Si ricevono messaggi telepatici anche traverso pareti di piombo
Si spera di giungere a controllare perfino i sogni ed esiste già un apparecchio capace di registrare le emozioni che riceviamo in stato onirico
Il Tempo 15/08/1961
Saint Paul de Vence, agosto
Cortesemente, ma fermamente, l’inviato speciale di un grande quotidiano francese si è visto negare l’accesso alla Conferenza internazionale di parapsicologia che stava concludendo i suoi lavori nella quiete di Saint Paul de Vence, sulla Costa Azzurra. Attraverso non si sa quali vie era trapelata la notizia che in una nota «hostellerie» della Costa si erano dati convegno scienziati appartenenti a cinque Nazioni europee e agli Stati Uniti, per discutere sui più moderni metodi d’indagine di fenomeni quali la telepatia, i sogni paranormali, le allucinazioni veridiche e le percezioni extra sensoriali.
Fra i convenuti figuravano personalità di primo piano nella cultura internazionale, come il dottor Walter Grey Walter (uno dei massimi neurofisiologi del nostro tempo, autore del libro Il cervello vivente apparso anche in italiano), il dottor Carl Meier considerato l’erede spirituale di Jung; il noto neuro-endocrinologo francese Alain Assailly; per non dire del celebre scrittore e saggista Aldous Huxley e di vari esponenti della psicoanalisi, dell’antropologia, della biochimica e della medicina generale. Fra tanti uomini, una sola donna: ma si trattava di Eileen J. Garrett, Presidente della «Parapsychology Foundation» statunitense, che con lungimiranza e generosità aveva avuto l’idea della Conferenza ed era riuscita ad organizzarla.
Ipotesi freudiane
Soltanto a lavori finiti, un breve resoconto di quella che è stata chiamata « Conferenza internazionale sugli avvicinamenti interdisciplinari alla parapsicologia sperimentale » è diventato accessibile ai profani. Siamo tuttavia in grado di pubblicare al riguardo qualche notizia più diffusa, anticipando un poco su quel che apparirà fra un mese o due sul Bollettino ufficiale della «Parapsycology Foundation».
Le sedute della Conferenza sono durate cinque giorni, e hanno avuto inizio dopo un breve saluto della signora Garrett. Aldous Huxley (cui nulla delle più avventurose indagini della scienza moderna è estraneo) ha subito riferito sulla ricerca parapsicologica nella Unione Sovietica, dove alcuni scienziati sono riusciti a far pervenire « messaggi » telepatici a soggetti di esperienze ipnotiche, anche quando i rispettivi « agenti » si trovavano isolati in camere di piombo immerse nel mercurio! E’ seguita una vivace discussione sulle interpretazioni fisiche, neurofisiologiche e psicologiche di simili esperimenti, e sono stati ricordati i tentativi analoghi effettuati sia in Europa, sia nel Nuovo Continente, e più specialmente in Canada.
L’olandese dottor Kappers, e gli italiani Roberto Cavanna e lo scrivente, hanno quindi resi noti i primi risultati delle loro esperienze psico-farmacologiche, volte alla possibile attivazione di fenomeni extra-sensoriali in soggetti volontari, posti sotto l’influenza di speciali sostanze allucinogene o dissociative, come la dietilammide dell’acido lisergico o la psilocibina.
Tanto nella situazione ipnotica quanto nel corso di esperienze psico-farmacologiche o di sedute psicoanalitiche, il rapporto personale tra agente e percipiente, o fra sperimentatore e soggetto, o fra analista e paziente, è sembrato a molti particolarmente significativo e condizionante. Intorno a questo tema si sono avuti nel corso della Conferenza vari interventi. L’autore di queste note ha esposto al riguardo le esperienze e le ipotesi di lavoro degli psicoanalisti freudiani. Carl Meier di Zurigo, con i suoi collaboratori Hillman e Rhallis, ha riferito in merito a ricerche sperimentali, su base statistica, compiute da un gruppo dl psicoterapeuti della scuola di Jung su alcuni loro pazienti in Svizzera, il dottor Grey Walter non ha mancato di rilevare la straordinaria difficoltà di certe valutazioni psicologiche, dovuta in parte a note differenze di «scuola», e ha dichiarato che a suo avviso, talune avanzate recenti della neurologia e dell’elettrofisiologia cerebrale potrebbero ben presto essere utilizzate anche nella ricerca parapsicologica, e offrire criteri più obiettivi dl giudizio.
