G. WACHSMUTH: Le forse plasmatrici eteriche nel cosmo nella terra e nell’uomo – Casa Editrice Atenòr », Todi, 1929 – L 30.
L’Italia Letteraria del 09/02/1930
Questo poderoso volume di uno tra i più colti ed intelligenti seguaci di Rudolf Steiner intende, mediante un continuo processo di analisi e di sintesi, fornire un quadro completo delle energie formative della natura, integrando i dati della scienza attuale con gli insegnamenti antroposoflci. Tentativo che rivela di per sé una vastità di vedute e di cultura tale da muovere la nostra ammirazione. Troppo sovente infatti si trovano nelle opere teosofiche od antroposofiche, affermazioni del tutto gratuite, che si asseriscono frutto di esperienze soprasensibili e che come tali debbono essere o accettate senza discussone o respinte per fin de non recevoir. Qui invece l’autore si dimostra perfettamente al corrente delle più recenti indagini della fisica, dell’astronomia e delle scienze naturali in genere, cosicchè le sue costruzioni teoriche poggiano sopra una solida base. Citeremo, fra tutte, la parte che riguarda il problema dell’etere: problema che costituisce, nelle sue varie interpretazioni, uno degli argomenti più controversi della scienza moderna e che, inteso come entità qualitativa oltre che quantitativa, ossia come un quid attualmente ancora ipostatizzato, ma già reale in funzione di particolari stati di coscienza, appare veramente come il mediatore universale di certe cosmologie, specialmente orientali. L’etere non viene però soltanto considerato in senso statico, bensì come forza in atto, e attraverso i vari capitoli dell’opera se ne contemplano le diverse manifestazioni. Tra i più notevoli segnaliamo quello relativo alle «categorie» di tempo e di spazio, quello sulle forme e quello, infine, che tratta dell’uomo e dell’organismo umano: capitolo ultimo, dove si ritrova con felici analogie la costituzione microcosmica dell’uomo, e che da luogo ci una generale visione del mondo, come risulta dall’aspetto complessivo di un lato del grande prisma.
La traduzione italiana è ottima, e assai ben curate la stampa.
Emilio Servadio