Considerazioni sui fenomeni di Ezquioga e di Beauraing.
Luce e Ombra 1934
I lettori ricorderanno probabilmente quanto abbiamo esposto alcuni mesi or sono in queste pagine (fascicoli di giugno e di settembre 1933) intorno alle «visioni» di Ezquioga e di Beauraing. Tali visioni formarono oggetto di interessanti studi di E. Pascal, pubblicati nella «Revue Métapsychique », e occuparono l’attenzione di molti studiosi di psicologia anormale.
Nella stessa « Revue Métapsychique» (n. 6, novembre-dicembre 1933) il Dr. Osty muove al riguardo alcune considerazioni che ci sembrano degne di nota. Egli prende lo spunto da una lettera del Prof. E. de Henseler, di Ginevra. Questi si chiede se il fondamento psicologico delle «visioni» non debba rinvenirsi nel fenomeno delle « immagini eidetiche », ossia nella facoltà, specialmente riscontrabile nei fanciulli, di percepire delle immagini mentali con intensità tale da poterle considerare come se fossero oggettive. Il Prof. Henseler ricorda che in una serie di esperienze compiute a Washington dal Prof. J. Ed. Rauth, dei ragazzi descrissero o riprodussero, con i più minuti particolari, disegni o dipinti esaminati per breve tempo, come se li avessero sempre sott’occhio e senza alcun errore. Egli si chiede se «dei fanciulli nati ed educati in un ambiente in cui le immagini e statue della Vergine e dei Santi sono molte e svariate non potrebbero essersi creato mentalmente un tipo ideale della Vergine, proiettandolo sotto l’influenza di una suggestione, forse inconsapevole, o in seguito a una lettura, a una conversazione udita, ecc. ».
Il Dr. Osty, commentando questa lettera e riconoscendone la ragionevolezza, dà alcune brevi informazioni sul fenomeno eidetico e sul suo rapporto con l’allucinazione in genere. L’immagine eidetica è una forma particolare di allucinazione: mentre questa può riferirsi a qualsiasi contenuto, l’immagine eidetica ha il suo punto di partenza nel ricordo, è un’immagine-ricordo obiettivata. Molto giustamente osserva poi il Dr. Osty che lo studio delle immagini eidetiche ha grande importanza in psicologia, specialmente di fronte a una tendenza, sorta abbastanza di recente, per cui si è voluto negare il fenomeno dell’allucinazione. E’ facile dimostrare l’erroneità di questa tesi, poiché le immagini eidetiche sono allucinazioni provocabili e suscettibili di studio e di analisi comparata (1).
Il Dr. Osty conferma poi, fondandosi su statistiche, la frequenza del fenomeno eidetico presso i fanciulli; e informa «che la migliore condizione per provocare il ricordo allucinatorio è dare per schermo all’obiettivazione delle immagini mentali un fondo grigio cupo in una camera leggermente oscurata, ciò che non esclude la possibilità del fenomeno su un fondo chiaro e in un luogo illuminato; che le immagini eidetiche sono persistenti al punto di conservare la loro intensità per un tempo che può giungere talvolta sino a dieci minuti, e che il loro carattere principale è il fatto ch’esse permettono al visionario di farne una descrizione così minuziosa come se guardasse la realtà… ».
Ciò premesso, il Dr. Osty ritiene perfettamente giustificata e fondata l’osservazione del Prof. Henseler; egli ricorda tra l’altro che tanto le visioni di Ezqnioga come quelle di Beauraing hanno avuto come protagonisti dei bambini; e che le visioni degli uni come degli altri hanno avuto inizio nella «luce oscura» della notte. Ciò conferma del resto la tesi del Pascal, che ha optato in favore dell’allucinazione e ha respinto l’ipotesi del trucco. « E probabile », scrive ancora il Dr. Osty, « che il processo psicologico di queste visioni sarebbe stato chiarito se si fosse trovato a Ezquioga o a Beauraing, all’epoca delle prime visioni, un esperto psicologo che avesse esaminato i fanciulli secondo la tecnica psicologica dell’eidetismo provocato. La descrizione minuziosa e particolareggiata delle visioni, arricchita dagli stimoli di un interrogatorio, avrebbe potuto forse fargli trovare facilmente la sorgente dei ricordi. Ci auguriamo che in avvenire una tale considerazione, scaturita dalla psicologia sperimentale, spinga a un esame competente e giudizioso dei visionari i medici (ve n’è sempre qualcuno cui si chiede di esaminare simili casi) che avranno la fortuna di poterlo fare».
Emilio Servadio
1) Sui più moderni punti di vista intorno al fenomeno allucinatorio cfr. il nostro saggio: Sul meccanismo psichico delle allucinazioni telepatiche, in « La Ricerca Psichica », ottobre 1933, p. 577 segg.