Otto sedute col medium Erto – Parte riservata
Tipografia del Senato 1932-XI
Questa parte aggiunta del nostro studio contiene le poche osservazioni di carattere psicoanalitico che ci è stato dato di fare, pur non avendo potuto «analizzare» tecnicamente il medium (d’altronde, abbiamo fondate ragion per credere che una completa analisi determinerebbe la scomparsa delle manifestazioni). Ad ogni modo diamo le osservazioni che seguono per quel piccolo contributo di novità che esse possono fornire alle nostre ricerche. La grande importanza di una più intima correlazione tra Psicoanalisi e Ricerca psichica è stata già accennata da alcuni autori, e all’argomento stiamo dedicando noi stessi uno studio compiuto. Qui considereremo come noti ai lettori almeno i lineamenti generali della dottrina psicoanalitica, non potendo evidentemente soffermarci ad illustrarla.
Premesso che il contributo della psicoanalisi allo studio dei fenomeni medianici riguarda soltanto il loro meccanismo psicologico, e non le forze biologiche o metabiologiche in atto, distingueremo quattro punti principali: il primo riguarda la trance; il secondo le «entità»; il terzo l’eventuale significato dei fenomeni; il quarto le energie psichiche, e psicoanaliticamente assodabili, che sembrano essere in giuoco.
1. La caduta in trance sembra essere un mezzo, promosso dall’Inconscio, per ridar vita a complessi inibiti dalla personalità di veglia. Da questo punto di vista la trance ha un carattere comune con l’assalto isterico, l’ebbrezza patologica ecc. I complessi inibiti s’impadroniscono della coscienza durante la trance, ma appunto perché sono inibiti il medium, una volta desto, non può ricordarsi di ciò che è avvenuto. Sorge, cioè, una «resistenza inconscia», del tutto simile a quelle che c’impediscono di ricordare certi sogni o di comprendere il significato di certi simboli. E’ presumibile che all’analisi tale resistenza a poco a poco cederebbe, e che si potrebbe arrivare che il medium «ricordasse» quanto è accaduto durante la trance: col risultato assai probabile che la trance stessa finirebbe col non più ripetersi, in quanto ché il medium non vi sarebbe più indotto da moventi inconsci.
2. Le «entità» che presiedono alle manifestazioni sono principalmente due: Fugal e l’Incognito. Esse differiscono sostanzialmente. La prima parla con una vocina sommessa, quasi femminile, e dà indicazioni e consigli, come: «lasciate riposare il medium», «riprovate da qui a poco», «rimettete i legami», ecc. La seconda si esprime con voce tonante e le frasi pronunziate hanno sempre un contenuto etico: «Che la pace sia con voi, fratelli!», «Continuate nella vostra missione!», «Avrete il premio che vi spetta!», e via discorrendo. È importante notare che la voce di Fugal si manifesta di solito prima delle manifestazioni, e che se per caso si presenta dopo, non è per esprimere soddisfazione, ma per dare nuovi consigli. Invece la voce dell’Incognito non si presenta che dopo una manifestazione avvenuta, e sembra esprimere gioia e trionfo, traducentisi in frasi di bontà e benedizioni. Da una lettura dei verbali questo carattere delle due entità principali appare ben chiaro, e non occorre insistervi.
Ora, salvo che si tratti di fenomeni più complessi, sui quali la psicoanalisi non potrebbe pronunziarsi, le « entità» sembrano equivalere agli «introietti» dei nevrotici, e in particolare a quelli riscontrabili in talune psicosi: equivalere cioè a reviviscenze e «dall’interno» di persone che in età infantile hanno avuto un influsso notevolissimo sul soggetto: quasi ché questi le avesse «introdotte» in se stesso o s’identificasse parzialmente (e sempre inconsciamente) con esse. Si tratta, bene spesso, d’immagini dei genitori; e a puro titolo d’ipotesi pensiamo se non potesse ricondursi Fagal, con i suoi modi gentili ed amorevoli, alla funzione esercitata dalla madre (su questo punto particolare ci sentiamo quanto mai incerti) e l’Incognito, quasi colui che manifesta la sua soddisfazione per il dovere compiuto dal figlio, a quella esercitata dai padre.
