Polemiche intorno a Rudi Schneider.
Luce e Ombra 1933

Il resoconto di Harry Price sulle recenti esperienze avute con Rudi Schneider al National Laboratory (cfr. il numero di aprile di questa rivista, p. 231) ha sollevato polemiche vivacissime, che riteniamo doveroso riassumere obiettivamente.

I lettori ricorderanno che nella 25a seduta della serie un paio di fotografie automatiche indussero il Price a ritenere che Rudi (coscientemente o meno) avesse tentato di frodare. Nel riferire sommariamente l’episodio, noi stessi usammo il condizionale, poiché né la relazione del Price né le fotografie in discorso ci sembrarono dimostrative di una frode propriamente detta. Aggiungevamo che, se anche di frode si fosse trattato, l’episodio singolo non era tale, a detta dello stesso Price, da distruggere gli innumerevoli accertamenti sin qui ottenuti in merito alle facoltà paranormali del giovane medium austriaco.

Ma in seguito alla relazione del Price la rivista « Light » ha pubblicato, in vari suoi numeri, importanti dichiarazioni di persone direttamente interessate. Il 17 marzo il prof. Fraser-Harris, uno dei membri più autorevoli del 1V. L., dichiarava che il consiglio del Laboratorio non era stato consultato affatto prima della pubblicazione del « Report », il quale tuttavia era stato presentato al pubblico con le parole: « Il Consiglio del N.L.P.R. ha il piacere… » ecc. ecc.; che il Consiglio stesso, inoltre, era stato tenuto per dieci mesi all’oscuro circa il famoso incidente; che l’accusa di frode si fonda su un singolo episodio, e su documenti, i quali di per sé non provano affatto l’inganno, dati i movimenti bruschi che Rudi compie spesso quando è in trance, dato che il braccio coi quale il medium avrebbe tentato di frodare è il sinistro (cioè quello più lontano dal tavolo), e dato che il medium doveva necessariamente temere che il suo atto sarebbe stato fotografato per mezzo dell’apparecchio automatico. E’ da respingere, sempre secondo il Fraser-Harris, l’ipotesi avanzata dal Price, che Rudi simulasse in quella seduta la trance: non si simula uno stato che implica un’iperpnea continuata di 120 a 240 respirazioni al minuto. Il Fraser-Harris conclude, nell’anzidetto articolo, ricordando le proprie esperienze con Rudi, e confermando che questi possiede autentiche facoltà paranormali.

Nello stesso numero del «Light » il dott. J. Hutton Chrisholm pubblicava una lettera diretta al Fraser-Harris e confermante anch’essa la genuinità della trance e dei fenomeni ottenuti con Rudi in quella seduta. In essa, egli scrive, non si parlò affatto di omissione di controllo: «anzi, H. Price al principio della seduta mi mostrò personalmente.., il controllo completo ».

Brevi rettifiche di E. J. Dingwall e degli stessi Price e Hutton Chrisholm, pubblicate nel «Light» del 24 marzo, non alterarono affatto le reciproche posizioni. Il presidente in carica del National Laboratory, H. G. Bois, confermava anzi il 31 marzo che l’intiero Consiglio era stato tenuto all’oscuro dell’episodio e delle fotografie; e il 7 aprile il «Light» pubblicava una lettera di vari membri del Consiglio, diretta a Rudi Schneider, in cui i firmatari si dichiaravano apertamente dissenzienti nei confronti del Price. La lettera era firmata da H. G. Bois, V. Cochrane-Baillie, D. Fraser-Harris. Alex, Dribbel, Kathleen M. Goldney, Clarice Richards. Il Price invece insisteva, in una replica ulteriore, circa la «posizione compromettente» del braccio di Rudi, quale le fotografie l’avevano denunziata, e circa la conferma in tal modo ottenuta di ciò che i professori Meyer e Przibram avevano supposto nel 1924 ( ).

Il «Light» del 14 aprile pubblicava le dimissioni di Lord Charles Hope da membro del Consiglio del N. L. e la sua adesione alla «lettera dei sei ». Il fascicolo del 21 aprile recava una lettera del Price, nella quale si dichiarava che dei 62 «officers» del N. L. solo 5 si erano dimessi, e che nessuno di questi cinque aveva assistito alla 253 seduta. Nel «Light» del 28 aprile, infine, il prof. Fraser-Harris ricordava ancora che la relazione del Price non avrebbe dovuto venir presentata come espressione del parere del Consiglio; e Miss Alice Reutiner presentava a sua volta le proprie dimissioni, accompagnate da critiche assai severe all’operato del Price.

