Recenti sedute con Rudi Schneider
Luce e Ombra 1933

Gli studi sulla medianità del giovane austriaco Rudi Schneider sono ben noti, direttamente o indirettamente, ai nostri lettori: tanto i resoconti delle esperienze di SchrenckNotzing, quanto quelli delle sedute al National Laboratory e all’Institut Métapsychique, sono stati ampiamente riassunti e commentati in queste pagine. Riteniamo quindi inutile rifarci ab ovo, ed entreremo invece senz’altro in merito al volume qui esaminato, in cui si riferisce nel modo più minuzioso ed esauriente intorno ad altre 27 sedute con Rudi, svoltesi a Londra nel 1932, sotto la direzione di Harry Price (1).
Il resoconto che abbiamo sott’occhio è, come al solito, accuratissimo; i ventisette verbali risultano dalle note stenografiche prese dalla segretaria del National Laboratory durante le sedute, e riproducono quindi si può dire minuto per minuto quanto in esse avvenne. Li seguono brevi commenti, ove necessario.
La differenza sostanziale, tra questa serie di esperienze e quella condotta nel 1929-30 a cura del Price, consiste nella parte, diremo così, «strumentale». Fu abbandonato infatti il sistema elettrico di controllo, allo scopo di permettere agli sperimentatori l’uso frequente di altri delicati apparecchi, di cui diremo più oltre; e il contatto col medium fu mantenuto col noto sistema del doppio controllo delle mani e dei piedi (cfr., anche per questo particolare, la fig. 2): questo sistema risultò naturalmente meno sicuro dell’altro, dato anche il carattere irrequieto della trance di Rudi, e come si vedrà appresso; ma consentì l’uso di due importanti sistemi meccanici di osservazione.
Il primo di questi è stato adoperato per la fotografia automatica dei fenomeni di telecinesi: consiste in una tavola con la parte superiore a «bascule», tanto sensibile da spostarsi al peso di un fazzoletto posto sull’estremità. Se si toglie il fazzoletto, la « bascule » stabilisce un contatto elettrico, e questo può infiammare un globo per l’ottenimento di una fotografia. Furono adoperati, in queste esperienze, dei globi « Vaku-Blitz », che s’infiammano senza fumo uguali a quelli che noi stessi adoperammo a Roma nelle nostre esperienze col medium Erto. E’ chiaro che se il fazzoletto viene spostato per telecinesi, si ottiene una fotografia automatica di quanto avviene. L’uso simultaneo di più apparecchi consente di ritrarre nello stesso tempo il medium e gli sperimentatori, di ottenere delle stereoscopiche, delle fotografie dall’alto, ecc. ecc.
L’altro apparato è un’installazione con i raggi infrarossi, assai simile a quella che fu adoperata all’Institut Métapsychique dal dr. Osty con questo stesso medium. Ma qui fu introdotto un miglioramento: l’intero apparato fu chiuso in una specie di gabbia protettiva di garza, tale da garantire che se un « qualche cosa » avesse intercettato gli infrarossi, questo « qualche cosa» non potesse essere un corpo solido introdotto dal di fuori. Gli assorbimenti dell’infrarosso venivano registrati a mezzo di un milliamperometro graduato, tenuto costantemente sott’occhio da uno degli sperimentatori.
Per le esperienze vennero inoltre usati vari oggetti mobili, come un cestino, una cetra, ecc. La disposizione abituale della stanza delle sedute si rileva del resto abbastanza bene dalla fig. 2: dietro la poltrona del medium sta il « gabinetto » oscuro, con due cortine; il cestino sta sotto la tavola; gli sperimentatori sono divisi in due file e si tengono per mano.
Su 27 sedute, 10 furono del tutto negative, in altre tre o quattro si ebbero fenomeni di scarsa importanza, in pochissime i fenomeni raggiunsero un’intensità cospicua: ciò conferma il punto di vista del Price, secondo il quale le facoltà di Rudi vanno svanendo rapidamente.