La Vaterfixierung sembra essere il punto fondamentale in questa interpretazione. Il padre è colui che premia e punisce, e il medium stesso ci ha informato della severità del proprio padre allorché egli era bambino, e del suo rifugiarsi presso la madre, morta quando egli aveva 12 anni. C’imbattiamo una volta di più nel complesso edipico, e in un correlativo «sentimento di colpa» nei confronti del padre, integrato da una reazione affettiva (molto frequente e nota) di carattere passivo, in cui si fanno potentemente valere i sentimenti positivi del rapporto ambivalente, ossia devozione, servilità ecc.
Come si sa, col complesso edipico è strettamente connessa la formazione del cosiddetto Super-Io, alla quale presiede in generale una parziale identificazione con il padre. Nella fattispecie, sembra che la funzione di Super-Io sia esercitata in parte anche dalle persone che assistono, e particolarmente da alcune persone (quelle che nell’inconscio possono più facilmente essere identificate al padre): ricordiamo, per es., che durante una seduta non facente parte di questo ciclo, una persona alla cui approvazione il medium sembrava tenere in modo particolare gli rivolse un vero e proprio rimprovero: ciò ebbe il risultato di accelerare la produzione di un fenomeno che tardava a manifestarsi (non è detto, naturalmente, che ciò debba sempre avvenire). Tale persona era stata verosimilmente, nell’inconscio del medium, identificata col padre.
Questa parziale funzione di Super-Io affidata agli astanti permette di comprendere meglio l’importanza dell’atteggiamento che occorre assumere nei confronti del medium. Dato l’inconscio «sentimento di colpa» in lui immanente (sentimento del quale, come vedremo, le manifestazioni sono spesso una traduzione simbolica), è chiaro che un atteggiamento ostile o addirittura dei quasi-maltrattamenti (sedute di Londra) costituiscono un compenso a tale sentimento. Il medium è allora sufficientemente « punito », e la cosa non ha un seguito. Ciò spiegherebbe, almeno parzialmente, certi insuccessi: a parte ogni altra considerazione, quale noi stessi abbiamo mosso in diversa sede.
S’intende che un’ambizione perfettamente cosciente ha pure la sua funzione nel prodursi di questi complessissimi fenomeni. Qui entra in giuoco il lato esibizionistico e narcisistico della personalità, comune si può dire a tutti gli esseri umani, ma che in questo medium assume un’enorme importanza.
Come si manifestano, peraltro, attraverso i fenomeni, tali moventi inconsci?
3. Non crediamo di errare dicendo che una buona parte almeno dei fenomeni prodotti da Erto sono simbolici dell’anzidetto «sentimento di colpa», connesso al complesso edipico non ben superato, e ad altri eventi infantili. Il liberarsi da manette, legami, bendaggi, ecc. equivarrebbe a liberarsi da tale sentimento, concretatosi appunto nell’accettazione cosciente di tali forme di esperimento (ma il vero movente rimane inconscio) e nella constatazione della «condizione dei colpevoli» fatta durante la trance. Alla liberazione segue il grido di trionfo dell’Incognito (si noti la significativa anonimità di questa entità), che riconosce l’avvenuta simbolica catarsi. Qualora il fenomeno sia diverso, e non abbia tale significato, le espressioni dell’Incognito potrebbero riferirsi comunque a un successo ottenuto, a una difficoltà vinta: insomma, a un «premio morale».
Alquanto più arduo è rendersi conto del fenomeno inverso, cioè del ripristino di certi legami e impedimenti. Però anche qui i criteri psicoanalitici possono sicuramente soccorrerci.
Vediamo anzitutto che il ripristino in questione può avvenire in due forme diverse: a) puro e semplice (raro: ne abbiamo avuto un solo esempio nelle nostre sedute: quello relativo alle manette a catenella); b) complesso: il medium non rilega semplicemente se stesso: si lega ad altri oggetti.
Ora, per quanto si riferisce al fenomeno a), la spiegazione è di una singolare evidenza: una forma inconscia di gelosia ha spinto il medium a colpire in forma diversa due persone di sesso opposto che stavano l’una vicino all’altra e che l’Inconscio ha verosimilmente identificato con i due anelli uniti dalla catena; il secondo momento del fenomeno è la disunione paranormale e violenta dei due anelli (cioè delle due persone); ma l’averne ferita una, e l’essere comunque intervenuto violentemente nel rapporto, ha ridestato il sentimento di colpa; terzo momento: le manette rientrano ai polsi del medium (sanzione paranormale, punizione).
