Il contenuto latente
Lettera al Direttore
PLAYMEN N° 12 1969
Diversi film sono stati recentemente sequestrati nel nostro Paese. Di uno dei sequestri i giornali hanno riportato abbastanza estesamente le motivazioni addotte dal magistrato. Tra le scene ritenute « offensive della morale e del buon costume » – così è stato riferito – ce n’era una, la cui descrizione mi ha particolarmente colpito. La giovane protagonista, a un certo punto, « accarezzava i tubi di scappamento di una motocicletta ».
Non sarò certo io, psicanalista, a contestare la possibile allusività simbolica di tale gesto, ossia quello che in termini freudiani si potrebbe chiamare il suo « contenuto latente ». Soltanto, mi pongo il quesito: è possibile che al di fuori di un contesto analitico (p. es., dell’analisi dl un sogno, o di un sintomo nevrotico), si possa o si debba tener conto dei « contenuti latenti » delle nostre azioni, giudicandole per quello che simbolicamente possono rappresentare?
Converrà, egregio Direttore, che procedere in tal modo sarebbe piuttosto…pericoloso. Ecco, per esempio, una serie di atti che potrebbero, sulla falsariga di quanto è successo, portare al sequestro di un film: 1) un uomo che guarda con compiacimento una conchiglia; 2) una ragazza che assapora una banana; 3) un panettiere che inforna uno sfilatino; 4) una donna che ammira l’obelisco davanti a San Pietro 5) uno speleologo che entra in una grotta; 6) una ragazzina incerta sulla scelta di una cravatta o di un ombrello… Un gesto particolarmente sconveniente sarebbe quello della sposina in bianco, che porge la « vera » al marito. E che dire della fruttivendola, che offre le sue mele a chiunque sia disposto a pagarle?!
Preoccupato e perplesso circa simili ed altri sviluppi dell’anzidetta motivazione censoria (che potrebbe fra l’altro, portare a imprevedibili rivoluzioni nel campo della fabbricazione delle motociclette), la saluto cordialmente.
Prof. Emilio Servadio