua sotterranee od oggetti nascosti nel suolo) per vie mentali extra sensoriali, oppure se essi abbiano una sensibilità particolare, fisiologica, organica, a speciali forme, ignote alla scienza, di radiazioni od influssi che emanano dall’acqua o da altri oggetti, e che fanno reagire il loro sistema neuro-muscolare, causando movimenti involontari che si trasmettono ai loro strumenti (bacchetta del rabdomante e, più modernamente, pendolo del radiestesista). La questione è ancora sub iudice, e non è certo questa la sede adatta per cercare di risolverla.
Da non molto più di trent’anni a questa parte, la sperimentazione in parapsicologia ha preso aspetti molto più decisi e più scientifici, soprattutto per merito di due grandi indirizzi di studio.
Uno è il cosiddetto avvicinamento statistico-quantitativo ai problemi della percezione extra sensoriale. Ciò si deve specialmente alla scuola degli studiosi statunitensi capitanati dal Prof. J. B. Rhine, il quale ha diretto per molti anni il Laboratorio di parapsicologia della Duke University a Durham nella Carolina del Nord (Stati Uniti). Il Prof. Rhine, con i suoi collaboratori, è partito in un modo molto semplice: ha adottato speciali mazzi di carte composti di gruppi di cinque carte uguali, aventi cinque simboli distribuiti così cinque volte nell’intero mazzo. Tali simboli sono un circolo, un quadrato, una stella, un’onda (ossia delle linee ondulate parallele), e una croce.
Se un soggetto fa passare una dopo l’altra le carte di questo mazzo, via via guardandole, mentre un altro soggetto, ovviamente schermato come si conviene, dice, carta per carta, uno dei simboli a seconda di ciò che gli viene in mente, è chiaro che il semplice calcolo delle probabilità dà cinque risultati validi su 25, ovvero 1 su 5. Ma se in un numero molto alto di passate di carte (50, 100, 200 o più serie di 25) si vede che la media aumenta, e che, invece di 5 su 25, essa sale a 9, 11, 14 o più su 25, non si potrà non chiedersi perché la probabilità viene sempre ecceduta in questo modo. In prima approssimazione, si dovrà pensare all’intervento di un mezzo di conoscenza che non segue le vie comuni dei sensi, e cioè a una percezione di tipo extra sensoriale.
Questo è stato il profilo delle ricerche che Rhine e la sua scuola hanno perseguito per molti anni, naturalmente variando le condizioni e i controlli in tutti i modi possibili: sperimentando su vecchi e bambini, su persone super-intelligenti o sottodotate, su sani e malati, su nevrotici e normali, adoprando sostanze eccitanti o deprimenti, e via discorrendo. Dal 1930 circa in poi, tanto nel Laboratorio di Rhine quanto in laboratori consimili sparsi un po’ in tutto il mondo, sono state fatte centinaia di migliaia di esperienze di questo tipo, e un calcolo approssimativo mostra che l’eccedenza contro il caso è di molti miliardi contro 1, cosicché si è raggiunta quella che si può chiamare certezza morale, se non certezza matematica. Esiste, insomma, ormai dimostrabile, in tutta l’umanità, anche se sembra prevalere in particolari soggetti, una facoltà detta di « percezione extra sensoriale », o in modo abbreviato E.S.P. (in inglese, extra sensory perception).
Gli sperimentatori americani, e coloro che ne hanno seguito le orme, hanno esteso lo stesso tipo di avvicinamento al campo dei fenomeni, già menzionati, un tempo chiamati « telecinetici », cioè alla influenza presunta della mente umana sulla materia inerte, e in particolare su oggetti in movimento. Anche in questo caso Rhine e la sua scuola si sono serviti di mezzi semplicissimi: dadi da giuoco con le 6 facce regolamentari. La premessa era questa: si doveva cercare di « influenzare » la caduta di questi dadi mediante la volontà, il desiderio, il pensiero, ossia mirare, solo e semplicemente a mezzo della volontà, a che apparisse più frequentemente una faccia che non un’altra (ad esempio il sei, o l’uno, a seconda dei casi). Ed anche in questo secondo tipo di esperienze, le tabelle hanno dato, a lungo andare, risultati che sarebbero sembrati a priori incredibili, ma di cui non c’è che prendere atto. Anche qui, decine e centinaia di migliaia di esperimenti, con tutte le variazioni tecniche possibili e immaginabili, e con eliminazione finale di qualsiasi manipolazione umana, hanno dimostrato che il semplice caso non può bastare a spiegare le notevolissime « eccedenze » dei risultati. Oggi si può dunque dire che la realtà di quello che è stato chiamato l’« effetto » psicocinetico è altrettanto dimostrata quanto quella della percezione extra sensoriale. Certo, a molti amatori o «nostalgici» del sensazionale e del grandioso potrà sembrare piuttosto spiacevole che la parapsicologia odierna si fondi, anche se non totalmente, su un tipo di esperimenti tanto semplificati, e che a qualcuno potrebbero sembrare addirittura meschini. Sta di fatto però che a questi livelli qualche cosa è stato accertato in modo incontrovertibile e – ciò che è anche importante sottolineare – in guisa tale che i risultati possono, alla lunga, essere confermati da qualsiasi studioso e in qualsiasi laboratorio. Questo naturalmente non si poteva fare per i « grandi » fenomeni della medianità, la qual cosa ha non poco contribuito a creare al riguardo appunti e critiche pressoché inoppugnabili.
