Fenomeni fisici e identificazione spiritica.
Luce e Ombra 1934
Nel n.1, 1934, della « ZeitscKrift für metapsychische Forschung », apparsa una interessante relazione di Leopold Günther-Schwerin intorno a una serie di sedute medianiche a carattere fisico svoltesi a Wiesbaden negli ultimi mesi del 1932.
Uno dei protagonisti, che nella relazione viene indicato con A., partecipò dapprima come semplice osservatore a parecchie delle sedute che il Günther-Schwerin soleva tenere con un medium professionista. Una delle riunioni fu anzi tenuta nell’abitazione di A. Dopo la partenza del medium da Wiesbaden, tanto A. come sua moglie furono testimoni di strane manifestazioni a carattere spontaneo, ricorrenti nell’anzidetta dimora: raps, rumori vari, fenomeni luminosi (fiammelle), forme fantomatiche più o meno delineate, ecc. In un secondo tempo A. manifestò egli stesso qualità medianiche, giunse a cadere in trance e presentò fenomeni di «incorporazione ». Durante una sua assenza per ragioni professionali, il suo amico B., che si era dapprima mostrato incredulo, abitò in quella casa, fu testimone di fatti analoghi a quelli descritti, e manifestò poi a sua volta fenomeni a carattere possessivo.
Ritornato A. a Wiesbaden, e protraendosi i fenomeni cor conseguenze piuttosto spiacevoli specialmente per B. (grave indebolimento fisico ed esaurimento nervoso), i due si rivolsero per consiglio al Gunther-Schwerin, e questi espresse il parere che le facoltà dei neo-medium si sarebbero assai meglio arginate e dirette nell’ambito di sedute regolari; tanto A. che B. aderirono alla sua proposta. Il circolo fu ricostituito, e alle sedute presero quindi parte quattro nuovi elementi: il medium A., sua moglie, sua madre, e il medium B.
Nella prima seduta (20 ottobre 1932) i fenomeni furono scarsi, e il fatto di maggior rilievo fu l’intervento dell’entità «Fratello» (il presunto spirito-guida di A.) affinché la medianità di B. perdesse il suo carattere possessivo. Nella notte che seguì questa seduta le manifestazioni spontanee in casa di A. raggiunsero un’intensità eccezionale. La seconda seduta si tenne appunto in questa casa, il 27 ottobre, e tutti poterono rendersi conto dell’obiettività delle manifestazioni infestatorie in essa occorrenti. Nella terza, mutato di nuovo l’ambiente, e ritornati gli sperimentatori nel locale consueto, le cose cominciarono a prendere un’altra piega; si ebbe, tra l’altro, l’apporto di vari pezzetti d’incenso, ecc.
Il Günther-Schwerin volle allora tentare qualche esperienza fotografica, e l’entità “Fratello” promise di aiutarlo. La seduta seguente si tenne nel laboratorio di A., provvisto dei mezzi occorrenti allo sviluppo, ingrandimento, ecc. delle eventuali fotografie. Prima della seduta il laboratorio fu visitato minuziosamente, in modo da poter escludere la presenza di qualsiasi oggetto o disposizione tale da consentire un trucco. A questo punto il relatore fa notare che i due medium in questione non erano professionisti, ma individui completamente nuovi alla fenomenologia medianica, i quali desideravano soprattutto conoscere meglio le forze che agivano intorno ad essi e per loro mezzo. Afferma di aver preso, ciò nonostante, le necessarie precauzioni contro la frode conscia od inconscia, e tuttavia conviene che gli scettici ad ogni costo potranno sempre e dovunque vedere il trucco o l’inganno ….