Esaminiamo ora le principali manifestazioni avute nel corso di queste esperienze. Ricordiamo: movimenti frequenti. talora violenti, delle cortine; spostamenti e «voli» di oggetti; brevi, fugaci materializzazioni di un arto; intensi soffi freddi percepiti nettamente da più sperimentatori; tutto ci a svariate riprese, in modi diversi, e come se i fenomeni dipendessero effettivamente da un’«entità» estrinseca agli sperimentatori ( «Olga», spirito-guida del medium). S’intende che l’andamento spiritistico delle manifestazioni non prova nulla in favore dell’interpretazione in senso spiritico dei fenomeni. Giova però notare che «Olga», attraverso Rudi si comporta nel modo più «umano» che si possa immaginare è- sensibile alla lode, permalosa, affabile o ironica a seconda delle circostanze: insomma è una «personalità» , fittizia o meno, di cui occorre tenere il massimo conto.
Ed eccoci al lato più importante delle esperienze, ossi all’impiego degli apparecchi. Giova dir subito che il Price ha ottenuto, con essi, ottimi risultati. Pubblichiamo, per quanto concerne le fotografie automatiche dei fenomeni di telecinesi, due importanti documenti, che ci sembrano superiori ad ogni critica, ossia: la fotografia automatica del fazzoletto, che una forza ignota sta portando via dal tavoli (fig. 1) e quella, presa con lo stesso lampo, del medium e degli sperimentatori mentre il fenomeno si compie.
Il fazzoletto di cui alla fig. 1 era stato annodato (apparentemente in via paranormale) nella stessa seduta, la nona ed era stato poi messo sulla tavola per l’eventuale fotografia. Questa, insieme ad altre due prese simultaneamente da apparecchi distinti, venne eseguita automaticamente alla mezzanotte e 14′ del 3-4 marzo 1932. Alcuni potrebbero interpretare quella specie di alone bianco, che sta intorno al fazzoletto, come uno «pseudopodio» teleplasmico che ne abbia causato il muoversi; ma può darsi invece che si tratti di una doppia impressione sulla lastra, dovuta al rapido movimento del fazzoletto stesso.
Nella fig. 2 si vede benissimo il fazzoletto che si sta allontanando dal tavolo, e che si trova sull’orlo. Ma ciò che più importa è la constatazione che tanto il medium quanto gli sperimentatori sono perfettamente «neutrali» nei confronti dell’oggetto spostato. La telecinesi sembra qui dunque del tutto comprovata.
Il distacco del fazzoletto dal tavolo è documentato poi da altre fotografie pubblicate dal Price, e che qui non possiamo riprodurre: una, tra l’altro (fig. VIII nel volume), stereoscopica, raffigura in modo chiarissimo il fazzoletto sospeso a mezz’aria, vicino al tavolo. Una dimenticanza banale impedì che insieme a questa bellissima fotografia venisse presa quella del medium e dell’ambiente in quell’attimo. Anche le altre fotografie, prese con obbiettivi normali, e quelle ottenute dall’alto sono convincenti, e consigliano una più larga applicazione di questo ingegnoso sistema registrativo.
Quanto all’apparato con gli infrarossi, nelle tre o quattro sedute in cui fu applicato esso sembrò dare risultati abbastanza buoni. Il raggio venne assorbito in gradi di solito assai deboli, ma tali da essere puntualmente registrati dal milliamperometro. Solo in una circostanza si verificò una curiosa contraddizione, che anche al Price riuscì inspiegabile (24a seduta): la sostituzione dell’apparecchio usato fino allora con uno molto più sensibile ridusse a zero i fenomeni!; e ciò, benché « Olga » proclamasse di essere nella gabbia e di agire come al solito (anzi, con maggior potere) sui raggi. Difetto dell’apparecchio? La questione resta insoluta. Tutto sommato, i risultati ottenuti con gli infrarossi sembrano alquanto meno evidenti e plausibili di quelli avuti con la fotografia. Si tratta sempre, comunque, di esperienze notevoli, che andrebbero riprese e sviluppate con pazienza.

Veniamo ora al « fattaccio » di queste sedute, e alle relative polemiche avvenute o da venire. Rudi, nella 25a seduta della serie, sarebbe stato anch’esso colto in frode! Fotografie automatiche, prese alle 10,50′ di sera del 28 aprile 1932, mostrano, attraverso varie documentazioni, il medium che allunga dietro di sé il braccio sinistro; il fazzoletto è a terra; sembrerebbe che Rudi stesse cercando di stabilire il controllo quando il lampo l’ha sorpreso.
Tali fotografie, che non dubitiamo abbiano fatto passare al Price delle notti insonni, dimostrerebbero anzitutto che anche Rudi può frodare, o tentar di frodare (se coscientemente o meno, non sappiamo); in secondo luogo ripongono in discussione tutta la questione del controllo di questo medium durante le altre sedute di questa serie, e la genuinità delle precedenti manifestazioni con lui ottenute.
Circa il primo di questi punti, il Price fa rilevare: a) che nella seduta incriminata egli (Price) si sentiva male e non avrebbe perciò dovuto assumere il controllo (riconosce pienamente il suo torto al riguardo); b) che alcuni dei fenomeni ottenuti con Rudi non sono facilmente spiegabili neanche ammettendo che egli potesse liberare un arto; c) che le due sedute successive, 26a e 27a, in cui, come ben si può immaginare, il controllo degli arti fu particolarmente severo, risultarono tra le più brillanti della serie, quasiché Rudi avesse voluto mostrare che l’evento occasionale non aveva compromesso affatto le sue autentiche facoltà di medium. Onestamente, peraltro, il Price ritiene necessario, per una prossima eventuale ripresa delle esperienze, il ristabilimento del controllo elettrico; e, quanto a queste sedute del 1932, considera come quasi certamente paranormali i fenomeni di spostamento del fazzoletto, fotografati e riprodotti nelle lastre VI-XI e XIII-XVI del volume, e quelli d’interferenza dei raggi infrarossi. Circa gli altri, è costretto ad avanzare, per prudenza, molte riserve, dato che in una occasione almeno Rudi è riuscito ad eludere quello che sembrava essere un controllo abbastanza sicuro.
Di questa prudenza va data al Price ampia lode. Aggiungiamo, poi, che una lettura attenta dei verbali permetterà a qualsiasi lettore spassionato di constatare come le conclusioni del Price siano, casomai, troppo severe, e non pecchino certo di longanimità. Riteniamo anche noi, con lui, che l’incidente della 25a seduta, anche se di frode si tratti, non sia sufficiente a infirmare tutti i fenomeni ottenuti con Rudi in queste recenti sedute, né tanto meno quelli del 1929-30, illustrati dal Price in un precedente volume.
E tanto più aderiamo a questo punto di vista, in quanto abbiamo bene in mente – forse più di quanto non abbiano altri meta psichisti, e di quanto non abbia lo stesso Price – la nozione dei rapporti che corrono tra la medianità e la frode. Vari nostri scritti in argomento ci esimono dal ritornare sui già detto (2). Ci basti qui ribadire ancora una volta il concetto secondo cui un medium colto occasionalmente in frode non dev’essere perciò squalificato come medium, poiché la frode, in tutte le sue infinite gradazioni, sembra costituire anzi un aspetto della stessa medianità.
Episodi come questo, in cui un medium che ha prodotto fenomeni in rigorose condizioni di controllo sembra anche esso venir colto a frodare, saranno salutati con gioia da coloro i quali sostengono che nella medianità, specie fisica, tutto sia frode; ma vengono accolti con una certa soddisfazione, per altro verso, anche da chi, come noi, aderisce all’anzi esposta tesi nei riguardi della medianità e della frode: tesi che non incontra ancora molti seguaci, e che tuttavia è certamente destinata a trionfare.

