C. Cook Smith: The defence of Magic (1 ).
Luce e Ombra 1931
Libro di grande valore, che rivela una mentalità coltissima ed aperta, informata di tutte le importanti tendenze del pensiero moderno, e certamente consapevole dei rapporti che esse hanno con tradizioni misteriosotiche antiche e contemporanee. L’Autrice, fondandosi su alcune correnti attuali di storia delle religioni e di folklore, cerca di dare una coscienza filosofica ai fondamenti irrazionalistici del magismo nelle sue varie formulazioni, e di estrarne la quintessenza, rintracciando anche in opere letterarie recenti la visione del mondo attivistica, volontaristica, pragmatistica propria alla Magia. Particolarmente interessante, a questo riguardo, il capitolo su Yeats. L’A. rovescia la concezione corrente della magia quale « scienza deviata », e difende un audace concetto di essa come « scienza dell’espressione umana », convertendo in scienza del soggetto quella che abitualmente ci si ostina a considerare come scienza oggettiva. Ciò porta evidentemente al contingentismo, ma tale è, si voglia o non si voglia, la direzione verso cui s’incamminano anche le scienze cosiddette « positive ». Ottimi anche i capitoli sulla psicoanalisi e sul behaviourism. Alcune « note » in sordina lasciano intravedere la notevolissima erudizione della Smith e la sua capacità ad affrontare ancor più decisamente i fortilizi e le difese delle accademie.
Emilio Servadio
1)Rider e Co., London, 1931, sh. 5.