Questi i documenti e le critiche «di parte inglese »: ai quali occorre aggiungere una requisitoria non firmata, pubblicata nel numero del 24 marzo della rivista « The Two Worlds », in cui si ricorda, tra l’altro, che non si può far carico a un medium di aver eluso un controllo quando il controllo stesso è stato posto ad libitum dagli sperimentatori; e si nega, poi, con argomenti poco o tanto simili a quelli già menzionati, che Rudi abbia realmente «frodato»nella seduta in discussione.

Ma l’attacco più violento contro il Price è stato « di parte francese»: esso consiste in un lungo articolo del dr. Eugène Osty, direttore dell’Institut Métapsychique International: articolo intitolato «L’étrange conduite de M. Harry Price» e pubblicato nel numero 2 (marzo-aprile) della «Revue Métapsychique».

Per comprendere bene tutta la portata della critica dell’Osty occorre prima menzionare, nei loro particolari essenziali, gli appunti che il Price stesso muove all’Osty nel suo « Report ». Nell’articolo da noi dedicato al volume del Price avevamo semplicemente dichiarato di deplorare questi appunti, e avevamo creduto di poterci esimere dal riferirli. Vi siamo invece costretti data la piega presa dagli avvenimenti.

Il Price, dunque, riferendosi alle sedute condotte dall’Osty, all’Institut Métapsychique, con Rudi Schneider, esprime il parere che la relazione dello stesso dr. Osty «cade al suolo» (falls to ground) qualora si supponga che Rudi abbia potuto, anche in quelle sedute, liberare un braccio. Egli ritiene che il controllo del medium all’I.M.I. fosse insufficiente, deplora che il dr. Osty non abbia pubblicato in extenso i nomi dei partecipanti alle sedute, e termina col citare una lettera confidenziale, a lui diretta, del dr. Osty, in cui questi gli diceva che un certo signor X, presente ad alcune sedute del 1931 con Rudi, cercava di ottenere artificialmente dei «fenomeni» allorquando questi non si producevano. Nella lettera in discorso il dr. Osty metteva in guardia il Price qualora il Sig. X avesse partecipato a sedute del National Laboratory. Il Price si chiede ora a quante sedute abbia partecipato il Sig. X, quali siano stati i suoi tentativi di simulare i fenomeni, se i tentativi stessi abbiano avuto successo, ecc. ecc.

Questa parte della relazione del Price ci era sembrata – lo ripetiamo – scarsamente fondata e non troppo simpatica. E avevamo creduto di ometterla per amor della causa e per quella invincibile ripugnanza che abbiamo per i ripicchi e per le polemiche personalistiche, convinti poi, come siamo, che i controlli adottati all’I.M.I. fossero tali da non poter assolutamente consentire che Rudi in ognuna delle numerose volte in cui furono verificati gli assorbimenti dei raggi infrarossi, abbia liberato per vario tempo un braccio, occultato il raggio, e prodotto artificialmente le registrazioni dei galvanometri, senza che nessuno se ne accorgesse! Basta leggere le pagine 140-147 della relazione Osty per convincersi della sicurezza e dell’obiettività delle constatazioni. Quanto poi al sig. X, la sua azione fu circoscritta ai mesi dl maggio e giugno 1931, e inoltre il dr. Osty, nella stessa lettera inviata al Price, precisava che i fenomeni di cui fu tenuto conto si svolsero in una zona del tutto inaccessibile all’individuo in questione.

