Hans Driesch e l’ipotesi spiritica
Luce e Ombra 1931
Il prof. Hans Driesch ha tenuto, il 23 gennaio u. s., una conferenza sotto gli auspici della Società medica di Berlino per le Ricerche psichiche e della Società tedesca di metapsichica. Tale conferenza viene riassunta nel numero di marzo della « Zeitschrift fur Parapsychologie », e ci piace riferirne i punti più salienti.
Tema della conferenza era « L’ipotesi spiritica alla luce della scienza». Il Driesch, dopo aver deplorato la disinvoltura con la quale molti considerano il problema della sopravvivenza, respinge come aprioristiche le affermazioni di coloro che senz’altro negano la possibilità di un protrarsi dell’esistenza animica dopo la morte. Arrischiata è, d’altra parte, la posizione di quelli che superficialmente credono; quella degli scettici senza partito preso è incomoda, ma ha il suo valore per una sempre più sottile « mise au point » della questione.
Accennando alle frodi, e al fatto che il metapsichista trova qui un ostacolo che altri studiosi non hanno da temere, il Driesch protesta poi contro la diffusa prevenzione verso i medium che percepiscono un compenso per le loro prestazioni, domandandosi perchè non dovrebb’essere concesso ad un medium di comportarsi allo stesso modo di un qualunque impiegato…
Quanto alle ipotesi interpretative, il D. ricorda l’adagio degli scolastici: « entia non sunt creanda praeter necessitatem » e accenna, come ad ipotesi rese legittime dai fatti, a quella sua personale dell’ « entelechia » e a varie ipotesi parziali metapsichiche. Egli afferma quindi che per comprendere in una visione d’insieme i fenomeni mentali della ricerca psichica s’impone o l’ipotesi di una coscienza universale (che egli chiama «conoscenza soprapersonale») o quella spiritica. Né l’una né l’altra è gratuita, e il D. riconosce che quella spiritica in vari casi appare più verosimile.
Il fondatore del vitalismo si sofferma quindi su alcune questioni terminologiche: egli vorrebbe sostituire al vocabolo spiritismo quello, più preciso, di « monadismo », pur rendendosi conto della pratica impossibilità di una tale sostituzione. Anche la parola medium gli sembra inadeguata, e preferirebbe i nomi «paragnomo» «metagnomo» , escludendo dall’ambito delle relative qualità tutti quei medium che presentano fenomeni di automatismo, ma che non hanno speciali facoltà di conoscenza paranormale.
Come si vede, il Driesch conferma in questa sua conferenza le vedute già da lui esposte all’ultimo Congresso internazionale di ricerche psichiche sul tema « Persona e sovrapersona ». Sull’ipotesi della « coscienza universale » in relazione all’ipotesi spiritica molto vi sarebbe da dire, in quanto ambedue implicano non poche considerazioni e distinzioni di ordine scientifico e filosofico. Ci limitiamo qui a dire che l’ipotesi di una coscienza universale è tutt’altro che gratuita, al contrario di quanto parecchi ricercatori vorrebbero sostenere, anche se, come ammette il Driesch, quella spiritica sembri in certi casi assai più semplice. Ma la semplicità è criterio di verità? Ne dubitiamo fortemente, e riconosciamo quindi come assai saggia la posizione guardinga (per quanto aperta ad ogni più audace possibilità) del Driesch e di quanti si comportano come lui.
Emilio Servadio