Una seconda serie di contributi moderni alla parapsicologia è venuta dalla psicoanalisi. Come si sa, la psicoanalisi non è soltanto un metodo terapeutico di trattamento delle psiconevrosi e dei disturbi del carattere, ma è anche una psicologia delle profondità e una teoria psicologica generale. La psicoanalisi ha potuto precisare certe leggi generali del divenire psichico, della vita psichica inconscia, e i suoi strumenti hanno potuto trovare applicazione in vari campi anche non terapeutici. Fra questi campi, c’è anche quello della parapsicologia. Taluni fenomeni psichici paranormali che fino all’avvento della psicoanalisi erano rimasti assai oscuri per quanto riguardava i loro meccanismi intrinseci e la loro dinamica, oggi risultano alquanto più chiari. Per esempio, si comincia attualmente a sapere assai di più circa le condizioni psicologiche interpersonali, a livelli inconsci, che sembrano favorire o condizionare i fenomeni telepatici. Non pochi analisti, a cominciare da chi vi parla, hanno compiuto osservazioni pertinenti nei riguardi di « incontri » telepatici fra analista e analizzando, mettendone in rilievo tutte le minute circostanze, inerenti alla situazione d’analisi. La psicoanalisi ha recato il proprio contributo anche a una maggior comprensione dei fenomeni cosiddetti di « infestazione »; si è chiarito cioè in diversi casi quale fosse il rapporto fra i fenomeni stessi e i conflitti intrapsichici profondi dei soggetti con il concorso dei quali le manifestazioni in questione sembravano verificarsi. Nel caso di taluni fenomeni particolarmente allarmanti, che avvenivano nell’abitazione di una donna psicologicamente assai disturbata, si poté constatare che i fenomeni si attenuarono e infine cessarono completamente quando la donna in questione fu sottoposta ad una breve analisi, la quale chiari la natura dei disturbi di cui essa soffriva, e dei quali i fenomeni che avvenivano intorno a lei erano in qualche modo l’eco e la risultanza paranormale.
Uno dei contributi più recenti della scienza moderna alla parapsicologia è quello di cui ancora una volta io stesso mi sono occupato in anni recenti, cioè l’uso di certe sostanze chimiche recentemente scoperte o sintetizzate, adoperate per vedere se l’assorbimento delle sostanze in questione potesse in qualche modo favorire o provocare la percezione extra sensoriale. Tutti avete sentito parlare della L.S.D., della psilocibina, e di altri allucinogeni intorno ai quali è stato fatto tanto rumore e anche tanto scandalo. Per due anni, con due collaboratori, a Roma, chi vi parla ha sperimentato l’L.S.D. e la psilocibina su soggetti selezionati, in condizioni rigorosissime di controllo e di laboratorio. I risultati sono stati moderatamente incoraggianti, nel senso che i soggetti, sotto l’influenza delle anzidette particolari sostanze, e nelle predette rigorose condizioni sperimentali, sembrarono ogni tanto avere dei barlumi di percezione extra sensoriale, mentre quando in luogo della L.S.D. o della psilocibina venne loro dato un « placebo »· (ossia acqua di rubinetto), essi non presentarono mai nulla che potesse anche lontanamente far pensare a una percezione extra sensoriale. Si tratta naturalmente di ricerche « di punta », che ci si augura possano essere ulteriormente sviluppate da altri ricercatori.
In conclusione, si può dire che gli accertamenti della parapsicologia hanno cominciato a gettare luci veramente notevoli sulla personalità umana, che ci appare oggi sotto profili nuovi e più vasti. La psicoanalisi ha individuato una terza dimensione di questa personalità. La parapsicologia ce ne presenta una quarta.
Lo stesso concetto di individualità umana sembra riproporsi e presentarsi in modo diverso se ci riferiamo al fenomeno della telepatia, il quale ci mostra che le personalità non sono così separate, così distinte, come appare ai nostri occhi empirici, ma hanno una specie di terreno comune psichico, che si rivela di quando in quando allorché scocca la « scintilla »· telepatica. Molti sperimentatori, e anche chi vi parla, pensano oggi che non si possa propriamente parlare di « trasmissione » nel caso della telepatia, bensì di una « messa in comune » di qualche cosa, di una discesa fugace sul piano dell’inconscio collettivo, per cui, a un certo momento, di « due » si fa improvvisamente, e per brevissimo tempo, « uno ».
Anche la fisica, anche la fisiologia, ci si presentano sotto nuovi aspetti, se si ritiene che lo spirito umano, in certi modi e per vie ancora ignote, possa esercitare un qualche suo potere anche sulla materia inerte. Tutto ciò sembra anticipare molte novità anche per ciò che riguarda la stessa costituzione della materia, secondo linee che d’altronde non figurano del tutto estranee alla fisica moderna più consapevole (voi sapete che con le recenti avanzate della fisica atomica e interatomica il concetto stesso di materia appare oggi sotto un profilo completamente diverso diverso da – supponiamo – 30 o 40 anni fa), e anche circa la costituzione e la natura « sottile » dello spirito umano, della cosiddetta « psiche », di cui tanto si parla senza che nessuno possa dire con esattezza di che cosa o di come sia fatta. I nuovi orizzonti dischiusi dalla parapsicologia sono dunque veramente infiniti, ed io spero di avervene dato, sia pure limitatamente, qualche nozione, e qualche anticipazione.
Emilio Servadio