Poche parole dobbiamo ancora aggiungere circa la polemica, che trova in questo volume il suo epilogo, insorta fra il prof. Nils von Hofsten e Harry Price a proposito di Rudi Schneider. Abbiamo già riferito in queste stesse pagine (1933, fase. 1., p. 56 segg.) l’attacco mosso dal von Hofsten a Rudi, nel «Bulletin» della Boston S.P.R., in base a due sole sedute; e abbiamo citato la risposta che Lord Charles Hope gli aveva già rivolto (ibid., fase. III, p. 188). Ora il Price scopre gli altarini pubblicando varie lettere del prof. von Hofsten, dalle quali si rileva: 1) che in data 22 gennaio 1930 ii von H. scriveva al Price dichiarando, tra l’altro: «the experiences are impressing» (in una seduta il von H. aveva manifestato a «Olga» il proprio compiacimento con degli entusiastici «wunder-schön!»; 2) che il 16 ottobre 1931 il von H. ha scritto a Rudi Schneider una lettera in cui lo invita assai garbatamente a «confessare tutto », con lusinghe ed esortazioni varie!: lettera che da sola basterebbe a squalificare uno scienziato 3) che il 9 maggio 1932, infine, il v. H. ha scritto al Price annunziandogli la pubblicazione delle sue «note» d’accusa a tre anni di distanza! Il Price ha avuto buon giuoco, sulla base di tali documenti, a «liquidare» completamente il von H., in una lettera che viene riprodotta nel volume e chi pone un punto fermo alla ridicola questione, la quale ha compromesso irrimediabilmente la serietà di un uomo, il von Hofsten, e non ha fatto certo onore al « Bulletin » che ne ha ospitato la prosa!
Non c’intratteremo invece, poiché le deploriamo, su certe critiche mosse dal Price al dr. Osty a proposito delle esperienze parigine con Rudi. Ma è proprio necessario che tutto venga portato in piazza? Non farebbero meglio i pochi e buoni cultori di metapsichica a polemizzare meno, a rinunziare a certe piccole soddisfazioni personali e a dedicare lo spazio e il tempo delle polemiche ad altri studi ed esperimenti?
Questo, soggiungiamo, è si può dire l’unico appunto che riteniamo di dover muovere al volume del Price: che per il resto è condotto con la più doverosa obiettività scientifica e con la massima prudenza, e costituisce un altro contributo di prim’ordine allo studio della medianità fisica in genere, e di quella di Rudi Schneider in ispecie: last but not least, naturalmente, tra i già numerosi apporti che alla nostra Ricerca sono stati dati dal National Laboratory of Psychic Research e dal suo egregio Direttore.
EMILIO SERVADIO

(1) Harry Price: An Account of some Further Experiments with Rudi Schneider, with 25 Illustrations, London, N. L. P. R., 1933, per l’estero $ 2.50.

(2) Cfr. la nota Medianità e frode , in «Luce e Ombra», 1930, II, pag. 22 segg.; la conferenza Medianità e frode, in «La Ricerca Psichica», 1932, fascicoli VI e VII; le conclusioni alla relazione Otto sedute col medium Erto, ibid.. 1932, fase. X, ecc.

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