René Sudre e la Ricerca Psichica.
Luce e Ombra 1933
Varie riviste inglesi hanno riferito i passi salienti di una conferenza tenuta a Londra, il 18 ottobre u. s., da René Sudre, nei locali del National Laboratory of Psychical Research. La personalità del Sudre è ben nota a chi si occupi dei nostri studi, e la gran parte dei lettori avrà senza dubbio presenti le polemiche occorse tra lo scrittore francese e il nostro Ernesto Bozzano. Il Sudre è attualmente segretario dell’Institut Général Psychologique, e la sua situazione nel mondo scientifico è tale da conferir sempre un certo peso e una cena portata alle sue parole. Perciò riteniamo opportuno menzionare e commentare quelle pronunziate nella sua recente visita al «laboratorio» londinese.
Il tema della conferenza era « il ponte tra la Ricerca Psichica e la scienza ufficiale». Il Sudre iniziò il suo discorso dichiarando di presumere che tutti i suoi ascoltatori fossero convinti della realtà dei fenomeni metapsichici, ma ribadendo la sua ostilità nei confronti dello spiritismo. « Se mi schiero così nettamente contro lo spiritismo tradizionale», egli disse, «lo faccio su basi scientifiche. lo ritengo forse con tristezza ma certamente con energia – che non vi sia alcuna evidenza scientifica a favore della sopravvivenza. Ammetto che taluno possa accontentarsi di qualche elemento presuntivo, e acquistar così una fede spiritualistica. E’ una religione, e la rispetto. Ma che non si parli allora di scienza. Le parole «spiritismo scientifico », che tanto spesso si leggono, sono, a mio parere, un assoluto nonsenso·«Certo é, proseguì il Sudre, «lo spiritismo è una facile credenza, accessibile a chiunque; ed è propriamente questo suo carattere morale che lo rende così sospetto all’uomo di scienza, il quale sa che le leggi naturali non sono nè facili a investigarsi nè colorate di moralità».
Il Sudre accentuò poi quella che secondo lui è la differenza sostanziale tra lo spiritista e il ricercatore spregiudicato. Il primo manterrebbe un atteggiamento passivo di fronte ai fenomeni, contentandosi di quelli che tendono, secondo il suo punto di vista, a confermare le sue credenze. Il secondo invece sarebbe «attivo e, cercherebbe di ottenerne di nuovi, magari fingendo di sposare le convinzioni del medium. «lo non credo e, aggiunse, «che questi problemi siano realmente trascendentali. Lo sono, forse, nella loro radice, ma non nelle loro modalità, cosicchè non si trovano al di fuori della scienza. Per risolverli non dobbiamo raccogliere fatti a casaccio. Dobbiamo sperimentare: cosa difficile, perchè i soggetti sono rari; cosa dispendiosa, perchè essi hanno la spiacevole abitudine di chiedere compensi elevati». Il Sudre osservò ancòra che «gli psichiatri sono gente assai fortunata. La società fornisce loro i pazzi, nel numero ch’essi desiderano. Ma i medium, di solito, non sono rinchiusi in manicomi: sono degli artisti, e la gente se li disputa a caro prezzo».
«La Ricerca Psichica», concluse il Sudre , è ora a mezza strada fra cielo e terra. Gli spiritisti la confinano risolutamente nel cielo; è il compito loro. Per parte mia, cerco di riportarla sulla terra, e d’incorporarla nella scienza positiva».
Tali parole del Sudre si commentano da sé. Ognun vede come facciano difetto, allo studioso francese, tanto il senso storico quanto la esatta percezione di che cosa sia in realtà la Ricerca Psichica. Circa il primo punto, si potrebbe ricordargli che senza lo spiritismo le odierne ricerche sui fenomeni medianici e affini non sarebbero sorte, e che alcuni tra i più grandi ricercatori del passato si dichiararono risolutamente in favore dell’ipotesi spiritica. Circa il secondo, la cosa è più grave, poiché il Sudre dimostra di non aver affatto chiara la tipica, singolarissima fisionomia della Ricerca Psichica, di cui è per ora altrettanto assurdo cercar di fare una «religione e come è vano tentar di limitarla nel puro ambito scientifico «positivo». Il coefficiente di « libertà » e di indeterminismo proprio ai fenomeni metapsichici è per era insopprimibile, e altrettanto insopprimibili sono i valori morali ch’essi coinvolgono. Inutile poi soffermarsi sull’inopportunità di certi paragoni, come quello fra i medium, e i malati di mente. Ed è pure inutile ricordare quanto sia illusorio il preteso atteggiamento «attivo e che gli « scienziati », secondo il Sudre, dovrebbero o potrebbero assumere nei confronti dei fenomeni. Che nello studio di questi ci si possa valere di tutti i mezzi, anche strumentali, che la scienza moderna offre al ricercatore, è un conto; un altro conto è invece pretendere che lo studioso possa comportarsi di fronte ai fenomeni metapsichici più « attivamente » di quel che non ci si possa comportare nei vari rami «constatativi» della ricerca scientifica. Gli psichiatri, che il Sudre ama citare, provocano » forse presso i loro pazienti i fenomeni che indagano?
La rivista « Light », commentando il discorso del Sudre, riporta il giudizio che su di lui espresse il Bozzano nella sua opera « Per la difesa dello spiritismo ». A tale giudizio, e a tale opera, rinviamo coloro che già non ne fossero edotti. Per nostro conto ci limiteremo a deplorare che una persona notevolmente intelligente come il Sudre si lasci fuorviare a tal segno e si pronunzi, in merito alle ricerche da lui coltivate con indiscutibile passione, allo stesso modo come potrebbe pronunziarsi un novizio. Su parecchi dei punti trattati dal Sudre è certo che parecchi degli «spiritisti» da lui tanto spregiati potrebbero dargli delle lezioni.