Precognizione e “psicobolia “.
Luce e Ombra 1933
Nel numero 11 (28 novembre 1932) della «Zeitschrift fur metapsychische Forschung» il Dr. Emil Mattiesen muove alcune interessanti considerazioni sull’ipotesi della « psicobolìa », esposta primamente dal Dr. Angelo Tanagra nel fascicolo di novembre, 1919, della « Zeitschrift für Parapsychologie », e recentemente di bel nuovo sostenuta dal suo Autore in vari periodici stranieri. Chi scrive ha avuto già occasione di manifestare incidentalmente il suo parere intorno a tale ipotesi (cfr. questa rivista, n. 1, 1932, p. 33 in nota); siamo perciò ben lieti di riprendere l’argomento, ora che il saggio del Mattiesen ce ne offre l’opportunità.
La teoria del Tanagra, da lui presentata come « eine neue Erklarung der Prophetic », consiste fondamentalmente nella supposizione che colui il quale « prevede » un dato evento, che poi si realizza, sia egli stesso la causa di detto evento: proietti, cioè, un quid, non meglio identificato, che agisca sulla materia e che provochi l’effetto previsto o presentito. Il Tanagra, naturalmente, ammette accanto a questi una serie di tipi di pseudo-premonizione, che il Mattiesen ricorda (il caso, la telepatia, l’oscura sensazione di un determinato processo già in corso, la paramnesia, ecc.): ma di tali casi non dobbiamo occuparci qui, poiché essi non toccano affatto il problema particolare che il Tanagra si pone, e che si riferisce alla precognizione vera, non all’illusione di essa o alle sue contraffazioni.
Il Tanagra – e con lui il Mattiesen – danno alcuni esempi dell’applicazione di questa «psicobolìa »: un Tizio prevede un incidente d’auto o la malattia di una data persona? Ebbene, è lui che inconsciamente, se l’evento si realizza, ha agito, attraverso la proiezione di quel tale misterioso quid, su quel motore o su quell’organismo, e così via. « Chi prevede provvede », potrebbe allora quasi dirsi, con uno scherzoso bisticcio di cui il Tanagra naturalmente non è responsabile…
Ma il Mattiesen muove una serie di obiezioni, una più grave dell’altra, all’ipotesi del chiaro metapsichista ellenico. Anzitutto, egli dice, noi abbiamo sempre creduto che le persone dotate della facoltà di agire paranormalmente sulla materia siano rarissime (assai più rare di quelle che possono, magari sporadicamente, presentare fenomeni di chiaroveggenza nel futuro, aggiungiamo noi); se invece tali facoltà, che possono essere del tutto indipendenti da un’eventuale precognizione che le accompagni, fossero così diffuse come l’ipotesi del Tanagra tende a far supporre, se ne trarrebbero conseguenze addirittura spaventose circa l’azione dell’inconscio ai danni di questo o di quello, e dell’umanità in genere …. Spaventose, diciamo, poiché nel caso, ad es., di morte violenta di un Tizio, avvenuta in un accidente che abbia costato la vita di molte altre persone, si dovrebbe concludere che l’eventuale parente o conoscente che abbia previsto questa morte, abbia, sia pure inconsciamente, causato la perdita di una quantità di altri esseri umani, oltre a quella della persona a lui vincolata… Altro che i «Todeswunsche» inconsci, accertati dalla Psicoanalisi! La più inumana e sfrenata criminalità sarebbe la caratteristica non solo potenziale, ma effettiva, della grande maggioranza degli uomini ….
Il Mattiesen cita, tra gli altri, il caso del famoso incendio del Bazar de la Charité (Parigi, 4 maggio 1897): incendio che costituì l’oggetto di una profezia assai circostanziata di una veggente londinese, la quale diede tra l’altro i nomi di otto delle vittime. A parte le anzidette osservazioni sulla spaventosità di una simile «psicobolia», sta il fatto che, oltre alla veggente londinese, anche una donna parigina aveva previsto il detto incendio!! A chi riferire, allora, la «psicobolìa»? All’una o all’altra delle due sensitive? O ad entrambe? I soggetti, è bene avvertire, non si conoscevano neppure. E allora? Ognun vede come, di fronte a esempi simili, l’ipotesi del Tanagra perda qualsiasi attendibilità.
Ma il Mattiesen considera ben altri tre gruppi di fenomeni di precognizione, cui non può applicarsi tale ipotesi: anzitutto quelli che si riferiscono a una serie di fatti, biografici o politici, talmente intrecciati, e dipendenti da una tal serie di cause, da permetter di escludere l’intervento psicobolico (come pensare, infatti, che detto intervento possa seguire un individuo o una massa nell’enorme quantità di eventi che ne determinano, attimo per attimo, il comportamento e il divenire?); in secondo luogo quelli in cui la visione dell’avvenimento comprende anche quella della precisa disposizione di una serie di oggetti, dell’atteggiamento di una o più persone, ecc. ecc. (è mai possibile che il veggente abbia «psicobolicamente» agito sui singoli oggetti od atteggiamenti?); in terzo luogo quelli in cui la verifica della precognizione si è avuta dopo la morte del soggetto di essa (anche qui la psicobolia è da escludere, a meno di pensare che l’azione paranormale si sia fermata a mezz’aria, per poi riprendere – ma riattivata da chi?).
Conclude assai ragionevolmente il Mattiesen che se il Dr. Tanagra avesse presentato la sua ipotesi circondandola di ogni riserva, quale spiegazione eventuale e parziale, parzialissima, di alcuni sporadici fatti, essa avrebbe potuto esser forse presa in considerazione, a questo solo titolo, e rimanendo sempre del tutto impregiudicato, nei suoi confronti, il problema generale della metagnomia nel futuro. Ma il Tanagra non ha avuto questa prudenza; e a malgrado di sue attenuazioni posteriori, sta di fatto che un suo articolo è intitolato «una nuova spiegazione della profezia », un altro «la spiegazione dei presentimenti », ecc. ecc. E dato che di una grande quantità di fenomeni precognitivi la teoria psicobolica non sa render conto, essa – osserva il Mattiesen – è come tale da respingersi.
Osserveremo noi ancora, che anche come ipotesi limitatissima e parziale la teoria «psicobolica» solleva tuttavia delle gravi difficoltà; anzitutto quella della dimostrazione dell’avvenuta psicobolìa in un caso che non rientri in quelli considerati dal Mattiesen (occorrerebbe dimostrare che quel soggetto possedeva delle facoltà paranormali di azione sulla materia, e dubitiamo fortemente che il Tanagra possa riferirci anche un solo caso in cui questa dimostrazione sia stata possibile); in secondo luogo, come altra volta abbiamo avuto occasione di dichiarare, resterebbe da illustrare il meccanismo della pretesa azione paranormale. I grandi medium a effetti fisici, p. es., non sembrano sinora aver esteso il raggio della propria azione oltre un certo limite. Sarà possibile dimostrare che un determinato «veggente» abbia esercitato tale azione in un raggio più vasto – e ‘in qual modo? Interrogativi, crediamo, che rimarranno senza risposta.
Comunque, il fatto di aver cercato, sia pure inadeguatamente, di affrontare sopra una nuova base l’assillante problema della conoscenza paranormale del futuro, torna tutto ad onore del Dr. Tanagra; e l’essercene interessati in queste pagine mostra il vivo interesse che in noi ha destato tale tentativo, al pari di tutti quelli che, riusciti o meno, mirano a far compiere qualche passo in avanti alla Ricerca psichica contemporanea.
Emilio Servadio.