F. WITTELS: Psychoanalysis and History – The Nibelungs
end the Bible (I Nibelunghi e la Bibbia). (Psychoanalytic Quarterly, vol. XV, 1946, N. 1).
Psicoanalisi Applicata alla Medicina, Pedagogia Sociologia, Letteratura ed Arte n°1 1946
In questo studio, che si ricollega a un suo scritto precedente,· Wittels introduce l’idea euristicamente pregevole che si possa meglio comprendere la storia e la natura dei popoli attraverso la loro mitologia. Secondo il W., l’elaborazione del mito cessa quando la versione raggiunto rappresenta un compromesso soddisfacente, proprio come avviene per l’elaborazione secondaria del sogno. I desideri espressi nel mito son divenuti ego-sintonici e possono prendere forma spiegata in una narrazione.
Wittels esamina la leggenda dei Nibelunghi secondo il cielo germanico, e sottolinea l’ « attualità », per i Tedeschi, di un mito che in tempi recentissimi ha potuto ancora ispirare « linee di Sigfrido » « lealtà nibelungica » ecc., in confronto con i miti tramontati di altri popoli (es., le leggende druidiche per la Francia). Tale attualità fu confermata e proclamata ripetute volte, fra l’altro dal poeta tedesco Max Mell in un’intervista concessa al Neues Wiener Tayeblatt non più tardi del 30 aprile 1944.
I tratti salienti della leggenda dei Nibelunghi che Wittels riassume con grande accuratezza – contrastano in modo netto – con quelli delle leggende tipiche d’Italia, di Francia e d’Inghilterra. Le donne del ciclo nibelungico – Brunilde, Crimilde – son fierissime, fortissime femmine, in nessun modo paragonabili a Ginevra- o ad Isotta la bionda (quelle, osserva con humour inglese Wittels « non sono ladies »). Nel comportamento degli uomini – Sigfrido, Gunther, Hagen si alternano le prodezze alle viltà, le prove di lealtà fanatica al tradimento ; e, soprattutto, manca completamente il senso cavalleresco. Le astuzie di Sigfrido e di Gunther nei riguardi di, Brunilde sono quanto di più basso si possa immaginare: ma questa bassezza non è affatto sentita nella leggenda, né pare che i Tedeschi, l’abbiano mai rilevata.
Wittels spiega acutamente il contrasto tra la e lealtà sino alla morte e dei Burgundi di Gunther nella seconda parte della leggenda, e il loro comportamento di traditori nella prima parte. In realtà, questi uomini si amano) ma il loro sentimento inconsciamente omosessuale è, come avviene di regola in tali casi, ambivalente: si amano e si odiano ad un tempo. Sigfrido è tra essi l’eccezione, l’unico uomo che abbia raggiunto la piena eterosessualità fra tanti spregiatori di donne. I Burgundi si difendono contro l’amore omosessuale che provano per il giovane Sigfrido, in guisa paranoica: lo uccidono per noni cedere alla tentazione. Giustamente Wittels raccosta la figura di Sigfrido a quella di Achille, di Davide e di altri giovani, splendidi eroi verso cui si dirigono, più o meno velatamente, appetiti omosessuali con le relative ambivalenze. Che nel triangolo Sigfrido -Gunther-Brunude vi sia un forte elemento omosessuale è fin troppo evidente: si pensi alla «notte nuziale » di Brunilde, alla cui deflorazione i due « amici » collaborano!
Nelle e tesaurizzazioni e dei Nibelunghi e di Hagen, nella loro avidità di bottino, Wittels vede giustamente elementi di – erotismo anale (ricordiamo che da un punto di vista non psicoanalitico, il lato «capitalistico » della leggenda dei Nibelunghi era stato nettamente individuato da Bernard Shaw nel Wagneriano perfetto, già molti anni or sono).
Tutte queste caratteristiche, ed altre ancora, costituiscono dunque espressioni, se così possiamo dire, dell’· « Es collettivo » tedesco.
Chiunque può facilmente trovare nel nazismo l’esasperazione degli elementi indicati. Ma se questo é l’Es, quale sarà il Super Io?
Wittels ravvisa questo Super – Io mitologico in quelle parti della Bibbia che per i Tedeschi sono rimaste esteriori, sovrapposte, non assimilate, anche dopo la traduzione di Lutero, che unificò la lingua tedesca. Quelle parti formative di tale Super Io che affondano le radici nell’Es sono state fatte proprie, dalla psiche tedesca, con deformazioni e travisamenti ove del caso. Così ad es. le idee del «popolo eletto », della· « non contaminazione », persino esclamazioni· « Un Dio, un Libro, un Popolo» diventa «Un Reich, un Popolo, un Führer!»). Le altre, che dovrebbero costituire il vero Super Io, sono state respinte come estranee: cosi i Dieci Comandamenti, i Salmi,i Profeti, il Discorso della Montagna, la Fratellanza umana… « Quattrocento anni d’indigestione biblica» – postilla, Wittels; ed ecco i risultati. «L’eclettismo germanico non è riuscito ad assimilare il Vangelo di salvazione né le parti della Scrittura che sono venerate altrove. I relitti barbarici dell’avidità predatoria ritornano dalla rimozione: l’Es tedesco (i Nibelunghi) prevale sul Super Io tedesco (la Scrittura) ».