Ben si comprende, quindi, anche sentimentalmente parlando, che il dr. Osty si sia risentilo di queste critiche. E siamo propensi a ritenere che in altre condizioni di spirito egli avrebbe moderato la forma del suo attacco, anche lasciandone intatto il contenuto. Egli comincia col definire «arlecchinata» il volume del Price, denuncia la «sete di pubblicità)) di questi e la sua rivalità con la S.P.R., ricorda l’episodio dell’« analisi del teleplasma », che «mise in posizione penosa l’ospitale rivista «Luce e Ombra» ( ), il chiasso fatto intorno alla buffa cerimonia del capretto sul monte Brocken e al progetto di comunicazione col pianeta Marte, ecc. ecc. Quanto poi al recente volume su Rudi Schneider, il dr. Osty menziona i seguenti particolari: dopo la pubblicazione della relazione Osty, la S.P.R. inglese fece un’offerta anche finanziaria all’Institut Métapsychique perchè le esperienze potessero venir proseguite in collaborazione. Il Price si risentì di questo accordo intervenuto, e scrisse una lettera al dr. Osty dicendogli che il lavoro fatto a Parigi non era che il preludio a quello che doveva continuarsi al N.L., che Rudi Schneider era impegnato con lui per contratto e che non avrebbe certo servito alla S.P.R. Nessun conto essendo stato tenuto di questa protesta, la pubblicazione del nuovo «Report» mira (sempre secondo il dr. Osty) a due scopi: svalutare le esperienze dell’I.M.I., esaltare quelle del N.L. Mentre il Price sperimentava con Rudi, usciva la relazione Osty sulle sedute dell’I.M.I., e proprio due giorni prima della famosa 25a seduta il Price si era incollerito contro un gruppo di partecipanti alle sue sedute, i quali avevano proposto allo Schneider di compiere con loro delle esperienze, una volta terminate quelle del N.L. L’ira del Price si era rivolta anche contro Rudi stesso, accusato d’ingratitudine, ecc. In questa atmosfera morale ebbe luogo – scrive l’Osty – la seduta del 28 aprile 1932.

Qui la critica dell’Osty diventa accusa, accusa precisa e diretta.

Il Price, irritato come si è detto, avrebbe spinto egli stesso Rudi a frodare, abbandonandone il controllo e ricacciando indietro il suo braccio sinistro! Le fotografie, sovrapposte (i due lampi si succedettero a brevi intervalli), mostrerebbero che il Price ha compiuto un movimento « rapido, importante e inquietante ». Argomenti a rincalzo dell’accusa: l’assenza (per guasto, secondo il Price) della fotografia stereoscopica dall’alto, che avrebbe mostrato la posizione delle braccia del Price; il ritardo di dieci mesi nel render noto l’episodio, ritardo dovuto al fatto che nel frattempo sono state condotte con Rudi delle esperienze alla S.P.R.. (vedi rivalità anzidetta); il Price, quindi, il quale in un primo tempo avrebbe tenute segrete le fotografie come argomento ricattatorio contro Rudi, si sarebbe deciso a pubblicarle per svalutare insieme il medium sfuggitogli e gli altri sperimentatori che se ne sono occupati e se ne occupano; infine, per soprammercato, il desiderio della pubblicità, ancora una volta così largamente ottenuta. Il dr. Osty termina la sua violenta requisitoria dichiarando di « non poter accettare di vedere un vero medium, che si assoggetta ai controlli più rigorosi, esser la vittima di una mania di esibizione e di un odio puerile contro la Society for Psychical Research».

I nostri lettori saranno probabilmente stupefatti, e noi non lo fummo meno di loro, leggendo l’articolo di cui abbiamo cercato di dare un riassunto quanto più possibilmente fedele.

Alla terribile accusa lanciata dall’Osty è naturale che ci ripugni di sottoscrivere. Dato che l’accusa stessa si fonda su una serie di circostanze messe tra loro in rapporto, e sull’interpretazione di documenti fotografici, dobbiamo necessariamente attendere che di queste circostanze e di questi documenti il Price dia a sua volta ragione, con maggiori motivazioni di quelle fornite nel suo volume. E chiaro che un fatto del genere basterebbe da solo a escludere irrimediabilmente dal novero dei ricercatori onesti colui che se ne fosse reso colpevole. Non si può dunque negare la possibilità di appello al Price, il quale – osiamo sperano – troverà, deve trovare degli argomenti a suo discarico. Preferiremmo dover rimproverare all’Osty un’eccessiva precipitazione piuttosto che dover condannare definitivamente un uomo e uno studioso.

Attendiamo, dunque: e speriamo che nuovi fatti vengano a chiarire questa dolorosa situazione, che vede « l’un contro l’altro armati » individui che dovrebbero, più che in ogni altro campo, sentirsi collegati per uno scopo e per un ideale comuni. Con profonda amarezza terminiamo queste note, noi che tuttora c’illudiamo che la Ricerca Psichica possa e debba costituire un legame superiore tra persone diverse, accomunate dal desiderio di nuove conquiste, verso la dimostrazione delle più alte possibilità dello spirito.

Quali e quante delusioni ci attendono ancora?
EMILIO SERVADIO.

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