Sarebbe interessante vedere se in altre occasioni il medium abbia ripristinato sic et simpliciter gli impedimenti da cui si era liberato. Crediamo di no: vi sarà stato sempre, verosimilmente, o un fatto nuovo, tale da ridestare il sentimento di colpa; oppure il nuovo legamento apparterrà al tipo b.
Quanto al gruppo b, non occorre fare un grande sforzo per accorgersi che gli oggetti con i quali il medium paranormalmente si lega sono in massima (lo furono tutti, nelle nostre sedute) simboli femminili: legno, tavole, anelli. L’unione o la disunione con altre persone verrebbe qui assai bene simboleggiata. Caratteristica a questo proposito la manifestazione dell’ultima seduta, in cui la tavola (che come di altri simboli femminili rappresenta a nostro avviso persona o persone per cui il medium ha forte ambivalenza) gli si legò sulle spalle. Si pensi a che cosa vuol dire popolarmente «avere una persona sulle spalle » e si sappia che la realtà corrisponde qui perfettamente al simbolo.
Né soltanto i fenomeni di quest’ordine (categoria II della nostra classificazione generale) possono essere suscettibili di un’interpretazione psicoanalitica. I fenomeni luminosi sembrano essere connessi con una serie di scherzi con lampadine elettriche, attacchi ecc., fatti dal soggetto allorché era bambino, in collegio, e per i. quali veniva punito. Si avrebbe qui il fenomeno psicoanalitico dell’ «agire» (Agieren) per cui si ripete una situazione del passato (s’intende che la ripetizione, al pari degli altri fenomeni, si esplica in forma eccezionalissima, attraverso un meccanismo fisico che non spetta alla psicoanalisi di approfondire).
È chiaro, poi, che le forze in atto durante le sedute avranno un margine assai ampio di contingenza, nel quale cioè non saranno determinate da moventi inconsci del medium, ma dalle loro azioni e reazioni fisico-chimiche, al pari di altre forze che possano prodursi sperimentalmente in un laboratorio. Questo margine darebbe i fenomeni tipo squassamento di porte, voli di oggetti, soffi freddi ecc. Di altre manifestazioni è naturale che sia estremamente difficile cogliere il significato, o anche soltanto intravvederlo.
4. Psicoanaliticamente, infine, le forze che presiedono ai fenomeni sembrano consistere di un impasto di libido e di energia aggressiva; la quale ultima si manifesta eventualmente in eccesso per ciò che riguarda la persona stessa del medium, con tratti evidenti di masochismo: sofferenze della trance – (in cui il medium volontariamente si adagia), lamenti. ecc.; fenomeni di autopunizione talora congiunti con effettive sofferenze fisiche. Rarissimamente l’aggressione può esercitarsi su persone od oggetti esterni.
Siamo certi che la forma schematica nella quale abbiamo creduto opportuno di esporre le nostre scarse considerazioni psicoanalitiche sui fenomeni avvenuti determinerà in molti lettori un senso di sorpresa e di incredulità: specie in quelli cui non siano familiari i concetti da noi introdotti. Ma non certo in questa sede sarebbe stato possibile giustificare la Psicoanalisi in genere, o i concetti in questione. Coloro cui la cosa interessa dovranno informarsi per proprio conto; e, una volta familiarizzarsi con i principali accertamenti della psicoanalisi, si accorgeranno che le nostre induzioni sono da un lato audaci, data la novità del tema, ma di fatto sono e vogliono essere estremamente prudenti; infatti noi diamo anzitutto alle osservazioni di cui sopra un valore ipotetico e condizionale; secondariamente ci rendiamo ben conto di come esse, qualora le circostanze lo consentissero, andrebbero riesaminate e approfondite; e in terzo luogo siamo certi di come il contributo che la Psicoanalisi può dare alla ricerca psichica sia – almeno sino a nuovi accertamenti – ben circoscritto. Per conto nostro, desideriamo ricordare che non sarebbe ammissibile, e questa volta perché veramente gratuita, una generalizzazione delle conclusioni che, con riserva, abbiamo avanzato per ciò che riguarda questo ciclo di sedute.
Emilio Servadio