Nuovi “apporti” e “asporti” ottenuti con “Margery”
Luce e Ombra 1933
Ne riferisce il dr. Mark W. Richardson, uno dei vice-presidenti dell’A.S.P.R., autore di vari altri scritti intorno alla medianità di Mrs. Crandon, nel fascicolo di dicembre del « Journal » della stessa Società di ricerche psichiche nordamericana.
Dopo aver premesso che molti fenomeni di « apporto» e di «asporto», ottenuti con « Margery », non hanno formato oggetto di pubblicazione perchè occorsi in condizioni di controllo non adeguate, il relatore ricorda le esperienze con le scatole, riferite in un precedente articolo (cfr. il nostro riassunto in questa rivista, 1932, n. 10) e soggiunge che dopo di allora si sono avute varie altre manifestazioni del genere. Per esempio questa: mentre «Margery» stava in una stanza con porte e finestre chiuse, in una casetta in riva al mare, quattro oggetti che prima giacevano sopra una tavola, insieme a vari altri, vennero «asportati» da Walter, il quale indicò poi dove gli sperimentatori avrebbero potuto ritrovarli. Ogni oggetto, infatti, venne rinvenuto nel luogo indicato da Walter, a una distanza da 15 a 50 piedi dalla villetta: uno sulla prua di una barca in secco sulla spiaggia, un altro in un vaso di fiori di metallo; un terzo attaccato alla porta di un’automobile accantonata; il quarto in uno spiazzo adiacente alla villa attigua.
Due esperienze analoghe, ma accompagnate da precisissimi controlli, vennero eseguite il 26 e il 27 novembre. –
Il 18 novembre Walter suggerì di tentare l’esperimento seguente: prendere da un calendario, senza guardarlo, un foglietto, apporvi un contrassegno e metterlo in una busta aperta; portare quindi la busta in seduta. Egli (Walter) avrebbe portato il foglietto fuori della stanza delle sedute, e la medium avrebbe indicato, attraverso la scrittura automatica, il luogo dove il foglietto era stato recato.
Così fu fatto. Il dr. Richardson contrassegnò il foglietto (senza vedere che numero portasse) mediante l’impronta digitale del proprio pollice, lo mise in una busta, e lo conservò sino alla sera della seduta. In detta sera la busta, nell’oscurità più assoluta, venne posta sopra la tavola.
Terminata la seduta, si constatò che la busta era sempre sulla tavola: alquanto perplesso, il dr. Richardson scese al 20 piano dell’edifizio, seguito dalla medium chiaroveggente «Sary» (Sarah Litzelmann). Guardando meglio la busta, il relatore si accorse che essa era chiusa ma vuota. Intanto «Sary» si era messa a scrivere automaticamente; poco dopo la signora Richardson sopraggiunse, dicendo che al piano di sopra « Margery », in semi-trance, aveva detto che vedeva il numero 11 e una specie di impronta digitale fatta con l’inchiostro sul verso del foglietto. La medium «Sary» aveva nel frattempo scritto, con caratteri rovesciati ( a specchio »): « Il numero è 11, e troverete la busta (sic) sulla tavola della sala giù abbasso ».
Tre dei presenti si recarono al piano inferiore e trovarono il foglietto sulla tavola: esso recava il numero 11 e l’impronta digitale che il dr. Richardson riconobbe poi per sua.
Il 27 novembre un’esperienza analoga, ma resa ancora più complicata dalla presenza di tre foglietti scelti a caso e contrassegnati, ebbe uguale successo, tanto per ciò che si riferì all’ asporto » degli oggetti quanto riguardo alla visualizzazione dei tre numeri compiuta simultaneamente dalle due medium. « Margery» indicò anche dove i foglietti erano stati recati.
E’ chiaro che simili esperienze non possono essere impugnate se non accusando di frode deliberata parecchi sperimentatori, tra cui lo stesso relatore. Può darsi che a taluno questa accusa venga facile e spontanea: noi non siamo tra quelli.
Cogliamo peraltro l’occasione per esprimere il voto che venga fatta la luce al più presto possibile sulla questione relativa alle «impronte digitali di un vivente», di cui ci occupammo nel fascicolo di gennaio: questione che – non risolta – seguita a mettere in un certo imbarazzo coloro che desiderano occuparsi ulteriormente di «Margery» e del suo gruppo.