E’ noto infatti che ormai, il controllo elettrofisiologico dell’attività cerebrale può rivelare, in condizioni adatte, una vasta gamma di variazioni psico-affettive; e ciò potrebbe permettere, in un giorno non lontano, di ottenere gli specifici cerebrogrammi di persone impegnate in esperimenti di telepatia o in altre prove parapsichiche. Qualcosa del genere, d’altronde, si è già cominciato a fare, utilizzando non già gli elettroencefalogrammi, ma le modificazioni circolatorie che accompagnano emozioni anche lievi, e che possono misurarsi con uno speciale strumento, il «pletismografo». Molto incoraggianti sono sembrate, al riguardo, le pazienti ricerche dell’americano Douglas Dean. Questi ha rivelato alla Conferenza che in varie occasioni, le emozioni di un soggetto «agente », relative a certi stimoli sensoriali (come nomi o vocaboli particolari), sono state in qualche modo « trasmesse » a percipienti lontani, e segnalati dal « pletismografo », senza che il soggetto ricevente sapesse nulla di ciò che stava accadendo!
Lo stesso Douglas Dean ha anche riferito su esperienze in corso, assai promettenti, relative alle possibili percezioni telepatiche di stimoli da parte di soggetti in sonno naturale. Mediante una complessa apparecchiatura, si può oggi sapere con precisione quando un soggetto addormentato comincia a sognare, e per quanto tempo si svolge la sua attività sognante. I soggetti studiati da Dean e dai suoi collaboratori vengono previamente avvertiti che durante il sonno, alcuni « agenti » cercheranno di far loro pervenire delle immagini per via telepatica. Mentre stanno sognando (e gli apparecchi-spia lo rivelano), i soggetti vengono svegliati, e invitati a descrivere ciò che appariva nei loro sogni. Più volte, a quanto risulta dai primi risultati di esperienze tuttora in corso, ci è voluto verificare che nel contesto del sogno erano apparse immagini corrispondenti a quelle che gli « agenti » avevano cercato di trasmettere.
Fuori del limbo
Questi ed altri rapporti sono stati i punti d’inizio di vivaci discussioni, di chiarimenti reciproci e di critiche costruttive. Tra le risoluzioni finali della Conferenza è apparsa interessante quella che prevede una ricerca sistematica, e a largo raggio, sugli stati ipnotici e sulla loro possibile utilizzazione in parapsicologia. E’ infatti noto che l’ipnosi, dopo un periodo di quasi abbandono, è oggi di nuovo in auge, e può essere studiata con tutti i moderni mezzi psicologici, psicoanalitici, neurofisiologici e psicofarmacologici. E’ altresì noto che in passato, taluni soggetti in ipnosi sono stati protagonisti – spontaneamente o sperimentalmente – di vicende e comunicazioni extra sensoriali (più di un secolo fa, nell’epoca d’oro del cosiddetto « magnetismo animale », i seguaci e continuatori di Mesmer. ottenevano dai loro soggetti « magnetizzati » – oggi diremmo ipnotizzati – comunicazioni anche esattissime su cose ed eventi di cui non potevano sapere nulla).
Non c’è dubbio che in molti di quel resoconti potessero esservi errori d’osservazione o imprecisioni: ma è sciocco pensare che tutto fosse falso o immaginario. L’iniziativa della Conferenza di Saint Paul de Vence (immediatamente fatta propria dalla «Parapsijchology Foundation ») presenta, dunque, notevole importanza scientifica. Non minore importanza assumono, a ben guardare, certi nuovi aspetti della ricerca parapsicologica così come la Conferenza ha potuto indicarli o metterli in luce: aspetti nello stesso tempo affascinanti e di una ineccepibile rigorosità – tali da porre la parapsicologia stessa fuori dal limbo delle attività scientifiche «marginali», e da ogni dilettantismo.
Emilio Servadio