Sedute a Giava con un medium cinese.
Luce e Ombra 1931
Sulla particolare medianità di un soggetto cinese, certo To A Sam, pubblica un’interessante relazione il dott. A. Fitz, nel numero di giugno della « Zeitschrift für Parapsychologie ». Tali sedute si tennero a Pasoeroan, nell’isola di Giava, dove il Fitz e il medium stesso risiedono, nell’agosto 1930. Ad esse presero parte, oltre al relatore, diversi giavanesi e cinesi di sangue misto; ad alcune assistettero anche due scienziati olandesi: un botanico e un chimico.
Il medium, adulto di circa 36 anni, piccolo e magro, parla, oltre alla sua lingua, il dialetto malese della costa, e si fa intendere in tal modo dai non cinesi. La sua vita è stata abbastanza avventurosa, ed egli dà ora sedute medianiche per guadagnarsi da vivere.
Interrogato sulle sue facoltà, To A Sani dichiarò di poter evocare gli spiriti di individui deceduti da non più di dieci anni, nati e sepolti a Giava, allorchè un parente stretto desidera di comunicare con essi. Non garantisce la riuscita dell’esperienza, e in caso d’insuccesso non pretende compenso. Essendogli stato chiesto perchè non potesse evocare se non i nati e sepolti a Giava, rispose che se avesse chiamato altri spiriti, questi « l’avrebbero assalito sul mare «, poichè gli spiriti dei nati in paesi oltre mare ritornavano dopo la morte alla loro terra.
Le sedute si tennero in una stanza qualunque, con luce lievemente attenuata da tende. La finestra rimase aperta. Nella camera era una tavola con un tappeto, insieme ad alcune sedie. Il medium disse di poter anche tener sedute in piena luce, ma con molto maggior dispendio di energie.
Al principio di una seduta To A Sam brucia un po’ d’incenso, appoggia le mani e gli avambracci sulla tavola e dice una preghiera in cinese, ogni volta diversa, invocando il Cielo, protestando la purità del suo cuore, ecc. Dopo qualche minuto, il suo corpo viene colpito come da una scossa elettrica, ed egli domanda ai presenti quale defunto essi intendano chiamare, se si tratta di un uomo o di una donna, ecc., ecc. Poi, in caso di esperienza negativa, il medium, caduto in trance, dice che il defunto non può venire, o che intende comunicare solo con la madre, o con il figlio, ecc. In una di queste sedute negative uno dei due olandesi summenzionati tentò, col consenso del medium, di mettersi in rapporto con la propria madre, nata in Olanda e morta ad Amsterdam. To A Sam ebbe una trance assai lunga e penosa, ma la desiderata « incarnazione » non si ottenne. Così pure fallì il tentativo di evocare un’altra persona morta in Europa.
Nelle sedute positive, invece, il medium in trance respira profondamente, e si ha l’impressione che egli si desti da un lungo sonno. Il « defunto » quindi comincia a parlare per sua bocca, e la voce sembra provenire dal medium, per quanto non si scorgano movimenti delle sue labbra. Il medium siede tranquillo sulla sua sedia, col capo e le braccia sulla tavola. Spesso le parole sono accompagnate da movimenti espressivi della mano destra. La voce, il tono, la pronunzia ecc. danno, secondo il Fitz, la precisa impressione che sia il « defunto » a parlare. Questi chiama per nome i suoi parenti, s’informa della loro vita, delle loro faccende, ecc., e si stabilisce così un dialogo pieno di vivacità e di naturalezza. Il « defunto » mostra di conoscere anche gli altri presenti, dà molti particolari ad essi relativi, chiede spesso informazioni su persone che gli stessi astanti avevano dimenticato. L’interessato domanda quindi al « defunto » notizie sulla sua permanenza nell’aldilà: le risposte sono in massima concordi nel descrivere il mondo dei defunti come un duplicato di quello dei viventi, in cui si conservano cioè le abitudini e si riproducono gli aspetti del mondo terrestre (è opportuno qui notare la somiglianza di tali dichiarazioni con quelle di molte altre « entità » manifestatesi attraverso medium europei).
L’autore della relazione afferma di non interpretare questi fenomeni nel senso spiritico, ma non sa proporre alcun’altra spiegazione al riguardo. Noi non saremo certo più ardimentosi di un testimonio oculare, e ci limiteremo a constatare quanto sia interessante il fatto che certi fenomeni si riproducano con modalità analoghe a quelle cui siamo abituati, in paesi e con soggetti tanto lontani e diversi da noi.