“Testi mentali” ed “entità” medianiche.
Luce e Ombra 1933
Nel primo fascicolo del « Bulletin » dell’American Psychical Institute (il nuovo ente costituitosi a New York sotto la direzione di Hereward Carrington) è contenuta una interessante relazione dello stesso Carrington intorno a una serie di « testi » cui stata sottoposta la medium Eileen Garrett, sia in istato normale, sia allorché una presunta entità « Uvani » si manifesta a mezzo della sua trance. I punti più salienti di tale relazione vengono riportati nei fascicoli del 20 e del 27 ottobre u. s. della rivista « Light ».
Dato che i «testi» mentali, introdotti dalla psicologia sperimentale, danno reazioni tipiche e inconfondibili per ogni singolo individuo, lo scopo delle anzidette esperienze è stato quello di accertare se le reazioni del sedicente « Uvani » si scostassero o meno da quelle normali della medium, e quali ne fossero le caratteristiche differenziali.
Il principale metodo adoperato in questa indagine è stato quello delle « reazioni associative »: esso consiste, come è noto, nel proporre al soggetto una parola-stimolo e nel tener conto, poi, sia del « tempo di reazione», sia delle parole ch’esso pronuncia in via associativa: parole che corrispondono ai suoi orientamenti psichici più o meno inconsci. Gli stati emozionali anche lievissimi provocati dalle parole stimolo possono venir registrati a mezzo di galvanometri. Tali indagini hanno ormai raggiunto un altissimo grado di precisione ed escludono, per la loro stessa natura, la simulazione od il trucco. Le due serie di «testi» possono essere comparate, e i loro punti di accordo o di disaccordo più salienti vengono poi registrati e riassunti sotto forma di «un coefficiente di comparazione».
Secondo quanto risulta dalla relazione del Carrington, le parole ottenute come reazione nei due casi furono differentissime, e differirono straordinariamente anche i tempi reattivi e gli spostamenti registrati dai galvanometri. Tale risultato apparve con grande evidenza non tanto dal numero di parole in cui le reazioni di Mrs. Garrett variarono in confronto a quelle di «Uvani », quanto dalle risposte ottenute ad alcune « parole-chiavi », indicanti caratteristiche salienti della personalità esaminata. Così alle parole-stimolo villaggio, sale, uccello, disprezzo, selvaggio, orgoglio, donne, ecc. corrisposero forti reazioni da parte di «Uvani », e deboli reazioni da parte della medium; il contrario invece avvenne per le parole sonno, costoso, rospo, raffreddare, leticare, baciare, vecchio, amore, dito, ecc. Tipica fu la violenta reazione di Mrs. Garrett alla parola « rospo» (la medium detesta questi animali); mentre tale parola non destò alcuna emozione apprezzabile in «Uvani».
Anche le parole-risposta, informa il Carrington, furono spesso comparativamente assai interessanti: così alla parola montagna «Uvani» replicò felicità, mentre la medium disse nero; alla parola ballare « Uvani» rispose pregare-religioso, mentre Mrs. Garrett disse ritmo, stanchezza, ecc. Alcune volte, usandosi parole-stimolo ambigue, le risposte differirono radicalmente: così alla parola smart (che significa tanto « energico, impetuoso » quanto «elegante»), «Uvani» rispose con le parole ardente e gagliardo, mentre Mrs. Garrett replicò ben vestito e brutto. Queste totali differenze di reazione, osserva il relatore, equivalgono a quelle che si avrebbero interrogando due persone distinte, aventi una struttura psichica-base completamente diversa.
Altri « testi» psicologici, che dal nome dei rispettivi studiosi che li proposero prendono il nome di Crunden, Berureuter, Page, Woodworth, ecc., vennero applicati alla medium e alla « entità » «Uvani» dando risultati conformi a quelli anzi descritti. Non soddisfece viceversa l’applicazione dei « testi » ad altre personalità di trance di Mrs. Garrett, cioè alle presunte «entità» Hyslop e Hodgson, le quali ogni tanto sembrano manifestarsi per suo mezzo.
Il Carrington osserva ancora che una simile radicale differenza di reazioni non potrebbe in alcun modo ottenersi qualora «Uvani» fosse una «personalità seconda» della medium, ossia, in altre parole, un’entità fittizia: si avrebbe sempre, in tal caso, una certa connessione fra le risposte ed i relativi tempi di reazione; connessione che manca totalmente qualora si confrontino le «serie» di «Uvani» con quelle di Mrs. Garrett.
Il relatore desume, quindi, che « Uvani », in un modo o nell’altro, debba essere un’entità distinta dalla medium, e priva di connessioni emozionali e mnemoniche con Mrs. Garrett, sia che si consideri questa allo stato normale, sia per ciò che riguarda la parte accessibile del suo inconscio; e osserva che gli esperimenti in discorso sembrano per la prima volta indicare, attraverso metodi di laboratorio e testi strumentali, l’indipendenza di uno dei cosidetti «controlli» spiritici dalla mentalità conscia o subconscia della relativa medium.
Tali esperienze e conclusioni hanno indotto inoltre il Carrington a proporre la elaborata preordinazione di un confronto analogo postmortem. Una persona, secondo la proposta dello studioso nordamericano, dovrebbe sottoporsi a una serie di «testi» mentali indipendentemente da qualsiasi altro osservatore. La parole-stimolo potrebbero esser date meccanicamente (p. es. a mezzo di un grammofono), e pure meccanicamente potrebbero venir registrate le risposte, i tempi di reazione, gli spostamenti galvanometrici, ecc. I relativi documenti, ignoti a qualsiasi altro, potrebbero venir sigillati e depositati in uno speciale archivio; e dopo la morte dell’individuo, qualora questo o quel medium «incarnasse» la sua presunta personalità, potrebbe ricercarsi se a quegli stessi « testi » l’« entità » presentatasi reagisca in modo analogo, differendo tuttavia notevolmente il suo modo di reagire da quello del medium. Si otterrebbe in tal modo, secondo il Carrington, una prova d’identificazione molto precisa, più appropriata certo di qualsiasi altra escogitabile.
Pur riconoscendo l’alto interesse di queste ricerche del Carrington, non possiamo a meno di osservare che se egli giunge, nell’esperienza progettata, ad eliminare l’interferenza telepatica, non elimina però un eventuale esercizio di chiaroveggenza da parte del medium: il quale potrebbe, p. es., attraverso essa, reagire con. parole uguali a quelle dettate in vita dall’individuo che si vorrebbe identificare. E’ un fatto, peraltro, che se il confronto risultasse clamorosamente positivo per ciò che riguarda l’analogia dei «testi», solo a prezzo di un notevole sforzo mentale potrebbe evitarsi d’inferirne l’indipendenza della «entità» considerata dalla personalità psichica del soggetto medianico in esperimento.