Otto persone erano presenti, il 17 novembre, al primo tentativo fotografico. L’entità «Fratello» aveva promesso, nella seduta precedente, di recare con sé un’altra entità esperta in fotografia; e attraverso il medium A. si manifestò infatti una personalità di fotografo, ma estremamente confusa e impacciata («Fratello» aveva avvertito trattarsi di un disincarnato ancora molto aderente alle cose della terra). Sarebbe interessante seguire il dialogo occorso tra questa entità (che non riusciva a convincersi di non appartenere più ai viventi) e gli sperimentatori (che cercavano con tutti i mezzi di illuminarlo); ma ci basti il dire, per brevità, che tale dialogo fu improntato alla massima naturalezza. Finalmente il fotografo palesò il suo nome: K. di T.; dichiarò di essere morto «il 29 luglio ’31 – no, ’32», di aver sofferto molto per mal di capo, mancanza di respiro, ecc. Una verifica compiuta da uno dei presenti confermò poi i dati principali forniti dall’entità. Furono prese, con l’aiuto di K., quattro fotografie, che diedero scarsi risultati, poiché in due di esse apparve soltanto il medium, una non riuscì e solo, in un’altra apparve un vago sembiante subito dietro al medium. Notevole, per la sua spontaneità, il fatto che K. si mostrò a tutta prima lietissimo dei risultati, giacché credeva che lo scopo perseguito fosse semplicemente quello di ottenere un ritratto del medium!
La seconda seduta fotografica, assai più conclusiva, si tenne il 24 novembre, nello stesso locale, con 10 persone presenti. Il «Fratello» portò un’altra «entità» più esperta, dopo che K., manifestatosi per brevi momenti, ebbe dichiarato di non capir nulla in quel genere di fotografie!
La nuova entità disse di chiamarsi R. D., di aver vissuto in Lausiti e di esser morto il 23 aprile 1930. Seguì una vivace discussione tra lui e il medium B., poiché II. D. sosteneva di aver inventato un processo fotografico la cui paternità viene invece di solito attribuita ad altri. R. D. a sua volta introdusse una nuova entità, S. K. di B., anch’egli fotografo, che dichiarò di esser morto per asfissia da gas il 13 novembre 1929. Questi ed altri particolari vennero di poi verificati e constatati esatti.
Delle tre fotografie ottenute e sviluppate subito dopo la seduta, una falli, come l’entità S. K. aveva annunziato, una riuscì debolmente, ma nella terza apparve, in alto tra i due medium, la figura del sedicente R. D. In seguito ad altre comunicazioni (una per «scrittura diretta», l’altra ottenuta per scrittura automatica attraverso una medium che prendeva anch’essa parte alla seduta), furono compiute le necessarie indagini, e le affermazioni di R. D. furono riconosciute esatte. In tutto, quindi, furono tre i casi d’identificazione spiritica occorsi in queste sedute: identificazioni ottenute in modo assai spontaneo e soddisfacente, anche a prescindere da tutte le circostanze che le prepararono e le accompagnarono, come pure dai fenomeni fisici notevoli conseguiti.
Ma i particolari di maggior interesse sono probabilmente i seguenti. Uno degli sperimentatori, avendo appreso che nella città natale di R. D. viveva la di lui vedova, ritagliò accuratamente la fotografia ottenuta durante l’ultima esperienza, e glie la inviò per l’eventuale identificazione. La signora interpellata rispose di aver riconosciuto benissimo il proprio defunto marito, tanto ai lineamenti del volto, quanto al copricapo di velluto che egli soleva portare. Entrambe le lettere vengono riprodotte nella relazione del Günther- Schwerin, insieme ai documenti relativi all’identificazione delle altre due entità. La fotografia pubblicata mostra, come si è detto, una figura avvolta in una specie di manto nero, dal viso tondeggiante, con un copricapo di foggia inabituale. I volti dei due medium sono stati obliterati, per loro espresso desiderio.
Va fatto presente che questo riassunto non può dare se non una idea approssimativa della lunga relazione del Günther-Schwerin: relazione molto accurata e precisa, tale da garantire a nostro avviso l’autenticità e la serietà delle esperienze. Queste appaiono, come si è detto, di notevole importanza, oltre che per l’esattezza delle avvenute identificazioni, per le complesse circostanze paranormali che le hanno accompagnate.
Emilio Servadio