Ernest Jones (1879-1958)
Rivista di Psicoanalisi n. 2 – 1958
L’11 febbraio di quest’anno è morto ERNEST JONES. Con lui si è dissolta l’ultima delle grandi figure un po’ mitiche (ricordiamo ABRAHAM, EITINGON, FEDERN, FERENCZI, RANK, SACHS), che costituirono, con FREUD, il primo gruppo dei pionieri della psicoanalisi.
Era nato a Llwchwr, nel Galles, il I° gennaio 1879. Suo padre era un modesto tecnico delle miniere. Entrato, dopo gli studi elementari e medi, all’University College di Cardiff, JONES si laureò in medicina ad appena 21 anni presso l’Università di Londra, ottenendo due successive medaglie d’oro. Esercitò dapprima la neurologia, alternando l’attività professionale con quella di scrittore e di abile divulgatore. Imbattutosi in uno scritto di FREUD, ne rimase affascinato, e studiò a fondo molti altri suoi lavori. Nel 1905, a Londra, cominciò ad applicare la tecnica freudiana a pazienti nevrotici (e fu la prima volta che ciò avvenne in una Paese non di lingua tedesca). Studiò quindi lungamente a Vienna e a Monaco. Al suo ritorno in Inghilterra, incontrò forti ostilità ai nuovi metodi psicoanalitici, e ciò lo spinse ad accettare, nel 1908, la carica di Direttore della Ontario Clinic for Nervous Diseases e a trasferirsi a Toronto (Canada). Introdusse, così, la psicoanalisi anche nel Nuovo Continente.
Tornato a Londra nel 1913 (dopo un soggiorno a Budapest ove fu ulteriormente istruito e preparato da Ferenczi), vi fondò la British Psycho-Analytical Society, che presiedette per 31 anni. In quello stesso anno promosse il famoso Comitato, composto di pochi fedeli di Freud, i quali avevano solennemente promesso di non “defezionare” senza aver prima discusso con gli altri le proprie motivazioni. Questo Comitato, com’è ovvio, fu costituito dopo le “scissioni” dovute a Jung e ad Adler. Durante il conflitto 1914-1918, Jones riuscì a mantenere contatti epistolari con Freud, e persino ad avere con lui qualche scambio di vedute in merito alle nevrosi traumatiche di guerra! Terminata la conflagrazione, fondò l'”International Journal of Psyco-Analysis”, di cui fu Direttore per 20 anni. Nel 1924 fondò l’Istituto di Psicoanalisi, che presiedette per 20 anni; e nel 1926 la Clinica Londinese di Psicoanalisi, che diresse per un decennio. Ebbe parte preminente nella fondazione (1910) dell’Associazione Psicoanalitica Internazionale, di cui fu Presidente per 23 anni, e quindi, sino alla morte, Presidente onorario.
L’opera svolta da Ernest Jones per favorire, sempre in rigorosa serietà d’intenti e di metodi, lo sviluppo della psicoanalisi in Inghilterra, è stata superiore a ogni apprezzamento. Egli riuscì, insieme con Edward Glover, a vincere le diffidenze della British Medical Association e persino a far accettare, da questa, l’esercizio della psicoanalisi da parte di professionisti non medici, purché questi fossero stati preparati ed approvati dall’Istituto di Psicoanalisi, organo della Società Psicoanalitica Inglese. Attraverso articoli divulgativi, trasmissioni alla radio, ecc., Jones rese familiari i principali concetti psicoanalitici a tutto il pubblico inglese di buona cultura. Quale Presidente della British Psycho-Analytical Society egli seppe, fra l’altro, impedire che avvenisse una vera e propria scissione tra il gruppo che si era schierato con Melanie Klein e quello che si era mantenuto su linee psicoanalitiche più tradizionali ed ortodosse. Non può, infine, esser taciuto il fatto che nel 1938, quando i Nazisti invasero l’Austria, e la vita stessa di Freud fu in pericolo, Jones ottenne da Sir Samuel Hoare, Ministro degli Esteri, asilo politico in Inghilterra per Freud, per la sua famiglia, e per vari psicoanalisti viennesi. È a tutti noto che nella sua nuova, quieta dimora londinese, Freud potè vivere ancora per più di un anno, sino al 23 settembre 1939; e che sulla casa che lo ospitò esule in Londra fu apposta una lapide nel 1956, anno in cui si celebrò il centenario della sua nascita.
L’opera scientifica di Ernest Jones consiste in alcuni volumi ben noti ad ogni analista, e in moltissimi saggi ed articoli. Tra i primi, ricordiamo i celebri Papers on Psycho-Analysis, che ebbero molte edizioni; gli Essays in Applied Psycho-Analysis; On the Nightmare; Hamlet and Oedipus; e la classica, monumentale biografia in 3 volumi, The Life and Work of Sigmund Freud, che vedrà prossimamente la luce anche in Italia. Soprattutto importanti sono i suoi studi sulla femminilità, sulla fase fallica, sulla genesi del Super-Io, sulla sublimazione, sul simbolismo. Tra i lavori di psicoanalisi applicata, vanno ricordati i suoi contributi alla psicologia delle religioni, alla demopsicologia, all’antropologia culturale, al folklore.
Questi, i dati più salienti della vita scientifica e professionale di Ernest Jones. Rimane, in chi l’ha conosciuto da vicino, il ricordo altrettanto vivo delle sue doti morali: la sua integrità a tutta prova; il suo altruismo, ampiamente dimostrato nell’opera di assistenza e di soccorso da lui prestata, durante le persecuzioni razziali e la Seconda Guerra Mondiale, a molti colleghi europei; il suo superiore equilibrio nel dirimere controversie scientifiche e personali talvolta non lievi; infine, il suo sottile sense of humour, che rendeva gradita a tutti la sua opera di leader, e piacevolissima la sua compagnia.
Personalmente, vorrei· aggiungere che debbo a Ernest Jones la memorabile “esperienza di vita” del mio settennale soggiorno in India. Fu infatti Jones che nel 1938 m’incoraggiò a trasferirmi in Oriente, e mi munì di un’affettuosa lettera di raccomandazione. Il corso della mia esistenza sarebbe stato dunque diverso se non avessi intrattenuto cordiali rapporti con Jones – uomo esemplare, scienziato illustre, amico fedele.
EMILIO SERVADIO